Mi sono accorto di aver definito le mie allieve, PULCI! E devo, come è d’obbligo darvene una spiegazione:
sono Pulci perché Saltano, saltano di gioia quando sono felici, saltano per la rabbia quando gli va giù dura la vita, saltano i pasti, nella stupida anoressica ricerca del “fisico”;
saltano le lezioni, credendosi furbe, saltano i preliminari con i galletti della scuola credendosi già
donne fatte!
Insomma le vedi saltellare da un canto all’altro sempre ipertese, ipertoniche, parlano a scatti,
scrivono sms sempre più corti e criptati, e talvolta mi mettono le k e i nn nei compiti in classe!
Ed io, io come il domatore di pulci dei circhi di beneandata memoria, cerco di tenerle a freno,
cerco di dialogare con loro mettendomi a loro livello, cerco di conoscere la loro musica, i loro
idoli sportivi e non, cerco, in buona sostanza di fare il mio dovere, essere a disposizione delle mie
piccole PULCI non solo per parlar loro di Leopardi o Foscolo, ma anche quando vogliono saperne di più sull’Eutanasia, sulla Guerra o sull’Infibulazione!
Ho litigato più che ferocemente con la Signora Preside, perché secondo lei vado oltre ed al di fuori del mio compito istituzionale; devo attenermi al programma d’istituto e PROSIT!
Ma io seguo il mio cuore, e lui, il piccolo muscolo ormai sclerotizzato dall’età e dalle molte coltellate ricevute, mi dice che ho ragione io, che è giusto che le Pulci abbiano uno straccio di confidente, un punto di riferimento quando si sentono in alto mare.
Le guardo, quando in gruppetti disomogenei, chiacchierano del più e del meno, le sigarette a stento
nascoste, il fumo sbuffato fuori velocemente e in modo ridicolo.
Le guardo, quando fanno il filo ai Bullibelli, durante la pausa, tutti ammassati al “bar” della scuola.
Le guardo, quando riflettono su cosa scrivere nel tema, senza dire troppe sciocchezze ed evitando l’uso di parole che poi io, potrei chiedergliene ragione.
E quando non saltano, sono come un ruscello che senza pendenza, scorre in modo lentissimo, a volte le vedo lì, appoggiate alla parete del corridoio, una piccola lacrima stilla da quegli occhi non del tutto bambini ma non ancora adulti. Un’altra offesa ricevuta, un’altra delusione, un altro sogno infranto, e sono ancora così giovani ma sembra che il peso della vita le abbia già schiacciate.
E quando posso, quando me lo consentono, allora cerco di farle divertire, di farle sorridere, le invito a saltare, sì a saltare, è una terapia utile, scaccia la frustrazione e libera la mente dalle pastoie del dispiacere, potrei stimolarle a STRILLARE, ma pensa un po' la Preside! E allora salta, salta pulcettina, che la fine della scuola è vicina!!!
Salta, salta nel mondo con tutta la tua forza e tutta la tua voglia di vivere, salta PULCE!!!