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Ragazzo caduto
Claudio Martini odiava la scuola.
Tutto ciò che poteva essere collegato all'esistenza accademica come quaderni, libri, insegnanti depressi e con le occhiaie e levate mattutine ad ore da galli provocavano in lui un misto di disprezzo, odio e disgusto.
Poco valeva, il discorso dello studio, del farsi strada nella vita attraverso la fatica dell'istruzione e del merito che ne avrebbe conseguito; Claudio vedeva solo una perdita di tempo nello studio dell'aritmetica, della geografia, della letteratura ( dove l'insegnante Cimon era bloccata da un mese su un'ostico Pirandello) e delle scienze, erano elementi futili, inadatti alle sue altissime e gloriosissime aspirazioni di recita e di star system.
L' altezza, l'essere longilineo con una cascata di capelli riccioluti che ricadevano dolcemente sulla fronte spaziosa, due occhi verdi smeraldo e un sorriso smagliante e un'innata simpatia erano elementi già importanti da per sé per sfondare nel mondo della televisione, quindi l'istruzione diventava qualcosa di assolutamente "out" e " non se ne parla nemmeno".
I genitori di Claudio d'altra parte pretesero comunque che si diplomasse, e con mille compromessi e mille incentivi lo spingevano ad andare avanti nell'arduo compito; 500 euro settimanali, la possibilità di usare la macchina del padre nel fine settimana ( che di nome faceva Renato, era un commercialista con una bella Audi A4) e la possibilità ultima di poter tornare ad un qualsiasi orario avesse voluto, furono i vantaggi che Claudio guadagnò per mantenere intatta la sua media del sei spaccato in tutte le materie che il Liceo Maffei poteva offrire.
Gli ultimi tre mesi furono impiegati dalla madre di Claudio, tale Teresa, a preparare la tesina d'esame al figlio che poi con molta lentezza e infinite moine genitoriali concluse di studiare poco prima dell'imminente esame di Stato.
Con il minimo punteggio consentito dalla legge per il conseguimento del Diploma, il 6 luglio del 2011 alle 10. 30 del mattino Claudio poté dichiararsi finalmente libero dalla gravosa zavorra scolastica, per godersi appieno il fantastico e scintillante mondo delle stars.
Volle la fortuna che tre giorni dopo i festeggiamenti debiti per il Diploma, si tenessero a Milano le audizioni per un noto programma televisivo: quale occasione migliore per Claudio che si fiondò immediatamente verso l'obbiettivo, come una civetta su un topolino inerme.
I tre produttori lo guardarono a lungo, in largo, gli fecero diverse domande a cui non seppe rispondere e molte altre a cui invece diede esaurienti spiegazioni e doverose delucidazioni, ma alla fine di questo mortorio venne da lui una signorina sui trent'anni, rifatta dalle punte dei capelli fino alla fine dei suoi tacchi a spillo che gli cinguettò un " Bravo Claudio, sei nella barca! ".
Claudio, eccitato e felice ritornò a casa dove Renato e Teresa venendo a sapere tra risa e pianti l'accettazione della candidatura e la successiva partecipazione al programma, stapparono una bottiglia di Champagne e fecero festa.
Quella stessa sera, nell'afosa sala del Gray, una discoteca esclusiva della zona, Claudio stava festeggiando anche con i suoi amici l'esordio della sua carriera artistica.
La serata di Claudio si articolò in diverse ondate alcoliche, prima fu il turno dei Malibù Cola, poi mentre erano leggermente brilli degli shots di vodka, di Bayles, di cognac, e di nuovo a maree successive vodka, Bayles, cocktails caraibici (preludi della futura estate alle Maldive) finché alle quattro di notte Nico non propose di andare nei giardini vicini per divertirsi "sul serio" come evidenziò lui.
Tutta la Compagnia si alzò e traballando vistosamente uscì fuori dal locale e percorsi i duecento metri che li separavano dallo spazio verde si accasciarono sulle panchine comunali.
"Buono, qua c'è coca, anfetamine, ero, Giò ti fai una spada..." e come il Cristo distribuiva i pani e i pesci ai poveri pescatori della Galilea così Nico distribuiva ai presenti abbondanti dosi di droga di tutti i generi regalando anche consigli: " Claudia non rollare l'ero, se proprio non te la metti in vena, usa la stagnola che la senti meglio!" oppure " Mario quel francobollo si lecca, non lo si mette nel naso, capra!".
Claudio che non si era mai fatto di niente in tutta la sua vita ebbe un moto di inquietudine mentre Nico gli preparava la striscetta bianca di polvere: "Bene Claudio, inspira qua, te lo meriti!" .
"Ok.". Rispose lui fingendo allegria, e avvicinò una banconota da cinquanta euro arrotolati a mò di tubetto per il prelievo nasale della bamba.
Inspirò forte e vide le stelle.
I pensieri gli turbinavano veloci, le facce degli altri si componevano e scomponevano ritmicamente, il suo cuore batteva all'impazzata, la sua pelle era di puro fuoco e metallo; era una sorta di Divinità in Terra. Scorgeva ogni singolo filo d'erba mosso dal venticello estivo, percepiva la musica proveniente dalla discoteca lontana, poteva persino sintonizzarsi sui battiti del cuore dei suoi amici ( o perlomeno li immaginava). Si mise in piedi e si sentì subito un gigante in mezzo ad un mucchio di pulciosi mendicanti, un Re costretto a vivere in un porcile. Si rivolse verso Nico che ancora con la siringa infilata nella vena stava seduto con la testa ciondolante e gli occhi persi nel vuoto.
"Ne voglio ancora." . Disse lapidario.
Gli venne indicato uno zaino vicino, dove scavando tra le varie pillole trovò ancora dell'altra coca, e via, altri fiumi di stelle, costellazioni, vie lattee, galassie, universi che viaggiavano infinitamente veloci davanti a lui, mentre il suo cervello scoppiava e le sue narici bruciavano.
Ad un quarto alle sei Teresa si svegliò di soprassalto, svegliata dal rumore del campanello.
"Le chiavi cazzo! Dove ha la testa quel ragazzo santiddio" pensò assonnata.
" Chi è cara?" mugugno con la voce impastata dal sonno Renato.
"Sarà Claudio che ha dimenticato le chiavi, vado ad aprirgli, e gliene dico anche quattro.".
Il campanello suonò ancora, e alla Teresa venne un groppo al cuore, inspiegabilmente si sentì tremare ed ebbe paura. Si mise la vestaglia e le pantofole velocemente e corse ad aprire alla porta.
Davanti a lei, non Claudio ma due uomini con una divisa nera, come la M;orte, come la disperazione, come il peggior incubo di Teresa.,
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