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[Senza titolo]
Corrado stava seduto su di un treno in attesa della partenza, tutto ad un tratto una ragazza nera che stava camminando sulla pensilina attirò il suo sguardo, Dio com'era bella... la vide allontanarsi lentamente dal suo campo visivo, quasi come fosse una nuvola che attraversa il cielo per poi sparire all'orizzonte, per cinque minuti non ricordò più nulla della sua condizione, non sapeva più chi era nè con chi fosse sposato, non una sola persona conosciuta andò a disturbarlo, il treno era già partito da un pezzo quando alzò lo sguardo, il mare scintillava all'orizzonte e qua e la una palma faceva capolino davanti ai suoi occhi, un perdigiorno tentò di approcciare una ragazza seduta dietro di lui"Questo treno fa tutte le fermate? è la scusa più squallida che sentissi da secoli, per fortuna lo ha spedito subito che diamine, ma dov'era tutta questa gente quando insegnavano come si deve fare, ma si parla così ad una ragazza tanto carina? ma lo saprà cosa vuol dire? dov'è il rispetto per la sua intelligenza che diamine, una volta ho letto da qualche parte che nei secoli scorsi parlavano in francese alle donne cosi, già il francese ecco cosa ci vuole, il francese... stò perdendo tempo dovrei portarmi uno sgabello e mettermi su una piazza, e poi dare lezioni, e farmi pagare, sai quanti soldi che farei, se sapessero mai come ho fatto con mia moglie, oh già resterebbero a bocca aperta, si si mi sembra già di vederli tutti lì a sentire la mia storia, e le donne? le donne applaudirebbero tutte e mi darebbero del lei, sissignore mi riverirebbero, oh si non c'è che dire la mia vita è tutta in discesa oramai, non c'è che da togliere il freno a mano e si parte, allacciate le cinture gente questo viaggio lo paga Corrado, un emozione così non l'avete mai provata forse neanche il giorno in cui nascendo avete visto la luce la prima volta, e dopo tutto è così sono ad un passo oramai, ad un passo".
Tutti questi pensieri gli si affollavano in testa, a volte si stupiva perfino di come facesse a perdersi dietro ad un'idea, doveva essere senz'altro per la sua rara forma di intelligenza, non c'era dubbio.
Fuori il mare era solcato da una moltitudine di barche, ce ne erano di ogni forma e ogni tipo, naturalmente non ce ne era una che non sapesse riconoscere, se solo avesse voluto avrebbe persino potuto dire come stessero navigando, ma preferì adagiarsi sullo schienale e mordersi il labbro inferiore, con la mano destra si accarezzò il pizzetto, per un attimo uscì dal treno e tornò ragazzo, era a lezione di musica e stava suonando il piamo, che pianista sarebbe diventato, non c'era il minimo dubbio, ma d'altronde non poteva concentrarsi solo sulla musica, era un torto troppo grande, con tutte le altre cose che avrebbe potuto fare...
Poi tornò sul treno, che magnifica giornata che era, sembrava proprio una di quelle che si vedono nei film, solo un tantino di caldo di troppo ma appena appena, ora si stavano spostando nell'entroterra, immense distese di verde davanti a lui, solo verde fino all'orizzonte, soltanto qua e la ogni tanto appariva uno specchio d'acqua, erano degli stagni probabilmente ma alla luce del sole sembravano come d'argento e ogni tanto per giunta c'era anche qualche storno di uccelli che si alzavano in volo, dovevano essere gru, lo aveva visto in qualche documentario alla tele.
C'erapoca gente nello scompartimento, nel sedile di fianco si sedette una ragazza, era mora e ricciola, aveva la pelle bianca come l'avorio, Corrado la guardò attratto, sbirciando attraverso la scollatura poteva persino vederle la linea del seno, passò una mezz'ora di sguardi intensa, fugaci, prima che si alzasse, lui la seguì con gli occhi:era fluida, sinuosa, non sembrava neppure fatta di materia come tutti gli altri, ora la sua pelle non era più d'avorio, era nera, era la ragazza nera che vide passare prima di partire, il rombo di un aereo che passava nel cielo ruppe il ritmico trottare del treno, Corrado capì.
Si alzò di scatto e la seguì, lo spazio, quel corridoio tra i sedili, sembrava non finire mai, più si avvicinava(sembrava quasi di poterle toccare i capelli) e più lei sembrava allontanarsi.
La porta in fondo allo scompartimento si apriva su di una stanza buia, ora lei era lì, la schiena appoggiata al muro, i suoi occhi sembravano cullarlo in uno spazio che non sapeva riconoscere, lentamente da destra a sinistra e viceversa, aveva i piedi a terra ma fluttuava lo stesso, le accarezzò il viso con la mano e lei lo tirò a se, d'improvviso un esplosione, il suo corpo era caldo e umido, era emergia, una miriade di energia che non aveva nome nè formula, era tutto attorno, tanto sotto quanto sopra di lui, quando lentamente entrò dentro di lei non fu più capace di vedere, non come era stato abituato a vedere sino ad allora, tutto si era fatto blu, poi verde ed infine rosso, poi tutto di nuovo blu... si trovò disteso in un mare di sabbia e vedeva solo il sole sopra di lui, si alzò il vento e la sabbia mutò in neve fresca, alzò appena la testa e le spalle e poi si lasciò cadere più forte, buttò fuori una vampata di fiato gelato e sorrise, fu contento, a mille miglia da ogni pensiero razionale si senti finalmente felice.
L'autoparlante della stazione annunciò che il treno stava per partire, una ragazza nera stava caminando sulla pensilina, Corrado la osservava attraverso il vetro, poi si girò per guardare l'ora, erano le 7. 00 e tra un ora sarebbe entrato in fabbrica.
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