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Soldato nella nebbia
Sera fredda e nebbiosa a Melegnano, non so cosa mi porta a camminare per la città con questo tempo e a quest'ora, forse il piacere di gustarmi le vie cittadine quando nessuno è in vista, guardare incuriosito i giochi d'ombra che si creano in anfratti debolmente illuminati con la nebbia a fare da principale comprimaria.
E così cammino riempiendomi gli occhi di immagini curiose ed irreali, facendo lavorare la fantasia immaginandomi situazioni suggestive come le solitarie vie che percorro ; sono in giro a curiosare e pensare, e, con poco, passo bei momenti sotto la magica nebbia o, quando a tratti questa si apre, sotto un fascio argenteo di luce lunare, eh si! Perché stanotte c'è anche la luna piena che impera sopra la coltre, soffice e immateriale, che incombe sulla città.
Mi ritrovo a passeggiare verso il castello, l'illuminazione fioca sotto la nebbia da dell'edificio un'immagine a tratti tremolante, da farlo sembrare un miraggio notturno, in certi momenti però riemerge nitido ed imponente a ricordarti che è lì da secoli e, quasi a schernire la tua piccola parentesi in questo mondo, lì rimarrà per tanto altro tempo ; non posso fare a meno di ammirarlo.
Nel fossato c'è una piccola luce bianca, hanno messo un altro riflettore? ! No! La piccola luce si muove, qualcuno con una torcia passeggia nel fossato e siccome sono tremendamente curioso, con un piccolo sforzo scendo e mi avvio verso questo signore che riesco appena a distinguere attraverso la nebbia che si fa piu fitta.
Ecco gli sono al fianco, lui mi ha notato da un po' dato che ha fatto piu cenni di saluto, ora che gli sono vicino mi sorride trasmettendomi una sensazione di tranquillità. Non ha torcia, ma è la sua intera figura ad emettere una chiara luminosità, è vestito da militare : tunica scura, credo blu, con cinturone e fibbia argentea, calzoni rossi, ghette bianche sopra gli scarponi e kepì rosso ; porta anche dei gradi sulle maniche che m'incuriosiscono attirando il mio sguardo in modo così evidente che, quasi, manco anche di salutare, ed è lui allora che cortesemente con tipico accento francese parla per primo :
Lieto di vedervi signore, non è facile vedere gente passeggiare a quest'ora in questo
luogo, se permettete sarei contento di scambiare quattro chiacchiere con voi ;
è tanto che non parlo con qualcuno, ah! si signore, quelli che vedete sono dei gradi,
per la precisione di sergente del glorioso esercito francese di Sua Maestà Napoleone
III, ho soddisfatto la vostra curiosità ? Certo! Ma vi prego non ve ne andate, restate a parlare un poco con me, siete un poco pallido avete forse freddo? !
Tutto questo sembra un sogno! Ma non ho già più paura, l'atmosfera ovattata che c'è
tutt'intorno, la tranquillità che mi ispira quest'uomo.. uomo? ! Mi convincono a
restare.
Beh! Amico mio buona sera a lei... anzi a voi tanto per rispondere a tono! La
notte è affascinante anche se in effetti un po' freddina, non si preoccupi anzi non
preoccupatevi del mio momentaneo pallore, penso che già adesso stia passando.
Piuttosto raccontatemi qualcosa di voi.
Come vi ho detto sono un sergente e ho combattuto qui, in questa vostra
città, tanto tempo fa, credo fosse l'8 di giugno mentre l'anno lo ricordo bene, visto
che è stato l'ultimo in terra per me, era il 1859...
E così sono vicino ad un fantasma, insieme passeggiamo per il fossato, adesso talmente invaso dalla nebbia, che, non vedendone più i bordi tutt'intorno, sembra ancora piu grande.
.. è stato in quella breve ma terribile battaglia che sono stato colpito,
mentre urlavo e avanzavo insieme ad altri miei compagni, fremente di eccitazione,
paura e rabbia, sapete era appena stato colpito uno dei nostri ufficiali, un brav'uomo il signor colonnello D'Ivoy, e come dicevo ci precipitavamo verso il castello quando
un proiettile mi ha colpito ; ho avuto una sensazione già provata nelle risse di
taverna, sapete noi soldati quando siamo fuori ordinanza a volte esageriamo, ma
parbleu non c'è niente di male, solo qualche pugno, poi ci si calma e magari si torna
a bere insieme! Comunque signore scusate se divago un po', ma non mi par vero di
poter parlare un poco stanotte e le frasi mi vengono fuori a getto, tutte insieme, senza riuscire a farle confluire in un unico percorso logico.
Non c'è problema sergente! Sono un buon ascoltatore e poi trovo interessante
ogni cosa che dite, quindi non vi preoccupate e continuate pure!
Come dicevo, questo colpo mi ha dato la sensazione di un fortissimo pugno in
pieno petto come mai ne ho ricevuti, tanto che non solo ho frenato il mio slancio, ma
sono stato sbalzato un poco indietro cadendo di schiena e a quel punto, intendo una
volta caduto signore, non ho sentito piu nulla, solo silenzio e niente piu frastuono, poi ho sentito il bisogno di chiudere un poco gli occhi e.. non li ho piu riaperti!
