-Cosa diavolo ti salta in mente? Non hai fatto l'inchino al pubblico! bisbigliava Lorenzo all'altro. Lorenzo, il primo attore della compagnia, non dotato di un gran acume, era estremamente affettuoso e socievole. Nella compagnia non era perciò mai inviso a nessuno e puntualmente riceveva la parte del protagonista cavandosela egregiamente. L'affetto maggiore, maturato nei lunghi anni di lavoro fianco a fianco, lo nutriva per l'altro anche se per certi versi era quasi la sua antitesi:riflessivo, a tratti schivo e sovente interprete delle parti più modeste. Ma qualcosa ora s'era inceppato;mentre l'applauso sincero del pubblico inondava il teatro e gli attori avevano iniziato la serie di inchini, lui non si era inchinato! Era rimasto inteccherito, con la faccia spiritata che sembrava cercare qualcosa in mezzo alla platea antistante. La tiritera continuava:gli attori per la mano si ritiravano per poi riapparire sul palco esultanti a profondersi in omaggi agli astanti che, da parte loro, si alzavano in piedi a dozzine per applaudire ancor più fragorosamente. Ma lui no. Lorenzo approfittava di ogni ritirata per scuotere le spalle all'amico e urlargli- non fare il bambino... che ti prende accidenti?? e l'altro, spiato di sottecchi dal resto della compagnia con malcelata ostilità, sussurrava -tranquillo, è solo più forte di me. Dopo tanto lavoro e tanti ostacoli pensavo di riuscire appagato da questa rappresentazione, e invece ho più sete di prima:voglio ancora recitare, ridere e piangere con questo pubblico, viverci! Una manciata di secondi dopo le tende del sipario cominciarono a calare :gli attori si ritiravano accompagnati dall'eco degli applausi, parzialmente smorzati da quella strana scenetta che aveva reso incerti gli astanti se si trattasse di una farsa prevista o di un incidente singolare. Lorenzo cercava di trascinare verso le quinte ma il compagno non accennava ad abbandonare il palcoscenico. Fece l'ultimo tentativo, strattonandolo con veemenza ed intimandogli di cessare quella follia. Inutile: ai suoi occhi sgomenti rispose un sorriso semplice ma eloquente. Sorrideva l'altro, era confuso, timoroso e tuttavia determinato a seguire l'assillante lampeggio di un'idea, di un impulso vago che lo dominava. -Cosa voleva fare? se lo domandava anche lui:provare, tentare, realizzare qualcosa di indeterminato e forse impossibile. Si voltò verso la platea. Nel silenzio carico d'attesa trasse un potente respiro. -signori e signore, mettetevi pure comodi: lo spettacolo continua!
Le tende del sipario si spalancavano tirate da forze invisibili.