Girovagava nelle strade della mia città un simpatico personaggio. Alto, col viso scarnito, barba e lunghi capelli che teneva legati in una coda. Era molto gioviale, gentile e dalle maniere alquanto raffinate. Girovagava dal mattino al tramonto col suo elegante completo scuro un po' consunto dal troppo uso e nonostante il caldo afoso non toglieva mai la giacca.
Sempre vestido a festa percorreva instancabilmente le strade alla continua ricerca di denaro per poter acquistare latte e pane per i suoi orfanelli, per quei poveri bambini a cui procurava del cibo.
Abitava in un quartiere della periferia ed ogni mattino prendeva l'autobus per recarsi in centro. Camminava spensierato per le strade senza fretta né affanno e sulle sue spalle portava un fardo coi suoi tesori.
Era solito ad attirare l'attenzione della gente che incrociava e molte volte mi sono ritrovata a camminare sul suo stesso marciapiede. Era un uomo molto singolare e col suo sorriso garbato, impartirtiva benedizioni a chiunque si trovasse di fronte a lui, come un prete di strada senza chiesa né fedeli. A cambio chiedeva qualche spicciolo come elemosina.
Sotto il sole o sotto la pioggia non conosceva riposo. Era un continuo trotterellare per le vie del centro. Nella sua mente frastornata custodiva segreti e nel suo cuore generoso celava i suoi dispiaceri. Nessuno sapeva cosa le era capitato per ridurlo in quello stato di follia.
Io credevo che fosse un mancato sacerdote ma qualche tempo fa ho saputo che da giovane lavorava presso uno studio legale ma un giorno, senza nessuna spiegazione, non ci tornò più e cominciò la sua odissea e la sua vita di benevolo e caritatevole pellegrino nelle vie del Signore. Serviva il prossimo e nutriva un affetto particolare per i bambini di cui si occupava.
Nella città questo generoso signore veniva chiamato con un nomignolo alquanto singolare, Klim klim perche nei suoi tempi migliori quando la follia ancora non regnava nella sua mente, mentre andava nella sua bicicletta portava sempre con sé due barattoli di latte in polvere di una marca di nome Klim. I ragazzini per canzonarlo cominciarono a chiamarlo con un doppio Klim e non riusci più a scacciare nella loro mente questo nomignolo.
Ogni tanto si sentivano le voci dei bambini che lo incrociavano per le strade e come monelli lo canzonavano senza pietà chiamandolo ripetutamente Klim Klim! Allora l'ira dipingeva di rosso il suo viso scarnito e protestava sdegnato farfugliando tra i denti. Tante volte gli correva dietro e i monelli scappavano ridacchiando e urlando ancora una volta Klim klim!
Era un uomo essenzialmente di buon cuore e nonostante la sua follia non arrecò mai nessun danno alla gente.
Ricordo quando entrava in un bar presso lo stadio e ordinava un caffé. Dal suo sacco tirava fuori una tazza e dei granelli di polvere bianca che mi sembrava sale e non zucchero. Versava il caffé della tazzina nella sua tazza personale e aggiungeva la polvere bianca dopodiché incominciava il cerimoniale della benedizione del cibo e solo alla fine delle sue preghiere sorseggiava il caffé.
Dopo le sue lunghe camminate, con qualche spicciolo in tasca, andava a comprare del pane e del latte per la colazione dei suoi bambini.
Il giorno della mia cresima si presentò in chiesa, si avvicinò al gruppo di ragazzi in piedi vicino all'altare e posizionandosi al fianco del vescovo cominciò ad impartire le sue benedizioni con un bel sorriso sulle labbra. A fatica io riuscì a trattenere una risata e tutto proseguì come se nulla fosse e Klim Klim soddisfatto si allontanò dall'altare ed uscì dalla chiesa.
Per molti anni continuò questo suo pellegrinaggio nelle vie della città fino al giorno in cui, sulla via principale di quel quartiere di periferia mentre aspettava l'autobus che lo avrebbe portato in città, ebbe un malore e cadde a terra privo di vita.
È trascorso molto tempo da allora ma nei miei ricordi ancora vive quell'uomo che percorreva le strade del centro e in cambio di una benedizione chiedeva qualche spicciolo per i suoi poverelli, un uomo alquanto stravagante e schiavo della pazzia ma con un cuore tanto grande e tanto amore da donare.