Accese la torcia e iniziò a rovistare tra i vari oggetti che riempivano il capannone dietro casa sua. Una bici con la ruota sgonfia, una sega, un tosaerba, un martello. No, non c'era. Uscì e salì in casa. Cucina, camera da letto, bagno, veranda, guardò dappertutto ma niente. Non era neanche lì.
Voglio essere felice, voglio riuscire ad avere una vita felice.
La voce dentro la sua testa lo spingeva alla ricerca e lui, come un tossicodipendente che non trova la siringa, obbediva ai suoi ordini. Era schiavo. Iniziò a rendersene conto quando si sedette all'ombra di una betulla. Aveva appena acceso la sua sigaretta quando iniziò a ragionare.
La felicità? Perché io dovrei mettermi a cercare la felicità? Perché devo sprecare le mie energie per soddisfare una presunta voce che comanda da diversi anni il mio corpo? La felicità è un'illusione, non esiste. Esistono solo dei momenti che ci fanno sentire felici, momenti in cui sentiamo ricambiati i nostri sentimenti, quando possiamo condividere le nostre emozioni, quando raggiungiamo gli scopi che ci siamo preposti, quando insomma si verificano le nostre attese. Puoi essere felice se segni una rete in una partita a calcio, se vinci l'Oscar, se riesci a divertirti con i tuoi amici, se uno spettatore ti fa i complimenti per una poesia. Per essere felice basta avere tanti sogni, basta fare un po' di fatica, e se ti dovessi accorgere che un tuo piano è fallito, potrai essere felice di poter impiegare più forze in un altro.
Spense la quarta sigaretta contro il palo della luce. Aveva dei sensi di colpa, fumare troppo fa male, ti verrà il cancro ai polmoni, ma Gianni era felice, probabilmente era la prima volta che sentiva una simile allegria. Era la prima volta che si liberava dai dettami della sua morale.