Vorrei dire alcune semplici cose.
La poesia è per me un mezzo di comunicazione. Nasce dall’esigenza di esprimersi e comunicare agli altri, non a caso usa il mezzo del linguaggio, parole scritte sulla carta o veicolate nell’aria.
Un grande personaggio che unisce doti di bellezza, arte e comunicatività può essere amato da un grande pubblico. Ma per raggiungere il cuore di una sola persona non è necessario essere grandi poeti. Accanto ad una grande opera sinfonica ci può essere la piccola canzone.
Una pagina bianca e vuota può apparire ostile e disorientare chi, non ritenendosi poeta, e non possedendo una forte ispirazione e vere e mature capacità poetiche, come nel mio caso, si accinge a comporre, al contrario una forma particolare di composizione come l’acrostico, può aiutare nel suo schema già predisposto e vincolante a stimolare e sviluppare immagini. Come se invece di avere di fronte una tela bianca un pittore mi mettesse davanti ad un disegno al quale aggiungere solo i colori.
La poesia secondo me può essere vista come il luogo dell’umano spirito in cui esercitare come in una palestra le nostre doti di sensibilità e immaginazione.
Tutti abbiamo delle possibilità, come nel volo delle formiche alate in cui una sola raggiunge la regina ma tutte le altre hanno il diritto di lanciarsi nel folle volo, di provare, di sognare. Un volo goffo ed incerto non è meno nobile del più riuscito. Quindi per me è un laboratorio aperto a tutti, dove l’essenza più vera dell’uomo, quella che parla con l’Universo, si esprime.
Dicono I KING: “Cielo e terra determinano la scena, ed i mutamenti si compiono in mezzo ad essa. L’essenza compiuta dell’uomo, che durevolmente si mantiene, è la porta d’entrata del Senso e dell’equità.”
“Il creativo conosce mediante il facile.
Il ricettivo può mediante il semplice”.
E quindi da ciò anche la poesia.