Sai, è l'Imprevedibile; ogni giorno ha in se l'inaspettato, se ti sembra sempre uguale è perché è quello che vuoi. Uguale non lo è mai, assicurato: dimmi un po' se in fondo in fondo non lo sai. E non è così male, dai! taluno è più speciale, semmai; -dovremmo sempre permetterlo e vivere - è questo che a me stuzzica del domani, lo aspetto; e ciò implica nell'oggi una logica di tutto rispetto, l'inatteso che domani potrà stupire. E non mortifica l'esistenza in rigidi assetti di dati, anzi penso l'amplifichi in ripiani sincopati, le dia respiro, rendendola unica: imprimendole ogni ora un senso, caoticamente la magnifica ripartendola in infiniti cassetti. Una poesia, che vuoi che sia una poesia è ordine e disordine, è consueto miracolo, è quello di cui sto parlando, è senno nel caos (matematica nella follia) cuore nel vento: ciò che sento in uno ed in un solo momento, una stufa nel silenzio. E nel frattempo, l'indole misura, secondo dopo secondo, giustamente maniacale, soffoca e talvolta reprime. Ognuno ha la sua cura, non uno la dimensiona e seleziona, la spezzetta e raziona, prevedibilmente la fa quadrata. È spesso il mio caso? Di rado è il tuo? Io piuttosto direi... procedere a caso e monitorare l'insieme, Uomini, animali che si fanno Dei: non radunare ogni momento e non lasciarlo fuggire, non arrivare per forza presto per l'ennesimo ritardo, non darle ordine e lavoro, ma restare diversamente ogni giorno se stessi e per sempre nessuno come quando saetta un dardo. Scolpire il tempo fugace di sangue rappreso; io almeno ci provo e, con modesto e pigro decoro, credo oggi che incanutendo mi rinnovo.