Solo un lento accavallarsi di momenti consequenziali, di appunti scarabocchiati e mai trascritti all'ombra delle lancette di un orologio fermo da troppo, troppo tempo. Come per un bizzarro scherzo stampato su FR-4 (a prova di ricordi incandescenti) non siamo che in corsa per una firma con tratto più pesante delle altre, un lascito per la polvere e l'oblio. Per una fotocellula più sensibile, per un lampione in mezzo ai fumi di scarico di bollette e uffici.
Persi in cimiteri di catodi, a sviscerare la semantica di un'oppressione insostenibile. Intanto il Sole perfora le retine, rende ciechi e richiude i lucchetti.
Ma adesso è notte e piove, è tempo di accendere il televisore ed andare al lavoro.