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Il Politico
Vent'anni fa fui invitato ad una cena conviviale da un amico. C'erano tutte persone importanti: c'era il sindaco del paese, il notaio, alcuni primari dell'ospedale. Insomma c'era l'elite del paese al completo. Per lubrificare il discorso tracannai alcuni bicchieri di vino buono, e, dopo alcuni minuti, mi misi a parlare confidenzialmente con tutti. Il discorso prendeva le pieghe più varie e strane, senza mai toccare temi che potessero infastidire qualche ospite importante. Ricordo che, ad un certo punto si stava valutando quanto dovevano essere lunghe le gambe di un uomo. Fu allora, che, aiutato dal vino, e voglioso di mettermi in luce, dissi con voce stentorea: " Le gambe di un uomo dovrebbero essere lunghe tanto da consentirgli di arrivare fino a terra; in altre parole tanto lunghe da collegare il busto al terreno.". Tutti mi guardarono stupiti come fossi stato un imbecille, qualche signora sembrava addirittura contrariata per il mio vociare poco educato, ma improvvisamente avvenne il miracolo. L'onorevole Ferratoni, l'unico politico e l'ospite più importante della compagnia, scoppiò in una sonora risata. Tutti cambiarono atteggiamento nei miei riguardi. Il geometra comunale Amleto Pancaldo si congratulò con me e mi diede una pacca sulla spalla: " Bravo" mi disse " si vede che sei un uomo di mondo.". Le signore cominciarono a sorridermi, il ragionier Frattini mi versò ancora da bere, e, il sindaco in persona, mi disse di passare in municipio il giorno dopo. Il meccanico Benfanti mi chiese sussurrando se potevo raccomandare suo figlio per un posto in comune: " Si è laureato in ingegneria a pieni voti" mi disse- " Ma, sai com'è, il giorno d'oggi una buona parola può essere più importante di tanti pezzi di carta.". Non so come, ma mi trovai anche tra le mani un bigliettino profumato, dove mi si chiedeva di andare ad un appuntamento misterioso. Ero divenuto improvvisamente un uomo di successo. Mia moglie, come il solito invidiosa, mi disse subito: " Non ti monterai mica la testa per queste fesserie.". Io non ci feci caso. Era rimasta la donnetta di paese di sempre. Che ne poteva capire lei di queste cose?
L'indomani mi recai in comune ed il sindaco mi ricevette subito. Mi disse che l'onorevole era rimasto entusiasta della mia perspicacia ed aveva chiesto informazioni su di me. " È dei nostri? " aveva chiesto al sindaco, e quest'ultimo lo aveva immediatamente rassicurato: " Certo, come può una persona così spiritosa non essere dei nostri?"
"Sicuro" replicai io immediatamente " Sono dei vostri e di che altri dovrei essere?"
Il sindaco m'intimò di stare in campana, perché presto ci sarebbero state molte cose da fare per me, anzi, per l'intanto, mi aveva già fatto assegnare un piccolo appannaggio mensile di 500 euro. In cambio avrei dovuto partecipare a qualche riunione, darmi da fare, farmi vedere; insomma esserci. A buon intenditor poche parole.
La prima riunione fu al Pedrocchi a Padova. Si parlava dei problemi del settore terziario con l'avvento della globalizzazione in un mondo che stava perdendo le radici dei propri valori.
Ci furono vari interventi, ma a me sembrava che ognuno portasse avanti una propria idea senza pensare troppo al tema del convegno. L'onorevole Lo Pinto disse che non c'erano più le mezze stagioni. Mastrangelo criticò i giovani dicendo che non avevano voglia di lavorare. Terminò comunque il suo intervento asserendo di avere una grandissima fiducia nella gioventù e grandi speranze per il futuro del nostro paese. Anch'io feci il mio intervento: " I giornalisti " dissi " I giornalisti non dovrebbero..." Fui interrotto da un'ovazione, cinque minuti d'applausi, una standing ovation generale.
Al bouffe che seguì la riunione, tutti mi cercavano e si complimentavano con me: "Oh, lei è quello delle gambe, bravo, era ora che qualcuno gliela cantasse a quei vecchi tromboni. Finalmente un giovane coraggioso.".
Un vecchio mi disse: " Era da anni che non sentivo una voce così illuminata nel partito. Ora posso morire tranquillo.".
Dopo quella riunione, la mia posizione all'interno del partito si rafforzò ulteriormente, e, proprio per questo, il sindaco mi riconvocò urgentemente.
