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La stanza di Ingrid
Ingrid adorava la sua stanza…l’aveva sempre considerata il suo nido, il suo regno.. un posto dove niente e nessuno poteva arrivare a sfiorare la sua intimità. Detestava il fatto che qualcuno entrasse mentre era raccolta nei suoi pensieri e nei suoi sogni da adolescente…adorava la sua stanza soprattutto quando era immersa in totale solitudine. Quella mattina la sveglia.. che ogni giorno in una maniera che si potrebbe definire implacabile la destava dal suo sonno profondissimo, decise di tacere. Fatto sta che dovette intervenire la mamma per strappare Ingrid dai suoi dolci sogni…”Hei.., dormigliona…. proprio non vuoi saperne di aprire i tuoi occhietti oggi?”.. e di conseguenza spalancò la finestra facendo irrompere prepotentemente nella stanza un raggio di sole che colpì Ingrid in pieno viso. “Cavolo mà…. non hai un po’ di umanità.. che ti costava lasciarmi cinque minuti altri..?” E con aria imbronciata tirò le coperte fin sopra la testa cercando disperatamente di recuperare qualche minuto altro di sonno. Ma la mamma con passo felpato gli si accostò e iniziò a solleticarla d’appertutto fino a rendere inutile il disperato tentativo di Ingrid di recuperare un altro po’ di sonno. Quindi decise che era il caso di alzarsi e di rivestirsi in tutta fretta considerando che fra una mezz’oretta circa doveva prendere l’autobus per andare a scuola. Scese in cucina e venne avvolta subito da un odore intenso…. sua madre aveva appena ultimato la cottura in forno di una strepitosa torta di mele e quindi quello era sia per le narici che per il palato di Ingrid un richiamo irresistibile. Addentò una bella fetta di torta associata ad un tazzone di latte, poi dopo aver sbrigato le sue ultime formalità diede un bacio alla mamma e uscita da casa si avviò verso la fermata dell’autobus.
Ingrid era una ragazza molto carina; aveva compiuto da poco 17 anni e quindi era ancora in fase adolescenziale ma questo non le impediva di essere una ragazza molto saggia e ovviamente molto dolce e sensibile. Tuttavia lo stesso non si poteva dire delle sue compagne di classe.. o meglio, di alcune,,,; erano gelosissime del suo modo di fare che naturalmente attirava sempre l’attenzione dei ragazzi sminuendo ovviamente le caratteristiche delle altre ragazze. Inoltre Ingrid era ben voluta perché riusciva a parlare e ad esprimersi con una dolcezza e una pacatezza che ammutoliva chiunque. Per farla breve Ingrid era la reginetta della classe e questo naturalmente aveva i suoi bravi pro e contro. Tuttavia non aveva contro tutta la parte femminile della classe; vi erano anche ragazze che la stimavano e che cercavano di osservare attentamente il suo modo di fare in modo da poterne prendere esempio.
Un giorno un ragazzo della sua classe arrivò a scuola con gli occhi umidi di lacrime; i compagni naturalmente ne chiesero subito la ragione e il ragazzo rispose che suo padre era sofferente di cuore e che quella mattina aveva avuto un attacco cardiaco ed era stato trasportato d’urgenza all’ospedale. Tutti i compagni gli si strinsero attorno cercando chi in un modo, chi nell’altro di consolarlo ma lui senza esitare minimamente ringraziò tutti ma preferì appartarsi con Ingrid facendo ovviamente esplodere la rabbia e l’invidia della compagne. A quel punto negli occhi di una di esse si notò un luccichio sinistro…che risuonava come una condanna a morte. Tuttavia Ingrid non si accorse minimamente dello sguardo provocatorio della compagna e proseguì nel suo intento.
