Una mano la sfiorò.
Sentì il braccio scattare: era il momento di muoversi. Si abbassò lentamente e con delicatezza cercò un contatto. Non era più giovanissima, aveva compiuto quel percorso centinaia di volte; ma ogni volta le era sembrato diverso. A capo chino iniziò il suo giro, con un'andatura regolare. Le piaceva quell'occupazione: sentiva sprigionarsi energia vitale intorno a lei e le vibrazioni che trasmetteva parevano scaturire dalla sua testa. La strada andava restringendosi piano piano, ma sempre più; portava verso il centro: là, si sarebbe riposata. Qualche volta rimaneva pigramente inerte per un po', adagiata e immobile. Era sicura comunque che sarebbe tornata indietro e, affidandosi al suo braccio, avrebbe trovato il giusto appoggio. Quella era la sua strada e l'avrebbe solcata fino alla fine, senza incertezze. Ricordava ancora quel giorno in cui il figlio dei proprietari della casa, rientrato insieme ad alcuni amici, teneva in mano qualcosa e canticchiava. Erano tutti agitati ed euforici. Il ragazzo si era diretto subito verso di lei, l'aveva svegliata in modo deciso e aveva continuato a farla andare avanti e indietro per ore. Intorno a lei, nella stanza c'era trambusto e anche se non riusciva a decifrare bene le parole, le parve di sentir parlare di scarafaggi: la casa doveva essere stata invasa! Nonostante la stanchezza, a fine giornata si sentì soddisfatta: c'era un'energia positiva e lei, in qualche modo, se ne sentiva l'artefice. Aveva portato avanti il suo lavoro a lungo adeguandosi ad ogni ritmo, senza scontentare nessuno; ma era passato tanto tempo e il tempo, prima o poi, porta cambiamenti. Così un giorno una luce fortissima, accecante e precisa le si parò davanti con la forza della gioventù. Sicura e arrogante, decisa a combattere e a vincere. Lei era ancora capace di far sentire la sua voce ma, ormai anziana, si rese conto di essere entrata a far parte del passato: cedette il passo. Nessuno sentì più neanche un suo fruscìo ma molti la ricordano con una certa nostalgia.