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Ossigeno e Idrogeno
Un autobus li portò fuori città e raggiunta la campagna, camminando fra i campi in una stradina di ghiaia mentre si avvicinava mezzogiorno e il relativo languorino, l'insegna di una locanda che gli si parò davanti agli occhi divenne calamitante ;
C'erano i tavolini con le tovaglie a quadretti bianchi e rossi, il menù non era ricchissimo, ma tutte cose dall'infallibile gusto del nostrano e mentre la locanda cominciava a riempirsi e il sangiovese amabile a mischiarsi col sangue, un menestrello trasandato imbracciava la chitarra su un rialzo del pavimento adibito a palchetto; era di chiare origini partenopee e alternava canzoni delle sue parti a quelle tradizionalmente locali per coinvolgere i commensali... dopo la più classica delle romagne mie eseguì un bel brano di Teresa De Sio,"voglia 'e turnà"
Il menestrello coadiuvato dal suo aiutante, il vino, riuscì anche a convincere i due "viandanti" a cantare... si improvvisarono in una "sei ottavi" di Rino Gaetano...
Dopo il pranzo si riposarono nel giardino sul retro della locanda, era estate, ma fra le fresche fronde degli alberi stavano benissimo e si appisolarono vicini.
A occhi chiusi i contatti fortuiti della loro pelle creavano lampi d'immagini di cataclismi astronomici, supernove che collassavano su loro stesse formando buchi neri, meteore illuminate di viola incandescente , albe e tramonti, di lune, pianeti e di soli... Era il sentirsi parte dell'universo dopo molto tempo.
O forse era l'inconscio... e quegli sconvolgimenti astronomici erano un'immagine dello scontro fra illusione e realtà, e come un contrattempo che arriva a guastar la festa sul più bello si faceva largo nelle loro menti, a ricordar loro che la vita vera non era quel giorno, quel giorno era solo una piccola parentesi...
Infatti quando lui si svegliò con quel batticuore tipico del soprassalto dopo una pennichella improvvisata, incrociò lo sguardo di lei che era seduta sul pavimento appoggiata al muro...
Non ci fu bisogno di parole per capire a cosa stessero pensando, mentre una flotta di nuvole arrivava a ingrigire il pomeriggio.
Nella mano un cellulare, il messaggio chiedeva spiegazioni, prometteva e chiedeva scuse...
Durante il tragitto che riconduceva i due ragazzi al treno lei raccontò del suo allontanamento da casa... Lui che fino a poco prima aveva sperato che quell'anello al dito fosse pieno d'incrinature, di fronte alla vera amarezza che c'è in un matrimonio che non funziona era disarmato e ora con la contraddizione nel cuore si augurava che la ragazza al ritorno a Roma riuscisse a rimettere sui binari la sua relazione... Lei con la sensibilità più pura per non ferire il ragazzo, ma anche per non passare da una poco di buono che tradisce il marito disse: << se rinasco vorrei essere un vegetale, un filo d'erba su di una vetta nel Tibet, così non faccio soffrire nessuno e non soffro io, e sarei invulnerabile dagli agenti atmosferici e dalle persone. Verresti a trovarmi lo stesso? >> e salita sul vagone sparì all'orizzonte sul treno della notte, il treno delle conseguenze.
Il filo d'erba mosso dal vento sembrava danzare quando il ragazzo riprese conoscenza dopo quell'elettrico flash back, non era arrivato fin lì per fuggire dai demoni che lo tormentavano, ma solo per avere ancora a che fare con lei e l'unico appiglio era quella frase rimasta sepolta nella mente, era tornato a trovarla.
Il lume della ragione tornava piano piano... Robert capì che toccando quel filo d'erba durante la sua passeggiata pomeridiana era caduto con la mente in un tremendo buco spazio temporale e di aver rivissuto una sua vita precedente; le canzoni, la coscienza da cattolico e i nomi delle città apparsi nel flash back gli suggerivano che probabilmente quello stralcio di tempo era accaduto in Italia, ma lui viveva alle appendici del Tibet... Un po' sognante e inebetito, ma leggero come se stesse levitando tornò sui suoi passi, il sole calava e prima che fosse notte era rientrato nel suo laboratorio di chimica ad osservare al microscopio il suo spettacolo prediletto: il legame covalente nella molecola dell'acqua.
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l'autore Bob di Twin Peaks ha riportato queste note sull'opera
seconda parte
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