A fine lezione tutta la scolaresca si riversò fuori schiamazzando all’impazzata mentre Ingrid si diresse silenziosamente verso la strada di casa. Per quella volta aveva deciso di fare la strada del rientro a piedi considerando che era una giornata meravigliosa. Ma mentre camminava gli si pararono d’avanti tre delle sue compagne con un’aria che non prometteva niente di buono. Ingrid cercò di evitarle ma esse continuarono ad ostacolarla e fu a quel punto che sentì qualcuno arrivargli dietro e prima che potesse fare qualsiasi cosa accusò un forte dolore alla testa.. così forte che inevitabilmente perse i sensi. La strada era deserta e nessuno si accorse della manovra terribile che si stava effettuando in quel momento. Difatti le quattro ragazze la caricarono nel cofano di una macchina e si diressero verso una zona isolata, più precisamente una zona di campagna. Una volta arrivate la tirarono fuori dall’auto e la portarono in un casolare. Qui la stesero per terra a pancia in giù e mentre la tenevano saldamente bloccata la imbavagliarono e le legarono le mani rendendo quindi inutile ogni suo disperato tentativo di chiedere aiuto. Ingrid aveva chiaramente letto negli occhi della sue compagne la sua condanna a morte ma era un pensiero così folle che cercò con tutte le sue forze di allontanare cedendo il posto alla più rassicurante ipotesi che magari stessero facendo tutto quello solo per terrorizzarla. Tuttavia una delle ragazze in preda ad un furore cieco e incontrollato sferrò un violentissimo calcio nello stomaco di Ingrid facendole quindi perdere i sensi. Ignorando il fatto che la loro vittima non fosse più in grado di accusare dolore le carnefici continuarono a sferrarle violenti calci su tutto il corpo.. poi esauste la trascinarono in una stanza del casolare piena di cianfrusaglie ed usarono quest’ultime per coprire il corpo di Ingrid che era ancora priva di sensi. Sarebbero tornate successivamente per continuare il loro allucinante quanto determinato proposito…
La madre di Ingrid nel frattempo era in preda alla disperazione per il mancato rientro della figlia e iniziò a lasciarsi andare alla previsioni più pessimistiche possibili, mentre il padre un po’ più lucido e razionale fornì alle forze di polizia tutte le indicazioni necessarie per poter iniziare le ricerche…ricerche che sarebbero comunque iniziate a 24 ore dalla scomparsa della ragazza visto e considerato che non era ancora sicuro che la ragazza fosse stata rapita…;tuttavia la madre non aveva tutti i torti ad essere terrorizzata per la sorte della figlia…per niente proprio.
In quel momento Ingrid aprì gli occhi e si ritrovò impossibilitata a muovere le mani a causa della corda che gliele bloccava e inoltre anche la bocca non poteva emettere alcun suono se non una specie di mugolio visto che era stata accuratamente imbavagliata con uno scotch da imballaggio. Senza contare il fatto che era stata ricoperta da una montagna di oggetti stracarichi di polvere risalenti a chissà quale epoca. Ingrid cercò di mettere a fuoco la situazione: cosa volevano le sue compagne? Volevano ucciderla? O solo torturarla? Accusò dei dolori in tutto il corpo, merito dei numerosi calci che gli erano stati sferrati dalle compagne ma questo non le impedì di ragionare con lucidità..; ”Se avessero voluto uccidermi l’avebbero già fatto…no, non credo che possono arrivare a tanto, vogliono solo spaventarmi..”. I pensieri che gli passavano per la mente erano orribili e dovevano farla piangere a dirotto in teoria.. ma Ingrid realizzò che piangere peggiorava solo la situazione e quindi come in preda ad un raptus iniziò a dimenarsi cercando di liberarsi ma si accorse che oltre alle mani anche le gambe erano bloccate tramite una corda che era stata fissata proprio all’altezza delle caviglie. Quindi qualsiasi suo tentativo di liberarsi era inutile. Perciò decise di sperare nel fatto che qualcuno capitasse lì e sentisse il misero rumore che poteva provocare agitando in maniera spasmodica il suo corpo.
Vennero fatte delle domande a tutte le compagne di Ingrid, comprese le quattro colpevoli ma la deposizione unanime fu che Ingrid si era allontanata a piedi quel giorno rifiutandosi di prendere il pulmino e che nessuno aveva visto cosa poteva potenzialmente essergli successo. Per il momento si giunse alla conclusione che forse Ingrid si era appartata con qualche ragazzo, ipotesi che venne prontamente fatta a pezzi dalla madre che non riteneva possibile un comportamento simile da parte della figlia. E tuttavia non sfiorò la mente di nessuno l’idea di una “vendetta” da parte delle compagne, ingelosite dal carisma di Ingrid; quindi per il momento si continuarono a seguire ipotesi più o meno rassicuranti che venivano sminuite sempre di più col passare delle ore.
