racconti » Racconti brevi » Tutto scorre(nulla cambia, o forse si?)
Tutto scorre(nulla cambia, o forse si?)
Tutto scorre, cambia, si trasforma.
Eraclito nel suo filosofare avrebbe detto :- Panta rei.-
Io, ovviamente, non sarei degna di reggere un simile confronto.
Mi limiterò a parlare "nella mia lingua", consapevole che qualsiasi sia il risultato, interesserà a pochi.
Mentre scrivo, è Domenica pomeriggio, un flebile raggio di sole filtra dalla finestra, il vento soffia freddo sulle foglie di una vecchia pianta.
Matteo è ancora in ospedale, a lottare contro un'infezione micotica nel sangue.
Io resto ferma, mentre il fiume scorre.
Scorrono i titoli del telegiornale, parlano della "fine".
Scorre l'acqua del rubinetto in cucina, è ora di pranzo.
Scorre il mio pensiero, che si fa spazio tra la confusione, e varca i confini dell'infinito.
Tutto si muove, ma resta fermo.
Un po' come me, che per ogni passo in avanti, ne faccio tre indietro, restando incastrata in una ragnatela.
Se qualcuno mi chiedesse di stilare un elenco delle cose giuste fatte in questi ventitrè anni, non sarei capace. Non credo sia un problema di scarsa auto-stima, sarebbe la spiegazione più ovvia, ma non la più giusta.
Per me, FARE BENE, vuol dire agire nella convinzione del giusto.
Compiere IL GIUSTO, significa raggiungere l'obiettivo della propria serenità, rispettando quella dell'altro.
Non credo di esserci mai riuscita, non ho mai agito prescindendo dalla volontà altrui e dal giudizio che potessero esprimere.
Non si tratta di entità astratte, o magari lontane dal mio vivere quotidiano.
Il confronto con chi ti ha dato la vita è naturale, la lotta con costoro, innaturale.
Io vivo da anni nell'anomalia di chi non si riconosce negli occhi, e nel fare di coloro che l'hanno generata.
Un duro colpo, questo, per chi come me, deve essere riconoscente il doppio ad una madre che ha fatto la scelta coraggiosa di mettermi al mondo. Una madre che mi a reso conforme al proprio concetto di autonomia, la stessa che non accetta chi sono davvero. Tutto, tranne quello che lei avrebbe desiderato.
Mio padre, poi, lasciamo perdere!
un misto tra :Psicologia spicciola e accuse di demenza nei miei confronti.
Sintomi chiari di chi vorrebbe provare a capirci qualcosa, ma non ci riesce, perchè troppo legato ai propri schemi.
Ormai neppure i litigi servono a raggiungere un accordo.
Quando le parole non fanno effetto alcuno, ecco che qualcosa cambia!
iniziano i silenzi, si cerca invano di trovare protezione in quel vuoto, che prima o poi ti porterà a stare peggio.
Ti fa diventare un estraneo, qualcuno da tenere lontano dal fiume che scorre con prepotenza.
La persona fragile, che non riuscirebbe a restare a galla, ma anche colei alla quale omettere, perchè non hai mai nuotato insieme a loro e di sicuro avresti da ridire.
Tutte le volte che ho provato ad entrare nel loro micro- cosmo e viceversa, i risultati sono stati disastrosi. Ad un certo punto mi sono chiesta, per quale motivo si ritenesse vitale questo meccanismo. in fondo è del tutto Normale, che prima o poi, avvenga il distacco tra i "due Mondi".
Ecco, il punto è proprio questo:IL NORMALE! Sinceramente non ho ancora capito che cosa sia davvero, ho inteso soltanto che per molti, dipende da quello che la maggioranza sceglie come giusto. Nulla di più che semplice convenzione, da attuare per sentirsi apposto con la coscienza.
Tutta questa confusione di termini, si specchia perfettamente nel pratico, e perciò succede che:
Sono disabile, ma non troppo per non esserlo del tutto.
Devo studiare per avere un impegno, ma non per fare in modo che i libri possano "influenzare".
Devo scegliere io, ma accettare le decisioni prese, alle mie spalle, perchè quelle faranno la differenza.
Debbo essere felice, ma accettare il compromesso.
Potrei continuare ancora per molto, ma non credo sia rilevante.
Non è puntare il dito, ma soltanto scrivere per capire, capire per fare, fare per cambiare.
Il punto è che mentre io sono ferma qui, su questa realtà, sulla mia verità, tutto scorre!
La vita procede, senza che io riesca a prenderla in mano, a modellarla.
Non la sento mia. Non è mia neppure la voce che proviene dalla stanza accanto, che convinta della mia indifferenza parla, progetta!
Oh! Sta squillando il cellulare, chissà che non sia Matteo! Mi darà buone notizie?
Chissà se prima o poi, il fiume scorrerà per cambiare rotta.
12
un altro testo di questo autore un'altro testo casuale
1 recensioni:
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0