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Un'amicizia

Ho conosciuto Flaminia ad una riunione indetta da un sindacato, la cui sigla si stava da poco diffondendo.
Ero arrivata come al mio solito in ritardo, non ho mai rispettato gli appuntamenti, quando sono entrata nell'aula lei parlava, illustrando con fervore l'attività che intendeva svolgere questa nuova organizzazione.
Ho notato subito la sua bellezza un po' selvaggia, nascosta da movenze sinuose molto femminili, una scintilla di simpatia riscaldò i miei pensieri. Erano già diversi anni che lavoravo in un ufficio pubblico in mezzo a gente piuttosto grigia. Avevo depresso tutto il mio ardore politico per evitare grane cercando di essere schiva e taciturna, uno stipendio mi serviva, tanto più che il mio matrimonio era naufragato solo dopo due anni di convivenza. Per fortuna che casa era la mia così almeno non avevo da pagare affitto. Devo dire che non me la passavo male, il mio stipendio mi consentiva di non farmi mancare nulla.
Entrando in quell'aula e vedere facce di miei coetanei, che come me avevano vissuto nelle piazze con tutti i sogni spezzati dalle vicissitudini del potere, mi aveva sollevato il morale. Eravamo sul finire degli anni '80, il piattume politico dopo le devastazioni degli anni di piombo aveva lasciato tutti a terra, smarriti e confusi alla furiosa ricerca di una sistemazione. Gli anni passavano e i sogni non aiutavano a pagare le bollette. Le piazze che avevano conosciuto colori e canzoni ma anche dolore e vomito, offrivano al sole le loro panchine vuote. Faceva brutto passarvi sembrava di vedere aleggiare fantasmi di amici, molti dei quali in verità tale erano diventati.
Flaminia, Riccardo e Luigi no, loro sembravano essere usciti indenni da quello tsunami, erano lì che battevano i piedi per affermare i loro diritti e io mi appassionai, accendendo quel fuoco che sembrava sopito. Ci scambiammo i numeri di telefono e rimanemmo con Flaminia che mi avrebbe telefonato per farmi avere delle informazioni importanti che le avevo chiesto.
Passò quasi un mese e di Flaminia avevo perso le tracce, non che ci pensassi più di tanto visto come ero presa dal lavoro e dai miei molteplici interessi culturali.
Mi ricordai della promessa di Flaminia quando in ufficio mi chiesero le informazioni che mi avrebbe dovuto dare lei. Decisamente furiosa la chiamai e le vomitai addosso tutto il mio disappunto verso questi compagni che lanciano i sassi e nascondono le mani, mentre il popolo si disgrega e si perde. Stette in silenzio ad ascoltarmi poi con un tono di voce, che non posso descrivere ma di cui posso esprimere la sensazione che mi provocò: un calore intenso che dal basso ventre spinge verso lo stomaco, si scusò ammettendo i suoi torti, adducendo ovviamente delle pur valide motivazioni che mi calmarono. Sentita la mia voce addolcirsi mi invitò a far parte del loro gruppo. Non esitai ad accettare, quella donna aveva qualcosa che mi scatenava un uragano interiore, non capivo perchè, era una sensazione nuova mai alcuna donna mi aveva dato quel tipo di vibrazioni, la cosa mi lasciava sgomenta.
Cominciammo ad incontrarci con lei e gli altri tutte le settimane, di solito il pomeriggio fuori dell'orario di lavoro. Riunioni fiume in cui studiavamo tutti i cambiamenti che bollivano nella pentola del potere, tutte quelle riforme di cui il popolino non riusciva a capirne la portata negativa perchè le riforme economiche cominciano a manifestare i loro effetti solo dopo qualche anno la loro entrata in vigore.

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3 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 26/09/2012 08:00
    Finale molto poetico... il resto? Bè avevi ragione tu! Mi è piaciuto molto, ma più che altro perchè tu scrivi benissimo! Sai portare nel tuo mondo il lettore con un'eleganza, una richezza di particolari mai banali, e talento, unici! PS: qui su questo sito ci sono alcuni racconti che trattano di questo tema che ha trattato tu, e anche molto belli (certo non parlo dei miei!)...

3 commenti:

  • silvia leuzzi il 26/09/2012 10:57
    Grazie Franci mi lusinghi, io andrò a cercare i tuoi e perdonami se ci metterò del tempo, non ne ho molto da dedicare a questa mia passione... famiglia, lavoro e tanti cazzi ahahah però vedrai che li leggerò. Questa storia è nata in verità da una mia passione personale mai dichiarata che ho elaborato tanti anni dopo, sai il tempo dona lucidità, l'intenzione era di provare a far sentire l'emozione di un amore al di là, della morale borghese, del clericalismo ottuso, dell'omofobia imperante. Grazie a tutti un salutone
  • silvia leuzzi il 17/09/2011 18:17
    Grazie Giacomo di autobiografico ci sono solo vaghe sensazioni che alcune donne mi hanno suscitato, foss'anche per la loro intelligenza che me le faceva vedere bellissime, fra cui una sindacalista con la quale ho avuto contatti in passato ma solo di tipo politico, che poi mi ha ispirato questa storia con la quale la fantasia si è eccitata. Riguardo alle cinque pagine capisco... pazienza.. grazie ancora e ciao
  • Anonimo il 16/09/2011 17:13
    Un bel lavoro... completo e convincente. Forse non hai avuto commenti perchè molti si sono spaventati per le cinque pagine ma devo dire che una volta iniziato il brano si fa leggere con grande scorrevolezza. Brava, sei riuscita a far calare pure me nella parte, io che sono un uomo e non ho mai avuto istinti o sensibilità omosessuali.
    Poi devo dire che essendo un'autore quasi esclusivamente autobiografico fatico a credere che non ci sia qualcosa di tuo in questa bella amicizia. Mah, da un punto di vista letterario questo non conta. Certo che se è frutto di fantasia i miei complimenti valgono il doppio. ciaociao

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