Era pomeriggio inoltrato quando Ingrid sentì dei rumori provenire dall’esterno del casolare; sgranò gli occhi il più possibile e vide delle persone entrare all’interno del casolare…cercò disperatamente di attirare la loro attenzione sentendo crescere dentro di lei una flebile speranza, speranza che venne stroncata sul nascere quando vide che erano le compagne.. tornate probabilmente per continuare il loro progetto. Difatti gli tolsero di dosso tutti gli oggetti e gli si pararono davanti guardandola con un aria compresa fra la rabbia e lo stupore. La sollevarono da terra e le tolsero tutti gli impedimenti che fino a quel momento avevano resa vana ogni sua possibilità di movimento. Ingrid riuscì, sebbene con molta fatica a rimettersi in piedi ma una della quattro ragazze tirata fuori una spranga la colpì con tutta la forza che aveva al viso facendo ricadere a terra la povera Ingrid che istintivamente si portò le mani al viso sanguinante. “E questo è solo l’inizio puttanella che non sei altra…ti faremo pentire di essere venuta al mondo..” Ma Ingrid senza perdersi d’animo rispose: “Ma.. perchè state facendo questo..? Cosa vi ho fatto di male? Pensate che quello che faccio lo faccio solo per sentirmi superiore a voi..? Io credo che se voi..” ma non riuscì a terminare la frase che una delle quattro gli si avventò contro e stesala a terra gli si mise sopra e gli rilegò nuovamente le mani. La povera Ingrid stentò una disperata quanto inutile difesa visto che fisicamente era molto inferiore rispetto alle sue carnefici e tuttavia riuscì a dire: “Pagherete per quello che mi state facendo.. non è giusto.. non è giusto…. io..” poi un gridò lancinante uscì dal casolare …. una della quattro aveva appena tagliato un dito di Ingrid e lo sollevò in aria.. come un trofeo..; poi iniziarono a sferrarle dei violenti calci sul viso e su tutto il resto del corpo..; Ingrid gridò con quanto fiato aveva in gola ma la risposta fu: “Grida.. grida pure.. tanto è inutile…siamo in un posto così isolato che forse nemmeno sanno che esiste.. quindi nessuno ci disturberà..” Poi dopo averla coperta di sputi gli si avventarono nuovamente tutte e quattro e affondarono i propri denti in diverse parti del corpo della sventurata. Oramai la povera Ingrid aveva dato fondo a tutte le sue energie per poter gridare con quanto fiato aveva in gola…quindi mentre le sue carnefici continuavano ad affondare i denti nella sua carne lei non potè far altro che emettere una specie di rantolo.. poi finalmente perse conoscenza. Le quattro carnefici mollarono la presa e si alzarono e si misero tutte e quattro intorno al corpo inerme di Ingrid; “Io direi che può bastare ragazze…. vedrete che la smetterà di fare la stronza dopo questa lezione…” “Ma si dai…meglio fermarsi qui…o corriamo il rischio di ucciderla davvero..” “Si raga.. sono d’accordo…basta così, carichiamola in macchina e scarichiamola in paese…tanto la vedranno subito..” Ma l’ultima delle quattro.. con un luccichio sinistro negli occhi disse: “No.. deve morire…e deve farlo per mano nostra” Ma le tre amiche presero le distanze da quest’ultima e dissero: “Miriam.. dico.. ma sei diventata matta? Non stiamo parlando di uccidere un cane.. o un gatto…ma un essere umano! Ci sbattono in galera e ci danno come minimo l’ergastolo…” Ma Miriam rispose: “Se non volete prendere parte andatevene pure…la finirò io…io sola…” Oramai la follia omicida aveva preso il sopravvento nella fragile mente di Miriam e sembrava che fosse impossibile dissuaderla..; “Senti Miriam.. odiamo questa stronza con tutte le nostre forze ma ucciderla ci farà precipitare in un baratro dal quale non ne usciremo più.. rifletti. Miriam.. faranno delle indagini…ci scopriranno…..” Nel mentre Ingrid stava riprendendo i sensi…alzò gli occhi.. e con molta fatica disse: “Vi.. vi prego.. basta…non fatemi altro male…io cambierò scuola…non mi vedrete più.. vi prego…basta……” ma Miriam in preda ad un furore cieco raccolse la spranga da terra e prima che le tre amiche potessero fermarla colpì…e colpì.. e colpì…e colpì ancora…colpì con quanta forza aveva…. e il sangue inizio a schizzare e a ricoprire il suo volto ma più sangue schizzava più Miriam colpiva…e continuò a colpire fino a quando le tre ragazze riuscirono a fermarla…”Basta Miriam.. basta…per l’amor del cielo.. basta….” Ma oramai il folle gesto era stato compiuto fino in fondo.. Ingrid, la cui faccia era ormai irriconoscibile.. giaceva inerme.. senza più una scintilla di vita. Le tre ragazze la guardarono con aria visibilmente sconvolta ma non Miriam; lei uscì fuori dal casolare e sollevò in aria la spranga ancora sporca di sangue.. con un’espressione di vittoria e di euforia in volto….”Giustizia è stata fatta..” disse. Ma le tre amiche uscite anch’esse dissero: “Miriam.. ma.. ti rendi conto vero di quello che hai fatto? Tu.. tu sei pazza Miriam.. solo tu