Lei statuaria, con i piedi nella sabbia;ad ascoltare quel canto monotono, che solo il mare sa esprimere. Capelli biondi color buccia di melone. La pelle legermente abbronzata. I suoi lineamenti di una perfezione esaltante. Un leggero broncio traspariva nel suo sguardo insonnolito. Una tiepida brezza alzava i suoi capelli a piccole ciocche, dispetti di un vento con poco fiato. Il naso all'in su' come i suoi seni. Non ho abbastanza maestria per descrivere il repentino susseguirsi di sensazioni che la venere mi trasmetteva. Un attimo, i nostri sguardi s'incrociarono. Mi sorrise. Il cuore mi batteva cosi forte nella cassa toracica; come se ne volesse andare, Il cervello dette il comando alle gambe di muoversi ma queste stentavano. Mi ricomposi e mi avvicinai. Dopo i convenevoli, che mi fecero riprender fiato, lei mi disse:che ne dici se questa sera ci vediamo il tramonto assieme? La risposta fu ovvia. Nell'andarmene inciampai su sdrai ombrelloni vecchie e bambini. Lei se ne accorse ma sorvolo'. In quel spazio di tempo che mi separava dall incontro, non vi sto' a raccontare quanto amavo la vita, gli animali, gli insetti, i fiori e le spine. Tutto mi era simpatico. Verso sera il sole ritardava ad andarsene. Mi era complice. Non potevo chiedere di piu'. Parlammo a lungo. Fra di noi era un intesa di sempre. Un ultimo spicchio di sole. Il mare si fece silenzioso. Lei prendendomi per mano mi chiese di baciarla. Un tonfo, un dolore lancinante. Mi ritrovai giu' dal letto inebetito. Sentii una voce: Claudio va a lavorare e' tardi.