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L'accordo che salvò il Natale
Era il 21 dicembre, l'inverno avanzava a grandi falcate e il Natale era ormai alle porte.
Fra i ghiacci del Polo Nord, sotto una luce opaca e nebbiosa, Babbo Natale aveva dato inizio ai preparativi per il grande evento.
Tutto procedeva a rilento poiché accadeva che, appena lui tentava di uscire dalla sua baita, la lingua ghiacciasse, come del resto la sua barba che sembrava, a volte, uno stoccafisso.
Come ben sapete la corporatura panciuta e dondolante di Babbo Natale si accentuava durante questo periodo a causa delle grosse abbuffate di dolci che era costretto a mangiare ben volentieri.
Ma la prova più certa della sua simpatia stava in quelle guance grosse, rotonde e rubiconde come due mele, con le quali andava in giro a organizzare il lavoro dei suoi folletti.
L'attività della fabbrica di giocattoli, lassù in Lapponia, era al massimo. Tutti lavoravano con impegno e serietà: nessun bambino avrebbe dovuto ricevere un giocattolo brutto o difettoso!
I folletti costruivano giochi ben strani: bolle di sapone che, quando scoppiavano, facevano materializzare oggetti divertenti; macchine spara dolcetti; aggeggi trasforma desideri, insomma, tutto doveva essere pronto per il 25 dicembre!
Quest'anno il lavoro era aumentato perché Babbo Natale aveva ricevuto molte richieste in più da un paese chiamato Italia.
Aveva deciso di accontentare le richieste di tutti i bambini però sapeva che in quella parte del mondo negli ultimi cento anni, una vecchia col naso orribile, i brufoli e un vestito logoro e stracciato, costruiva e portava regali ai bambini.
Si sarebbe offesa?
Nelle ultime settimane, al Polo Sud, stranamente erano arrivate meno letterine del solito per la Befana, così ella si chiamava, che si era preoccupata e insospettita aveva deciso di mandare ad indagare le sue aiutanti streghette.
Le streghette si misero prontamente al lavoro e, per prima cosa, videro nelle strade, sui balconi, sugli alberi addobbati, sopra le vetrine dei negozi e all'interno dei grandi centri commerciali, tanti pupazzi identici: rossi, panciuti e con un'enorme e lunga barba bianca.
Poi, sbirciando dalle finestre, osservarono che tanti bambini stavano ancora scrivendo letterine da inviare, però non alla Befana ma ad un certo Signor Babbo Natale presso le montagne della lontana e fredda Lapponia.
Si diressero allora all'Ufficio Centrale delle Poste dove trovarono grandi scatoloni di lettere indirizzate allo stesso Signor Babbo Natale.
Che fare?
Si nascosero e attesero tutta la notte che qualcuno arrivasse a prendere tutta quella corrispondenza ed infine scorsero un gruppo di strani ometti, piccoli e magrissimi con un buffo cappello in testa, che caricarono tutta la posta su una slitta e volarono via nella notte. Le streghette li seguirono.
Così, arrivarono in Lapponia dove scoprirono il responsabile della faccenda e decisero di rapirlo mentre dormiva per portarlo al cospetto della Befana, cospargendogli il viso con una speciale polvere soporifera che gli avrebbe impedito di accorgersi di quel che gli accedeva.
Fu un lavoraccio! Era così pesante quando dormiva che fu necessario un enorme sacco e 30 scope delle streghette per farlo alzare da terra e volare fino al Polo Sud.
Fu così che i due, Babbo Natale e la Befana, si incontrarono. Avevano già sentito parlare l'uno dell'altra ma non si erano mai conosciuti e l'incontro fu particolarmente burrascoso e quantomai bizzarro.
La Befana ad un certo punto, mentre volavano regali come proiettili, pronunciò seriamente le seguenti parole: "Lapponia delenda est!".
Babbo Natale si spaventò e propose una gara: chi avrebbe costruito più giocattoli nel lasso di tempo stabilito avrebbe avuto il diritto di portarli anche negli altri paesi.
In due ore, però, entrambi avevano confezionato lo stesso numero di giocattoli e allora stabilirono una seconda prova: chi avrebbe costruito il gioco più bello e originale avrebbe vinto.
Purtroppo anche questa volta fu tutto inutile perché tutti e due i giochi erano stupendi e la giuria di folletti e streghette non riuscì a decidere a chi aggiudicare la prova.
A questo punto era necessario un accordo!!!
Le streghette e i folletti proposero, dopo lunga e attenta discussione, di far lavorare Babbo Natale il 25 dicembre e la Befana il 6 gennaio ed è per questo che i bambini sono così fortunati da ricevere ben due visite importanti in queste due notti!
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