pagherai per tutto questo,,,,, noi prendiamo le distanze da te a partire da ora…” ma Miriam con la consapevolezza di chi sa il fatto suo disse: “Voi siete coinvolte quanto me in questa storia.. e se pensate che basti prendere le distanze da me per risolvere il tutto vi sbagliate perché io posso uccidervi tutte e tre qui…adesso….” E sollevò in aria la spranga…minacciosa….. che gocciolava ancora sangue…..”Ok.. ok Miriam.. sai.. dicevamo tanto così…. per scherzare….” Miriam abbassò la spranga…”Meglio così ragazze…meglio così”. Restava però il problema del corpo di Ingrid.. come sbarazzarsene? “Io direi che dovremo seppellirla…o…non so..” Ma Miriam risoluta disse: “No…la rimetteremo esattamente dove l’avevamo lasciata quando era ancora viva…. lì dentro, sotto quella montagna di cianfrusaglie…non la troveranno mai.. e anche se prima o poi la troveranno…. non risaliranno mai a noi…..” “Questo lo credi tu Miriam…ma la polizia starà già organizzando le ricerche e la troveranno prima o poi…e….” “Basta.. lasciate fare a me ok? Voi fate solo quello che vi dico di fare..” e subito dopo presero il corpo ormai esanime di Ingrid e lo trascinarono nell’altra stanza, lo ricoprirono di nuovo con quella montagna di oggetti fino a farlo sparire completamente e se ne andarono…: ma Miriam rimase per un attimo a fissare il cumulo sotto al quale era sepolto il corpo della sventurata e disse: “Addio Ingrid…avrei voluto farti soffrire di più prima di ucciderti.. ” e di conseguenza sputò sul cumulo con aria di sprezzo. Poi se ne andò.
Le ricerche di Ingrid proseguirono sebbene inutilmente; la madre omai era in preda alla disperazione, non mangiava e non bevevo da più di 24 ore e non riusciva più nemmeno a piangere, vagava per la casa come un fantasma, bianca in volto come un lenzuolo chiamando..”Ingrid…Ingrid…piccola mia….”; il padre invece stazionava permanentemente nella stazione di polizia dove sperava che finalmente ci fossero aggiornamenti; furono organizzate le ricerche in tutta la zona circostante…. comprese le campagne naturalmente ma il casolare dove si era consumato l’omicidio era troppo lontano dal centro abitato in cui viveva Ingrid e quindi, almeno per il momento non si ritenne necessario sconfinare più di tanto. All’indomani la polizia si recò nella scuola di Ingrid e interrogò tutte le compagne di classe di Ingrid comprese ovviamente le quattro assassine. Venne fuori che Ingrid non era molto benvoluta in classe dalle sue compagne ma questo ovviamente non bastava per formulare un accusa di omicidio su qualche sospetta; fra l’altro di persone sospette non vi erano considerando che tutta la classe e anche altri ragazzi confermarono la versione secondo la quale Ingrid si era allontanata a piedi da scuola, senza prendere il pulmino. Quello che poi gli poteva essere successo dopo era all’oscuro di tutti. Tuttavia erano passati due giorni dalla scomparsa di Ingrid e ancora le ricerche non avevano dato nessun esito; la madre era entrata in uno stato quasi catatonico, si era trincerata nella stanza di Ingrid e l’unica parola che riusciva a dire era..”Ingrid…Ingrid…”; quella notte il marito gli fece un’iniezione di Valium e finalmente riuscì a farla dormire. Ma fu un sonno agitatissimo, pieno di incubi. All’indomani la polizia arrivò a casa di Ingrid e chiese ai genitori se erano disposti ad affidarsi alla possibilità di servirsi di una medium per ritrovare Ingrid. Nonostante le previsioni pessimistiche i due genitori annuirono prontamente e quindi un paio d’ore dopo arrivò in casa una medium di fama mondiale che aveva già risolto diversi casi di sparizioni “La stanza della ragazza.. conducetemi nella sua stanza..” disse la medium; entrarono e la donna si inginocchiò sul letto di Ingrid, poi prese in mano un orsacchiotto di pelouche e allo stesso tempo prese la mano della madre e disse: “Pensi a sua figlia signora.. la pensi con tutta la forza della sua mente…lei è la mamma e solo lei può provare un bene sconfinato nei confronti di sua figlia..”;.. Susan, questo era il suo nome concentrò il suo pensiero sulla figlia e in quel mentre la medium alzò gli occhi al cielo e disse: “Vedo.. una…una campagna…un casolare…un ragazzo che piange…un uomo sofferente di cuore…una macchina…. un cofano…. una spranga.. una spranga sporca di sangue.. un dito mozzato…degli oggetti antichi e polverosi…è lì….è lì…” poi lanciò un grido acutissimo che segnò la fine del contatto medianico. “Signora.. si sente bene..?” dissero i detective..”Si.. si sto bene.. io non ho visto Ingrid ma ho visto quello che forse può aiutarci a ritrovarla”
Tuttavia i riferimenti al dito mozzato e alla spranga sporca di sangue non ispirarono certo sentimenti di speranza nei due genitori che decisero comunque di non perdersi d’animo considerando il fatto che non c’erano prove concrete che alla loro figliola fosse stato fatto del male.