" Bravo" mi disse " Sai quello che dici e non hai paura di nessuno. Avevamo proprio bisogno di uno come te. Provvedo subito ad aumentarti quelle poche lire che ti passiamo per le tue consulenze, in cambio però, oltre a venire alla prossima riunione devi anche scrivere qualcosa, non so, le tue idee, vedi tu. A buon intenditor poche parole. Se seguirai i miei consigli, ben presto entrerai a pieno diritto nei quadri dei dirigenti del partito"
Per la verità, io nei quadri ci ero già stato da un pezzo. Infatti mio cugino Gilberto che era un bravo pittore, anche se dilettante, mi aveva già fatto due ritratti. Uno di questi mi raffigurava con una pipa in bocca, un gatto in braccio ed un improbabile impermeabile giallastro. Questo bel dipinto era appeso proprio sopra il caminetto, nel soggiorno, per cui, ogni sera potevo guardarmi e capire immediatamente che nei quadri c'ero già. Non dissi niente al sindaco, forse per modestia, forse per dargli la soddisfazione di essere lui stesso ad inserirmi nei quadri.
Per quanto riguarda la raccomandazione di scrivere qualcosa, non me la feci ripetere due volte, andai subito a prendere i miei vecchi libri dei temi, senza dei quali non avrei mai superato l'esame di terza media e mi misi al lavoro. Dopo alcuni giorni avevo già buttato giù più di venti pagine di spunti, idee e riflessioni, guadagnandomi così i pochi euro che il partito mi dava. Se qualcuno mi avesse chiesto di che cosa mi stessi occupando avrei avuto immediatamente il materiale da fargli vedere e nessuno avrebbe avuto niente da obbiettare. Stavo già imparando i rudimenti del nobile mestiere di politico.
La seconda riunione politico culturale alla quale dovetti partecipare trattava di argomenti economici ed aveva come titolo " L'impresa fa impresa ed il marketing fa marketing"
Io, per la verità, non ero un grande esperto di Marketing; appena lessi il titolo del convegno me ne resi conto. Non ero un esperto di marketing non perché ero schizzinoso o per motivi morali. Il marketing mi era sempre piaciuto; soprattutto da giovane ne andavo matto. Il fatto è che, quando c'era il marketing, io ero troppo giovane e non mi facevano entrare. Quando chiusero le famose "case" non ero ancora maggiorenne, e, secondo me, il vero marketing si poteva fare solo prima della legge Merlin. Quello era l'unico ed autentico marketing, ed a me era stato ingiustamente precluso. Decisi che ne avrei parlato, proprio in questi termini alla riunione. Anche questa volta il mio intervento ebbe un enorme successo. Tutti ridevano divertiti e mi davano delle grandi pacche sulle spalle. " Ah, quello di quanto devono essere lunghe le gambe. Bravo", mi disse l'onorevole Pennazza, un pezzo grosso del partito. " Sei spiritoso, simpatico, ma soprattutto coraggioso e non le mandi certo a dire, continua così e farai carriera." Ero al settimo cielo, avevo soltanto una piccola preoccupazione: come avrei potuto mantenere quel livello intellettuale anche alle prossime riunioni? Quando uno raggiunge certe vette è poi impossibile mantenere il livello a lungo.
Da allora ne ho fatta di strada. Mi sono separato da quella zavorra di mia moglie, mi sono risposato con una donna più rispettosa delle mie qualità e soprattutto più di rappresentanza e sono stato eletto deputato al parlamento con moltissimi voti di preferenza. Oggi ho un portaborse, due segretarie, una macchina bleu con autista, due amanti ufficiali e alcune altre ufficiose e moltissime di giornata. Frequento la gente che conta, Ho voli gratis, treni gratis, cure omeopatiche, psicoanalisti, prostitute e maghi gratis, spettacoli sportivi e teatrali gratis e godo di tutti gli altri privilegi della casta.
Ho capito profondamente il senso della politica, che è quello di fare qualsiasi cosa, non importava se bella o brutta, utile o dannosa; l'importante era inserire nelle attività dei conoscenti che ti dovevano essere poi per sempre riconoscenti. Non importa se per far questo si dovevano escludere delle persone meritevoli ed intelligenti. Tanto quelli, mica votavano per me, e comunque non potevano certo votarmi contro. L'importante era aiutare gli amici e tenerli vincolati in un eterno abbraccio di riconoscenza, farsi il proprio feudo per poter esercitare il potere il più a lungo possibile.
Ho imparato, come potete vedere un sacco di cose, ed acquisito un enorme bagaglio di esperienza umana, ma ahimè, temo di non aver mai più raggiunto quei vertici di intelligenza e stile che ho toccato in quella prima cena quando argomentavo sulla lunghezza della gambe dell'uomo. Questo rimane per me l'unico piccolo cruccio di una brillante carriera di politico.
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- una bella disanima psicologica di un tipo umano dominante in Italia, il materialone.
Bel testo

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