racconti » Racconti brevi » La forza del sentimento... muove
La forza del sentimento... muove
L'ultima volta che ho dato un'occhiata fuori dalla finestra, era una Domenica pomeriggio di un mese fa, Novembre!
Quella vecchia pianta, era come impazzita!
Mi ricordo che il vento soffiava così forte da far quasi paura, impetuoso, travolgeva qualsiasi cosa osasse sfidarlo!
Turbò persino me, che avevo altro di cui occuparmi!
Con prepotenza irrompette in quella stanza, come se dovesse dirmi qualcosa di molto urgente!
Non mi curai di quel fruscio. Chiusi le tende, e mi richinai sulla tastiera del computer. Parlavo di me, di come mi sentissi estranea a quel "divenire".
Tutto si muoveva, ma nulla era sincronizzato alle mie volontà.-Almeno così sembrava-.
Da quella Domenica è trascorso più di un mese, è quasi Natale.
Mi ritrovo dinanzi a quella stessa finestra, il vento si è fermato.
Osservo quella stessa pianta, la trovo invecchiata, indebolita.
Le foglie sono flaccide ed umide, ha appena smesso di piovere.
La strada è bagnata, le luci del negozio di fronte, accese.
Io, seduta alla scrivania, mi sto chiedendo se quella pioggia volesse urlarmi qualcosa che non ho colto.
Voglio assicurarmi di non fare lo stesso errore di un mese fa.
Col senno di poi, posso dirlo:Quel vento, stava lavorando per me!
Soffiò per più di due ore, fuori, tutto era in subbuglio.
Fu in quel Caos, che ritrovai un po' di ordine!
Nelle ore che seguirono, appresi una delle notizie più belle che mi potessi augurare di ricevere. Matteo, era ritornato a casa!
Dopo ventisei giorni di dura battaglia, trascorsi in ospedale, ce l'aveva fatta!
Ormai non ci speravo più!
Tutto sembrava remare contro ogni possibilità di ripresa!
Quando lessi, quelle parole, non sapevo se ridere o piangere.
Per paura di non riuscire a far esplodere ogni granello di quella gioia, che mi stava attraversando le vene, iniziai a fare entrambe le cose.
Il miracolo era avvenuto!
Il primo gesto che mi venne spontaneo compiere, fu quello di chiamare Aurelia!
Una ragazza straordinaria! La definisco tale, senza voler fare retorica. La sua particolare sensibilità, è un dato oggettivo.
L'ho conosciuta in un pellegrinaggio a Lourdes, era il mese di Settembre!
Per lei, era la prima volta. Io, ci ritornavo dopo una lunga pausa di otto anni.
Quello che insieme abbiamo condiviso, in poco più di una settimana, non voglio raccontarlo ora! Si tratta solo di scelte.
Ometterei sicuramente qualcosa, e non ho voglia di trascurare alcun particolare.
Quello che ora mi accingo a sottolineare, è ciò che in questo momento mi preme descrivere!
Sono convinta, che il nostro rapporto fosse destinato a crescere, doveva arrivare al punto in cui è oggi!
Un'amicizia acerba che vuole solo manifestarsi, nei gesti più semplici, senza alcun "perchè".
Quella sera, quando la chiamai, era felice!
Lo era per me e per Matteo, un ragazzo di cui le avevo parlato, ma che ancora non conosceva.
La proposta che da lì a poco mi avrebbe fatto, sarebbe stata la prova d'affetto più grande!
Si rese disponibile ad accompagnarmi ad Avigliana (TO), L'ho avrebbe fatto anche in quello stesso momento, se glielo avessi chiesto.
Non me la sentii d'approfittare! Partimmo quel fine settimana, era il diciannove Novembre, due giorni dopo il mio ventitrèesimo compleanno.
Quella donna, che neppure conoscevo bene, dette priorità alle mie esigenze!
Lei, ancora non lo sapeva, ma con quel gesto d'amore stava regalato qualcosa di grande!
La SPERANZA, che avrebbe viaggiato in una duplice direzione!
Il treno su cui salimmo partiva il Sabato sera alle h21:09, dalla stazione di Aversa.
Avremmo dovuto viaggiare l'intera notte!
Ormai pochissimo, mi separava da un nuovo abbraccio con Matteo.
Stavolta, avrei potuto viverlo per qualche giorno in più, nella sua casa e tra le sue abitudini.
Quella notte non fu insignificante.
Qualcos'altro stava per accadere...
Arrivate nel nostro vagone, cercammo i posti indicati sui biglietti, e ci accomodammo.
Fu in quel momento che sentii fischiare, le porte si chiusero, e il treno partì.
Un altro passo verso la meta era stato compiuto.
Non feci neppure in tempo ad assaporare quella magnifica sensazione, che una voce mi distolse!
Era quella di una donna, corporatura robusta, capelli biondi.
Con accento Romano, si rivolse a noi, e disse:-" Potreste uscì n'attimo? Devo sistemà lui, poi rientrate"- Mentre lo diceva, indicava un uomo altrettanto robusto. Era seduto su di una carrozzina.
Io mi alzai, e con l'aiuto di Aurelia, mi spostai nel corridoio del treno.-Avevamo già superato la stazione di Latina-.
In qugl' istanti pensai:-"Anche lui va dove vado io"! Come se lo conoscessi, come se qualcosa ci accomunasse, e non era solo la disabilità.
Più tardi, tra una chiacchiera ed una risata, compresi il motivo che spingesse una madre ed un figlio, ad unirsi in viaggio. -Di notte, tra l'altro-
La passione per la Juventus!
Quella madre ormai settantenne accompagnava- non solo quella sera ma da anni-il figlio, a vedere la partita!
Mi ricordo che esclamai, in silenzio, qualcosa del tipo: " che coraggio"!
Per me era assurdo, fare un sacrificio di quel calibro, solo per vedere un pallone "saltellare" in un campo!
Più tardi, però, capii!
Compresi, che quella donna per il figlio, aveva lo stesso "ruolo" che Aurelia rappresentava per me!
Quel pallone, era per quell'uomo, ciò che Matteo significava per me!
La forza del sentimento, fa raggiungere mete inaspettate!...
Intanto, tutti si erano appisolati, mentre io, contavo le ore che mi separavano da lui!
123
un altro testo di questo autore un'altro testo casuale
0 recensioni:
- Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
Effettua il login o registrati
Anonimo il 17/12/2011 20:33
penso che questo tuo raccontarti così senza filtri sia un toccasana sia per te che per noi! complimenti!
Anonimo il 16/12/2011 20:55
Idem.. nel senso che non posso fare altro che complimentarmi assieme agli altri autori qui presenti
- un modo di scrivere, raccontare, semplice e incisivo, diretto! mi piace, rendi bene l'idea, emozioni! non è da molti.
- non trovo le parole adatte amica mia per commentare... dico solo... mi sono emozionato...
Anonimo il 15/12/2011 11:45
Eh già, una bella riflessione in questo racconto che può davvero essere il seguito di quello nel quale parlavi del Panta Rei... non ricordo il titolo.
Mi piace questo tuo rivolgerti agli aspetti intimi, esistenziali piuttosto che a quelli esteriori o estetici... forse perchè io lo faccio poco, tranne nel mio ultimo racconto. In genere nei miei racconti è la storia di fondo che la fa da padrona e, per carattere, invidio sempre, in senso buono ovviamente, che fa cose che io non so fare... quindi ci proverò anch'io a scrivere qualcosa che analizzi la parte spirituale, interiore, esistenziale. vabbè... discorso lungo... ciaociao.
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0