Però ho seguito tutto il resto della battaglia sapete?! Con la sensazione di galleggiare un poco in aria e tanta tranquillità ho visto la vittoria dei miei compagni, e gli altri soldati con le casacche bianche che fuggivano inseguiti con urla feroci dai miei commilitoni, e sapete una cosa? In quel momento non provavo piu rabbia verso quei nemici, anzi sentivo per loro pietà, se avessi potuto avrei voluto fermare i miei compagni in modo da fare andare via con calma gli austriaci ; basta col fuoco e le
fiamme!! C'era tanto dolore e sofferenza tutt'intorno.
Lo posso solo immaginare, per quello che ne so della battaglia, non vi fu tregua
almeno fino a che gli sconfitti non furono fuori Melegnano sulla via per Lodi, tanti
austriaci isolati ed in fuga finirono trafitti dalle baionette ; ho letto opuscoli che
parlano di questa battaglia, si racconta di feroci lotte corpo a corpo risolte a colpi di baionetta o col pesante calcio del fucile ; in particolare ho in mente un episodio, dove è descritto l'inseguimento di un austriaco da parte di un francese, risoltosi a colpi di baionetta, e con l'orribile visione finale di questi due uomini dalle diverse
divise abbracciati dopo essersi scambiati vicendevolmente il freddo ferro ed
il caldo sangue, ho letto che furono pietosamente separati ed assieme morirono
qualche istante dopo.
Ah signore la guerra è una brutta cosa ma ci ricordiamo di ciò solo quando questa
è finita, ed è sempre un ricordo spesso dimenticato!
Già sergente, dite bene! E.. dopo? Continuate pure a raccontare.
Parbleu signore! Non chiedo di meglio. Dunque non appena gli austriaci sono
usciti dal paese dappertutto si vedono i nostri esultanti con grida di vittoria, sapete
era un bel momento, mi sono sentito orgoglioso tanto che mi sono venute le lacrime
agli occhi.. o meglio ho avuto questa sensazione visto che ero solo spirito.
Però signore dopo.. che pena! Non appena le grida acclamanti si allontanavano
ecco subito un ben altro tipo di urla, i lamenti strazianti di tanti feriti.
Sapete finchè ero in vita non facevo mai troppo caso a questi lamenti, festeggiavo
anche io come i miei compagni, sfogavo così tutta la tensione che si accumula
quando si combatte, e cercavo di non badare troppo ai feriti, non era per cattiveria,
ma noi soldati preferiamo non vedere gli strazi del dopo battaglia, troppa gente che
soffre, tanti lamenti, sangue, ferite orribili che fanno vedere quanto è fragile ed
indifeso il nostro corpo ; se ti fermi a guardarli ti passa la sbornia della battaglia, ti passa anche l'euforia della vittoria e.. pensi, cosa orribile per un soldato in guerra signore ; pensi che in altra battaglia il prossimo potresti essere tu e questo porta sfortuna, pensi ai tuoi amici feriti o morti, pensi a quegli uomini con un'altra divisa stesi a terra adesso tanto indifesi nella loro sofferenza da destare pietà... e inevitabilmente pensi alla guerra ed alla sua utilità. No signore! Per noi era piu facile esultare meglio non pensare troppo, perché altrimenti, parbleu! Cosa avremmo fatto di fronte alla furia del nemico nella prossima battaglia?
Non lo so amico, certo che per voi fare il soldato a quei tempi era ancora piu difficile
che farlo oggi.
Già l'oggi!.. lo vedo sapete?! Vago sempre qui intorno ma mi guardo in giro e vedo
tutto quello che succede in questo paese, diventato sempre piu grande e pieno di
gente, poi tutte queste nuove invenzioni : macchine che volano, che corrono senza
cavalli, luci senza fuoco, e, parbleu! Giovani fanciulle con abiti sempre piu graziosi...
Ehm.. ehm..! Va bene sergente ho capito, avete visto tanti cambiamenti da fare
impazzire un uomo, ma voi non lo siete piu, e quindi sicuramente vedrete queste
cose con maggior tranquillità e distacco.
Certo certo signore! Volevo solo dire che da vivo non avrei mai immaginato di
vedere tante trasformazioni.
Comunque, se volete, posso riprendere a raccontare i fatti di quel giorno, l'8 giugno
intendo!
Ma sicuro, proseguite pure, vi ascolto.
Bene! È stato dopo quei momenti che la popolazione di questo paese è uscita fuori
dai suoi rifugi, brave persone signore! Sono accorse a curare i feriti ma non solo i
nostri, anche quelli che fino a poco tempo prima venivano considerati degli invasori,
cioè gli austriaci ; mani pietose che hanno raccolto i poveri resti dei caduti e in molti casi li hanno seppelliti di propria iniziativa.
Che brave persone!
