Un poeta, notamente ateo, interrogato da suoi amici su ciò che c'è dopo la morte risponde così:
Francamente non credo in Dio, sono ormai parecchi anni che ho rinunciato alla fede, è il più delle volte utilitaristica per non parlare della chiesa organo che sfrutta la figura di intermezzo fra Dio e gli uomini per pavoneggiarsi e condizionare le menti umane; sebbene io affidi gran parte delle mie credenze nelle mani della scienza e dell'arte ho una mia personale teoria per quanto riguarda la vita, scienziati affermano che essa dopo la morte abbia fine, io non sono d'accordo forse per paura o egocentrismo. Penso che la vita in quanto parte del tutto non può essere distrutta poichè "Nulla si crea, nulla si distrugge" persino i ricordi più remoti rimangono conservati nella nostra mente sebbene celati alla nostra razionalità... chissà forse esiste una dimensione in cui l'energia che da fonte alla vita stessa circola in un immenso flusso: quando nasce una vita esso ne riversa una parte in quel corpo appena generato per poi riassorbire quella frazione al momento della morte, ogni parte del flusso potrebbe contenere una personalità fondamentale (che viene tuttavia plasmata nel corso della vita), una personalità che ci identifichi, che si potrebbe chiamare persino "anima"... ma forse tutto questo non è altro che una sciocca fantasia frutto del terrore e dell'inconcepibilità del non esistere.