Si fermò un attimo.
Si prese fra le mani la testa che gli pareva scoppiasse.
Sigmund Freud, forse lui, avrebbe capito più di ogni altro uomo, come si sentiva in quell'istante il suo io più nascosto.
La rabbia e l'amarezza gli scalpitavano nelle viscere come una mandria di cavalli imbizzarriti.
Si sentiva come terra martoriata dalle infinite calamità naturali.
L'esplosione a cui aveva assistito era stata violenta.
"Questi imbecilli di uomini non capiscono un cazzo".
"Sono belve che ammazzano i loro simili come carne da macello".
"In nome di un Dio che di violenza non ha nulla".
"In nome di un Dio che conosce solo amore".
"Bastardi uomini!"disse.
E si allontano in lacrime...