Parbleu signore! Veramente brava gente ; le loro chiese erano diventate ospedali di
emergenza, specie quella piccolina che si trova vicino al punto in cui fu colpito il
signor colonnello D'Ivoy, l'interno di queste era pavimentato dai corpi dei feriti che
venivano curati con quel poco che c'era a disposizione, e i melegnanesi misero
del loro anche in questa gara di solidarietà ; venivano dati conforti a quanti stavano
per morire ; vennero anche delle persone dalla vicina Milano, a caricare feriti per
portarli in città e curarli ; tutto questo, signore, era veramente commovente.
So che due giorni dopo, il 10 giugno, è venuto pure l'imperatore Napoleone III
visitare le truppe stanziate a Melegnano.
Si è stata una giornata molto bella, la cittadina era stata in gran parte ripulita dal
sangue e dalle tracce della battaglia ; la popolazione ed i soldati salutavano ed
acclamavano all'unisono al passaggio dell'imperatore, ricordo che all'altezza del
portone del paese una donna offrì all'imperatore un bicchiere di vino che Sua Maestà
mostrò di gradire molto, non so se la ragazza fosse melegnanese oppure una delle
nostre care vivandiere che seguivano l'esercito.
Il giorno dopo la grande festa, l'esercito si spostò ed il paese ritornò alla sua vita
normale, ma con l'austriaco che ormai era ricordo, e io... beh! Io sono rimasto qui a
passeggiare in questo fossato cercando qualcuno disposto ad ascoltarmi.. perché
sapete! Dopo la mia caduta in battaglia, delle buone persone mi seppellirono qui,
proprio in questo fossato con sopra una bella croce che adesso, purtroppo, non c'è
più.. mah.. pazienza!!
E adesso signore vi saluto, non voglio tediarvi oltre ma, cercate di capirmi, non
parlavo con altre persone da decine e decine d'anni, capita veramente di rado che vi
sia qualcuno con la tranquillità d'animo necessaria per vedermi e che giri da queste
parti in alcune notti, per questo la invito a tornare a trovarmi, sa, sono tante le cose
di cui vorrei tornare a parlare, ve ne sarei molto grato!
Caro sergente non vi preoccupate, non so se e quando vi ritroverò, ma vi
prometto che tornerò a cercarvi, per riprendere ad ascoltare le tante cose che
avete da raccontare.
Il sergente mi sorride e facendomi un cenno di saluto, mi volta le spalle e si allontana lentamente, la sua luce diventa piu fioca confondendosi quasi nella nebbia.
È morto qui, lontano da casa, dalla sua famiglia, nessuno dei suoi cari ha mai saputo dove è stato seppellito. Penso che se non ci fosse stato il sacrificio di gente come lui
probabilmente oggi la realtà di Melegnano, dell'intera Italia, sarebbe molto diversa da come la conosciamo, in meglio o in peggio non è dato sapere ; certo è che, pur con tutti i problemi che ci sono, io in questa realtà mi trovo bene, il richiamo mi viene quindi naturale:
Sergente!
Lui, appena visibile, si ferma e si volta.
Oui, monsieur?!
Grazie!
EPILOGO
La battaglia che si combattè a Melegnano, l'8 giugno 1859, non entra certo nel novero dei maggiori combattimenti risorgimentali ; fu una grossa battaglia di retroguardia tra gli austriaci che si ritiravano, in buon ordine, verso Mantova, ed i francesi che in quel momento entravano trionfalmente a Milano ; credo che questo avvenimento, come riferisce lo storico melegnanese Don Cesare Amelli, ebbe importanza dal punto di vista del morale. I francesi erano costretti a vincere, per mantenere alto lo spirito combattivo e proseguire felicemente la Campagna insieme all'alleato piemontese ; una vittoria austriaca, al contrario, avrebbe fortificato il morale di un esercito reduce da brucianti sconfitte, e questo, avrebbe reso probabilmente piu difficile il compito dei franco-piemontesi nel proseguio della guerra. Cosi forse si spiega anche l'alto accanimento mostrato in un combattimento, durato circa tre ore, che lasciò una Melegnano insanguinata, con migliaia di morti e feriti dei due eserciti a tappezzare tragicamente le vie cittadine.
Grande fu lo spirito caritatevole dei melegnanesi nei confronti dei feriti di entrambe le parti, questa gente in generale dimostrò poca animosità nei confronti dell'austriaco battuto, entusiasmo, invece, per i francesi grazie ai quali si arrivava per la prima volta ad una Melegnano italiana. Il ricordo della gente del posto per questa battaglia si perpetuò di generazione in generazione ; il 19 giugno 1904 venne inaugurato l'Ossario di Melegnano, dove in forma solenne vennero tumulati i resti dei combattenti di entrambi gli eserciti, che, si trovavano sparsi in varie fosse comuni e tombe nella cittadina.
Fu in preparazione della occasione sopracitata che vennero aperte le fosse ed esumati i resti dei soldati per riunirli poi al futuro Ossario ; la tomba del sergente, che ci ha fatto compagnia, si trovava tra le alte erbe del fossato del castello, sotto una croce rugginosa ; nel gennaio 1903 si tolse la croce e si scavò onde recuperarne i resti, ma del bravo sergente non si trovò nulla ; egli riposa ancora là, da qualche parte nel fossato.
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