Stavano lì, uno di fronte all'altra, dopo un insignificante diverbio che confermava un'altra volta le loro differenze di intenti.
Lei stringeva i pugni delle mani e le sue unghie si infilavano nella carne dei suoi palmi procurandole una specie di pizzicore intenso.
"Ti chiedo di perdonarmi, anche se capisco che tu l'abbia già fatto. Ti chiedo di perdonarmi per tutti gli sbagli che ho commesso, perché anche se mossa dai tuoi comportamenti poco flessibili e decisamente irritanti, ho sbagliato da sola. Ti chiedo di perdonarmi soprattutto perché è la prima volta che spoglio la mia coscienza di fronte a te. Ho sempre accettato i tuoi perdoni semplicemente trovando rifugio nelle tue braccia, ma non ti ho mai realmente chiesto scusa, e tu non hai mai realmente detto ti perdono"
Lui la guardava con quella tipica aria scocciata che lo contraddistingueva in tutte quelle circostanze nelle quali gli argomenti trattati diventavano più spessi e profondi. La sua espressione sembrava rassegnata, come a farle capire per l'ennesima volta, che lei non aveva capito niente. Lei nemmeno aveva bisogno di guardarlo per saperlo.
" So che non mi risponderai forse, ma so che mi devo assolutamente liberare di questo peso. Sono anni che lotto per riaverti, sono anni che inciampo e mi risollevo con le mani sanguinanti sporche di terriccio. Sono anni che patisco nel silenzio della mia casa il dolore di averti perduto come compagno e di averti come amante. Anni che vivo di speranze. Anni in cui non ho mai perso la voglia di lottare per recuperare. Anche se sapessi che questa lotta potrebbe portare a niente io continuerei a combattere, o il pensiero di non viverti mi toglierebbe il respiro, la voglia, l'amore.
La vita."
Prese fiato e continuò
" Ti chiedo di risparmiare la mia vita. Perdonami. Cominciamo una novità, senza cancellare nulla. È più difficile, lo so. Non voglio ricominciare, ma cominciare una nuova storia, un nuovo libro per noi. Per farlo ho bisogno che tu dica che mi perdoni. Io ti ho già perdonato. Ma siccome non te l'ho mai detto te lo dico ora: Io ti perdono."
Abbassò gli occhi e vide svanire le parole che avevano preso una forma. Ancora una volta senza esser state udite si allontanavano propagando il suono dei suoi pensieri nel vuoto.
Alla fine di quelle discussioni senza soluzione lei non riusciva mai a chiedere di poter avere il suo perdono. Aveva paura di sentirsi rispondere con un "no".
E allora lo abbracciava e faceva finta di niente. La recita continuava, la loro vita no.