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Che cosa cazzo sto a fare sopra un ultraleggero a motore?

Per sfuggire al senso di desolazione che m'ispira la vista delle vite assurde dei conigli antropoidi, accetto l'invito di un mio amico, pilota di ultraleggeri a motore.
Salgo su una specie di trabiccolo fatto di lega di carbonio e di kevlar e decolliamo verso le nuvole, sopra le deprimenti conigliere.
Dall'alto vedo i roditori a due gambe intenti a scavarsi le loro profondissime buche.
Il mio folle sodale vira e urla come un pazzo! Woooommm! Saluta il sole e manda baci alle nuvole... è fuori come una notte all'aperto.
Sapete, è un'ottimista, uno di quelli che crepano intossicati dal monossido di carbonio e li trovano con un bel sorrisino ebete, stampato su una sana faccia rosa da cadavere consumista prematuro.
Personalmente, la sua euforia, le turbolenze, che squassano 'sto ferrovecchio volante, le virate pazze e tutto questo sentirsi sballonzolati in aria e precari mi fa venire il vomito.
Bluuurrrpppp!
Giù un bel chilo di vomito in allegria ottimistica!
Tazio - questo è l'improbabile nome del mio amico pilota di serie zeta - mi urla in faccia:
- Tutto bene? Ti stai cagando addosso, eh?
Replico gridando a mia volta, e un rivolo del mio vomito lo centra nell'occhio destro protetto dall'occhiale scuro.
- Una volta che uno è nato in Italia, è tutto un continuo cagarsi addosso, Tazio!
Come il solito Tazio, non ascolta nemmeno una sillaba di quello che gli ho detto - infatti, è per questo che siamo amici - e continua a gridare sgasando sugli orecchioni dei conigli antropomorfi:
- Abbiate gioia, leprotti! Fuori dalle tane! Ahahahahah!

Osservo la luna mattutina sopra le nostre teste e medito sulla sua parte in ombra.
Noi vediamo solo ed esclusivamente una sola faccia della Luna, quella luminosa.
Questo succede perché il tempo che la Luna impiega per ruotare sul suo asse è lo stesso di quello che ci mette per girare intorno al pianeta Terra, con l'incarico di satellite.
Questo è il fascino arcano della Luna: ha una parte che rimane sempre un oggetto misterioso.
Un tempo, quando le prime navicelle spaziali passavano "dietro" il nostro antico astro vassallo, le comunicazioni s'interrompevano, finché non riemergevano dall'altra parte.
Oggigiorno i conigli umani con la loro tecnologia avanzata l'hanno raggiunta con i loro razzi e l'hanno analizzata, fotografata e scandagliata in ogni dove.
Hanno scoperto che sul lato oscuro ci sono solo crateri desolati e mari desertici di polvere selenica, ancora più disabitati e avvilenti di quelli della faccia radiosa.
La parte in ombra della Luna è sola una metafora, baffetti deprimenti!
Già, i conigli antropici, come sentono parlare di metafore e di analogie, saltano dentro le loro tane munite di ogni agio e ci si chiudono dentro a doppia mandata!

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l'autore Mauro Moscone ha riportato queste note sull'opera

Questo è il terzo racconto del ciclo "La parte in ombra della Luna".


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1 commenti:

  • Stefano Saccinto il 13/10/2011 03:27
    Il voto che ti è stato affibbiato non rende merito al testo, considerando anche che fa parte di una raccolta e quindi andrebbe analizzato nel contesto della stessa. A me piace. È un'apertura/chiusura piena di vento e di riflessioni ventose. E le riflessioni valgono il voto: 5 stelle, per me.

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