Mi trascino verso un destino informe e mentre cammino sento l'odore di un mattino che non è mai vicino. Come l'aquila che vola via lontana senza voltarsi mai indietro, scelgo di cambiare rotta e riparo la mia nave dopo aver cambiato FLOTTA. E quando è tutto pronto, comando che siano tutti a bordo. Lascio armi, pietre e cattivi umori. La mia è una guerra ad armi pari e di pari ho solo mani, piedi, occhi. Voglio visitare gli emisferi, quelli cerebrali per capire se son colpevoli o se sono doni. Ma viaggio solo per una strada. La mia. Da sola con la flotta in tasca, il cervello in testa, le mani in mano, i piedi nelle scarpe e gli occhi su di te. E non so se domani mattina ci sarà il sole a svegliarmi o se il mio mattino comincerà di sera. Non so se respiro ossigeno viola o se quello che vedo è solo il tramonto oppure è l'aurora. Aurora. Come quella che sogna ad occhi aperti e dimentica la vita in salita cercando la passione nel microchip dell'emozione. Così abbandono il panico, congelo il cuore e a sangue freddo aspetto e mi diletto. vedo via d'uscita ma non abbandono la partita. mi piace troppo e non la mollo. il mondo è in una stanza e io lo lascio andare. mi segue come un matto come la palla al suo cagnolone. Luigi Delle Bicocche mi dice che non serve giocare ma se uno non gioca con il mondo secondo me poi muore. Perche la terra è una palla enorme e se ti schiaccia son danni, malanni, bestemmie e tradimenti. Un calcio se lo merita come chi merita una sberla. odio tutti ma con tutti mi diverto e li amo per questo. "è bello brutto io non lo so".
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infinito del verbo amare.
Anzi amare all'infinito.
E prego dio che ha inventato questra grammatica, drammatica, unica e ludica. E prego dio se questo dio è tanto grande che si fa pregare.