In un paesino che corona fa ad un monte incappucciato di bianco e sovrastato da un cielo brume e silenzioso, viveva Pinuccio, un bambino vivace e molto carino.
Il signor Dicembre dalla candida chioma e dalla lunga barba, accusava già dolori in ogni dove; ma prima di cedere il passo al piccolo e prepotente Gennaio, aveva un bel da fare con le sue festività natalizie.
Questo signore che, nonostante gli acciacchi dell'età, si mostrava sempre lindo e punto e ben distinto; conosceva Pinuccio ormai da vari anni, ed anche allora, dunque, voleva aiutarlo a fare il presepe.
I due s'incamminarono un po' fuori paese per raccogliere del muschio ed un po' di legna. La legna serviva a fare la grotta per la Sacra Famiglia e le montagne; il muschio a coprire il tutto.
Pinuccio aiutato dal padre e con l'assistenza non solo morale del signor Dicembre, su di un vecchio tavolo, al ritorno dalla vicina campagna, si metteva alla messa in opera. Man mano si profilava un bel paesaggio, onde non mancavano le stradine, fatte con della farina e dei ciottoli piccolissimi; un bel fiume, fatto con carta azzurra coperta con dei cocci di vetro ed infine un bel laghetto, fatto con un coccio di specchio e con a fianco un mulino di carta.
Il presepe era pronto, ma mancavano le figure, dette anche pastorelli; il padre di Pinuccio, che li teneva ben custoditi in una vecchia scatola li portò alla luce. A quei tempi, i pastorelli erano di terracotta e quindi capitava sempre che qualcuno si rompesse o si mutilasse. Il bambino, che non spiccicava una parola d'italiano, mortificato mostrò al padre e al signor Dicembre l'asinello e disse:
- A chistu e manca a capa, comma avimmu fa?
E il signor Dicembre:
- Non piangere, a tutto c'è rimedio, se ne compra uno nuovo!
Così replicò anche il padre, tra l'altro in altre occasioni molto burbero e manesco, ma davanti ad un signore così distinto ed in occasione delle imminenti festività natalizie, teneva un controllo di sé lodevole.
La cosa si ripetette allo stesso modo per alcuni altri pastorelli, ai quali mancavano o il piedino, o il braccino, oppure addirittura spaccati a metà.
L'orrore per Pinuccio fu il non trovare affatto una delle figure più importanti, il Bambinello; fra i singhiozzi ed a fil di voce borbottò:
- Oh che guaiu, oh che guaiu! A ro sta Gesù?
Lo calmarono allo stesso modo di prima e cioè, promettendogli d'andarlo a comprare.
Così s'avviarono tutti in piazza, onde proprio di fronte alla statua marmorea del Santo patrono del paese c'era un piccolo negozio di merce varia.
La merce era sparsa alla rinfusa, ma i pastorelli erano tutti in bella vista; con solo dieci lire si poteva comprare la maggior parte di essi; solo Gesù Bambino, la Madonna, San Giuseppe ed i Re Magi, essendo anche un po' più grandi e smaltati, costavano quindici lire, mentre le pecorelle a sole cinque lire.
Quindi comprarono i pastorelli necessari, in più l'occorrente per l'illuminazione ed alcuni effetti speciali, come il fuoco acceso nel camino e la fornace per le caldarroste.
Ritornando a casa si misero all'opera collocando tutti i pastorelli ed impiantando l'illuminazione.
Con l'intervento del signor Dicembre gli fu dato quel tocco magico, che lo fece diventare agli occhi di Pinuccio il più bel presepe del paese.