Vennero organizzate delle ricerche nelle zone di campagna più distanti dal centro abitato; i poliziotti portarono con loro una sciarpa di Ingrid, in modo da agevolare il lavoro dei cani-poliziotto ma almeno per quella giornata non ci fu niente da fare.
Nel frattempo le quattro assassine si erano riunite a casa di una di loro e iniziarono a discutere animatamente su quello che era successo e che stava succedendo; “Cavoli ragazze, ma vi rendete conto che la troveranno prima o poi..? E risaliranno a noi…ne sono sicura.. già quei detective oggi ci guardavano in un modo che non mi piaceva per niente…come se sapessero già che siamo state noi….” Ma Miriam saltò in piedi e disse: “Non la troveranno mai…perché noi stanotte andremo e la tireremo fuori da lì e la porteremo da un’altra parte, dove nessuno, veramente nessuno la ritroverà più..”. Le altre amiche la guardarono con aria quasi terrorizzata..”Sei diventata scema? E se ci beccano? Non hai pensato che forse ci sorvegliano? Ci vedranno uscire di notte e si insospettiranno, ci seguiranno e scopriranno che siamo state noi ed eccoci pronte ad una permanenza a vita in uno schifosissimo carcere…no, nooooooo…… ho pauraaa, ho pauraaaaa!!!” Ma Miriam risoluta diede uno schiaffo all’amica così forte da farla cadere per terra; poi disse: “Non ho mai potuto sopportare le scenate isteriche; fanne un’altra e giuro che ti mando a fare compagnia ad Ingrid, chiaro??”; le amiche la guardavano terrorizzate; Miriam aveva sempre avuto un carisma superiore a quello delle sue tre amiche, carisma che era ormai sconfinato nella follia omicida. “Non sospetterà niente nessuno, e in ogni caso dobbiamo rischiare perché una volta trovato il corpo lo esamineranno e sicuramente troveranno qualche traccia che farebbe risalire a noi come qualche traccia di pelle o della saliva quando l’abbiamo morsa…. ricordate? Quindi non abbiamo niente da perdere, perciò…domattina mariniamo scuola tanto c’è un assemblea di istituto e nessuno si accorgerà della nostra assenza visto che ci saranno un sacco di assenti; andiamo e facciamo quello che va fatto ok? La prendiamo e la portiamo in un posto veramente all’oscuro di tutti e lì la cercheranno fino al giorno del giudizio..”.
Nello stesso momento Susan, fortemente motivata dall’esperienza avuta con la medium decise che era l’unica strada da seguire per avere anche una flebile speranza di ritrovare sua figlia e quindi decise di recarsi da lei per cercare di stabilire un altro contatto medianico. Non fu difficile reperire il suo indirizzo, solo che decise di tenere suo marito all’oscuro della sua decisione. Si recò a casa della medium e venne accolta con grande entusiasmo dalla donna che era molto colpita dal caso di Ingrid e avrebbe volentieri fatto un altro tentativo. “Mi sento in dovere di dirle signora…che quello che dirò durante il contatto non dev’essere preso come oro colato, potrei anche sbagliarmi e non voglio correre il rischio di farla soffrire più di quanto sta soffrendo.” Ma Susan la rassicurò dicendo: “Non potrei soffrire più di così, glielo garantisco; su, facciamo quello per cui sono venuta.” La medium ci pensò un po’ su.. poi disse: “Veramente io credo che la stanza di sua figlia sia il posto più adatto per riprovarci; è il posto in cui Ingrid ha trascorso la maggior parte del suo tempo, quindi gli oggetti, le pareti…il suo letto…parla tutto di lei..” Susan assunse un’espressione un po’ amareggiata…poi disse: “Avrei preferito ripetere l’esperienza qui, ma se lei crede che la stanza di Ingrid sia il posto più adatto, ok, andiamoci pure; ma andiamoci subito, ora che mio marito non c’è”.
