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Ritratto di signora in rosso

Trovo sempre più difficile stendere il colore sulla tela. Ogni mia pennellata sfuma sempre nello stesso tono. Si tingono di rosso.
Finché dipingevo albe o tramonti, la cosa poteva sembrarmi normale; ma quando ho cominciato a dipingere di rosso alberi e prati la cosa non mi è sembrata più normale.
Ho dato una un'ultima pennellata al carretto seguito dal cagnolino, e anche lì è emerso quel tono rosso. Allora ho smesso per qualche giorno di dipingere.
Tutto questo è successo da quando ha fatto il suo ingresso nel mio studio Lara.
Era accompagnata dal marito, un bell'uomo, non c'è che dire; mi ha commissionato il ritratto della moglie.
Con modi gentili, cortesi mi ha illustrato sin nei minimi dettagli come eseguire il ritratto.
Mentre lui parlava, io a volte guardavo nello specchio di fronte: notavo le sue spalle, la sua folta chioma, il movimento preciso delle sue mani, e vedevo la faccia di un uomo brutto, deformata nello specchio.
La bella dama perlustrava con in mano il suo ombrellino i miei quadri; aveva un'aria annoiata. Capivo che non era interessata alla mia pittura.
Il marito continuava a parlare ed io a buttar giù degli schizzi.
Lara si ferma di colpo davanti al ritratto della mia domestica.
Non potevo cogliere le espressioni della sua faccia, ma mi sorpresi che sostasse a lungo davanti a quel ritratto.
Carmen, la mia domestica, non è affatto una bella donna, ha un naso prominente (che ho tentato di addolcire in tutti i modi), un viso lentigginoso e due occhietti volpini.
Ogni volta che si vede in quel suo ritratto mi fa sempre la stessa domanda: ma sono davvero così brutta? Ed io sempre lì a consolarla dicendole che in realtà ho dipinto l'anima non il corpo.
In realtà ho dipinto il corpo, anche perché non vedo l'anima. Ed io dipingo solo ciò che vedo.
L'ho ritratta a figura intera, seduta su una sedia mentre sbuccia le patate.
Ho messo in risalto il movimento delle gambe, la loro rotondità, anche se coperte con un panno grossolano, dalle forti tinte verdi.
Ho fatto in modo che la gamba sinistra s'allungasse in avanti, e prendesse una postura innaturale.
Le ho fatto indietreggiare la destra sotto la sedia per stare più comoda, mettendo in primo piano il ginocchio su cui si concentrava la tensione nervosa del peso del corpo.
La coscia destra risaltava con maggior evidenza, e lasciava che le pieghe del vestito scendessero come un'onda giù fino all'inguine.
Erano proprio quelle increspature a dare un certo rilievo alla sua figura; a concentrare l'attenzione là in mezzo: ed era così che avevo reso una donna scialba e priva di ogni attrattiva in una figura desiderabile.
E credo che a questa conclusione fosse arrivata Lara mentre rimaneva assorta davanti al dipinto.

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2 commenti:

  • gina il 05/01/2012 23:30
    Ho cominciato a leggere per caso e son dovuta arrivare in fondo al racconto, trascinata dalla descrizione della pittura, colori ed emozioni su tela, piaciuto!
  • Michele Rotunno il 29/10/2011 19:10
    In simili circostanze ogni commento diventa superfluo, valgono per tutti i complimenti per un lavoro piaciuto.
    Ciao

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