Le due donne si recarono nell’abitazione e una volta entrate in casa andarono dirette nella stanza di Ingrid. La medium si inginocchiò sul letto come aveva fatto precedentemente, riprese in una mano il peluche e con l’altra mano strinse la mano di Susan. Poi nel silenzio più surreale alzò gli occhi verso l’alto e aspettò…pronunciò alcune parole in una lingua sconosciuta…poi gli occhi gli si sbarrarono.. e disse: “ Rivedo di nuovo…il casolare…e quattro ragazze.. ridono.. una di loro ha in mano una spranga sporca di sangue e la alza in aria.. continuano a ridere…” Susan iniziò a tremare e a piangere ma la medium le strinse la mano ancora più forte e gridò: “NOOOOOOOOO…Miriam.. Miriam….. non farlo.. noooooooo”…poi stramazzò a terra con la bava alla bocca e gli occhi stralunati. Fu colta da violente convulsioni che iniziarono a scuoterla e a far agitare il suo corpo in maniera spasmodica. Susan, ancora in stato di shock per le sconvolgenti frasi dette dalla medium uscì dall’abitazione e iniziò a gridare il nome di sua figlia con quanto fiato aveva in gola. I vicini intervennero prontamente, ritenendola solo una comune crisi isterica; con molta calma e pazienza riuscirono a ricondurla alla ragione ma ritennero opportuno chiamare un ambulanza. Susan svenne e ci mancò poco che non finisse con la faccia per terra ma nel frattempo la povera medium, di cui nessuno si era ancora accorto, non dava più segni di vita. Susan venne portata in ospedale e ce ne volle prima di farle riprendere i sensi. Appena si riprese suo marito era seduto accanto a lei: “Mi…Michael.. che è successo? Dove sono?” “Sei al sicuro Susan; va tutto bene, tranquilla, hai solo avuto un violento attacco di isteria, più che comprensibile con quello che stiamo passando; ma la medium invece ha avuto probabilmente un attacco cardiaco e ci è rimasta secca. Ma perché non mi hai detto che volevi fare un altro tentativo Susan? Ingrid è anche mia figlia e lo sai che ci tengo quanto te a riportarla a casa sana e salva. Comunque la medium ha detto niente? Niente che possa esserci d’aiuto?” Susan ci pensò un po’…poi disse: “Niente di quello che non ha già detto la prima volta che è venuta a casa nostra, è stato inutile, ma mi sono aggrappata ancora una volta ad una speranza….” e scoppiò a piangere. Michael la abbracciò non sapendo che invece sua moglie le stava nascondendo il fatto che la medium aveva fatto un nome durante il contatto medianico, un nome che a Susan non era affatto sconosciuto…. MIRIAM!!!!!
All’indomani le quattro ragazze come d’accordo, si recarono nel casolare degli orrori per rimuovere il corpo di Ingrid. Purtroppo per loro però, e soprattutto per Miriam, Susan aveva preso molto sul serio il fatto che quel nome fosse stato pronunciato dalla medium e quindi ritenne opportuno pensare che la ragazza in questione fosse coinvolta nella sparizione di sua figlia. Gli altri pensieri, per quanto atroci potessero essere, preferì tenerli oscurati, almeno per il momento. Quindi rintracciato nel diario di Ingrid l’indirizzo di Miriam e vi si recò. Fece in tempo a vedere che le quattro ragazze stavano partendo con una macchina verso chissà quale destinazione. Negli occhi di Susan si accese una luce.. una luce di speranza…la speranza di poter ritrovare sua figlia. Le seguì stando molto attenta a non farsi scoprire e quando uscirono dal paese si tenne a debita distanza. Arrivate in aperta campagna le ragazze proseguirono con la macchina ma Susan prudentemente parcheggiò l’auto e le seguì a piedi visto che comunque la visuale era chiarissima e non potevano in alcun modo sfuggirle. Arrivate vicino al casolare le ragazze scesero dall’auto e si guardarono intorno per notare la presenza di altre persone ma tutto intorno vi era il deserto. Solo Susan stesa fra l’erba alta le vedeva perfettamente e aspettava solo di vederle entrare tutte e quattro per poter avvicinarsi anche lei al casolare. Una volte entrate le ragazze guardarono il cumulo di roba sotto il quale era sepolta Ingrid senza dire una parola; poi una di loro, Kate, disse: “Secondo me è una cavolata, lasciamola lì, chi diavolo la troverà?” ma Miriam pronta rispose: “No, adesso la metteremo in un sacco nero, la metteremo nel cofano dell’auto e la porteremo nel posto che vi dirò, e lì metteremo fine a questa storia.”
Nel frattempo due mani brandivano minacciosamente una spranga presa dalla macchina di Miriam.
“Io credo che finirà male per tutte questa storia.. abbiamo ucciso un essere umano cazzo, ma ci rendiamo conto?” Le altre rimasero ammutolite, poi Miriam disse: “Quante volte avete desiderato di veder morire Ingrid? E adesso che finalmente il nostro desiderio è stato esaudito vi mettete a piagnucolare? E poi non ha neanche sofferto molto quella stronza…” Ad un tratto un’ombra si stagliò minacciosa all’interno del casolare ed una donna armata con una spranga entrò dentro e disse: “Lei non ha sofferto molto.. ma vi assicuro che voi soffrirete…e parecchio….” Disse Susan con un luccichio sinistro negli occhi, un luccichio che risuonava come una condanna a morte per le quattro ragazze. Le quattro giovani guardarono Susan con aria allibita, incedula…solo Miriam riuscì a dire..”Oh cazzo..” poi cercò di correre incontro alla donna ma la spranga roteò minacciosa nell’aria e fini violentemente contro la sua testa facendole perdere i sensi. Le altre tre cercarono di darsi alla fuga ma Susan con la forza della disperazione riuscì a bloccarne due e le sbattè violentemente contro il muro facendo perdere i sensi anche a loro. L’ultima riuscì ad infilare la porta e iniziò una fuga disperata nella campagna gridando aiuto ma Susan gridò: “È inutile che corri.. farai la stessa fine delle tue amiche..” e difatti dopo pochi metri la ragazza inciampò in un sasso e Susan pronta gi arrivò addosso e gli sferrò un pugno tramortendola. Quando si risvegliarono tutte e quattro si ritrovarono saldamente legate e videro il corpo di Ingrid davanti a loro e Susan inginocchiata che cercava a stenti di trattenere il pianto. “Bene.. voi avete ucciso mia figlia.. adesso.. cosa dovrei farvi secondo voi..?” Miriam prese la parola: “Volevamo solo metterle paura….è stato un incidente, mi creda…” Ma Susan si alzò e disse: “Tu sei Miriam vero? Bhe.. ti posso solo dire.. che tu sarai l’ultima..”. Poi sollevata in aria la spranga iniziò a picchiare con una violenza inaudita Kate e mentre picchiava gridava e piangeva: “Perché? Perchè? Aveva solo 17 anni…. tutta la vita d’avanti,…. stupide puttanelle” poi quando vide che la testa della sventurata era a dir poco distrutta si fermò. “Una di meno…ora tocca a voi…”. Susy iniziò a piangere disperatamente…”Vi.. vi prego, noi non c’entriamo..è stata Miriam.. solo lei….”ma un violento calcio nello stomaco colpì la ragazza facendola piegare in due.. poi Susan tirò fuori una forbice per potare le piante e presa la mano della ragazza gli amputò un dito…” La ragazza urlò con quanto fiato aveva in gola ma le grida si fermarono sotto una violenta scarica di colpi di spranga che uccisero anche lei. “Voi morirete come Ingrid, credo sia abbastanza chiaro no?”. Erano rimaste in due, Alison E Miriam. Susan le guardò con aria smarrita, poi disse: “Scommetto che nella vostra mente era già passata la rassicurante ipotesi che vi avrei consegnate alle polizia; poi magari un avvocato di lusso sarebbe riuscito a farvi dichiarare incapaci di intendere e di volere e via in una clinica di cura, o a fare del volontariato.. o altre stronzate simili; eh no belle mie.. troppo comodo; ormai la mia vita non ha più senso, quelle che avete fatto ha distrutto in me ogni possibile traccia di umanità e quindi…. se la mia vita è finita, che finisca con soddisfazione..; non sarò una mamma che piangerà per il resto dei suoi giorni sua figlia uccisa da quattro stupide puttanelle troppo viziate e senza nessun rispetto per la vita umana..: ne ho viste tante di mamme che ormai vegetano dentro casa…no, voi non ve la caverete” e detto fatto si scagliò contro Elison e accovacciatasi sopra le mise le mani intorno al collo e iniziò a stringere, sempre più forte; la ragazza iniziò a dibattersi e a dimenarsi come un anguilla ma la stretta mortale non accennava ad allentare la presa.. “Miiiriamm.. a. a.. a.. iuto….. nno.. n. n. n. oo.. gghh.. hhh.. ggghhhhhh.. ggghh”, andò avanti così per altri trenta secondi, poi finì di lottare. Susan si alzò e trionfante guardò Miriam: “Tu non batti ciglio eh Miriam? Ho appena ucciso le tue amiche e a te sembra non te ne freghi un accidente..” Miriam la fissò…poi disse: “Non ti darò la soddisfazione di vedermi piangere.. ma ti assicuro che Ingrid ha pianto mentre la massacravamo di botte..” A quelle parole Susan si scagliò contro Miriam e messasi di sopra iniziò a tempestargli la faccia di pugni e schiaffi fino a rendergliela una maschera di sangue. Poi gli sfilò i pantaloni e presa una gamba gli diede un terribile morso ad una coscia fino a farla sanguinare. Miriam gridò forte ma Susan glielo impedì con lo stesso scotch con il quale avevano imbavagliato Ingrid. “Non morirai come le tue amiche…. dovrai soffrire a lungo prima.” E detto fatto la spogliò completamente, poi con la stessa forbice di prima le tagliò entrambi i capezzoli.. e successivamente anche alcune dita; il dolore era acutissimo, terribile, allucinante ma purtroppo non riuscì a farla svenire e quindi la tortura continuò. Gli infilò la mano in bocca e tirò con tanta violenza da strapparle la pelle. Poi iniziò a morderla d’appertutto, sulla braccia, sulle gambe, alle mani…e ogni morso provocava chiaramente una fuoriuscita di sangue. Poi dopo un ulteriore scarica di botte che ormai avevano reso il suo corpo gonfio e violaceo si alzò in piedi e disse: “Ho deciso di risparmiarti la vita…. morirai quando il destino deciderà…ti metterò esattamente dove voi avevate lasciato il corpo di Ingrid..” e detto fatto la trascinò nell’altra stanza, la ricoprì con tutti gli oggetti con i quali era stata ricoperta Ingrid precedentemente e se ne andò. I cadaveri delle altre tre ragazze rimasero lì dov’erano; a Susan non importava di essere scoperta, ormai la sua mente aveva ceduto e l’unico pensiero fisso che gli si era prospettato era vendicare sua figlia, il resto poteva andare al diavolo.
Arrivata a casa entro e suo marito ovviamente sentendola entrare disse: “Susan.. sei tu? Ma che fine hai fatto? Forse ci sono novità sai….” Ma la frase gli si mozzò in gola: Susan era di fronte a lui con il corpo di Ingrid fra le braccia. “Mio Dio.. Mio Dio…ma.. ma…cosa..” ma Susan non disse niente e nel silenzio più surreale si avviò verso la stanza, la stanza di Ingrid. Entrata la pose nel letto, la coprì e le mise l’orsacchiotto di peluche sopra. Poi la baciò sulla fronte.. o meglio.. su quella che restava visto che il suo viso era rimasto sfigurato dai colpi di spranga. “Dormi piccola mia.. dormi.. domattina ti lascerò dormire quanto vuoi…dormi..”
Appena uscita richiuse la porta alle sue spalle e a Michael che ancora balbettava, incapace di dare una spiegazione razionale a quanto aveva visto disse: “Non entrare ok? Lasciala…ha sempre desiderato stare sola nella sua stanza.. e gli ho promesso che da oggi in poi nessuno la disturberà…nessuno…. mai più……”
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- Un percorso sanguinolento dal bullismo più atroce alla follia vendicativa. Hai fantasia nell'inventare la cattiveria, non c'è che dire. Però non conosci l'uso dei pronomi personali: il maschile per il femminile è raccapricciante quanto le descrizioni particolareggiate della violenza.
- sono d'accordo con quanto dice Ivan. é bello, forse bisogna solo sfoltire un pò. Ciao e complimenti comuque
- Per criticare non importa pubblicare, nè scrivere, anzi sono i lettori, che aiutano di più a crescere. L'idea é buona, anche la capacità descrittiva, i dettagli arricchiscono un racconto, ma non devono essere... invasivi, trattandosi di uno scritto concentrato, qualche errore, e la forma va resa un po' più scorrevole, forse... ma il racconto é bello e incisivo.
Questa é solo la mia opinione... e il mio contributo.
- indescrivibile!! Davvero bello, anzi.. orribilmente bello!!!
Quando e se pubblicheranno roba mia... sarei lusingata di ricevere i tuoi commenti!!
- non che non sappia accettare le critiche Tarie Tarie.. xò quantomeno prima di criticare un'opera dovresti quantomeno pubblicarne una tu.. giusto x far vedere cosa sai fare tu. Spero tu non sappia solo criticare cmq e spero di leggere presto qualcosa di tuo. Ciaociao