Non ero sicura.
Avrei voluto trovare in lui, uomo, la certezza di quello che stavo facendo.
Lo conoscevo piuttosto bene, dopo sette mesi cominci a scoprire ogni particolare del partner. Ciò nonostante, una situazione del genere non era mai capitata fino ad ora.
“Allora?”, mi disse lui con un tono impaziente.
Io non risposi, mi limitai a togliermi la maglietta e lanciarla sulla moquette alla destra del letto.
Quel mio gesto dipinse sul suo volto un sorriso incomprensibile: ciò non fece altro che far aumentare le mie preoccupazioni.
Di li in poi, fu lui a prendere il comando della situazione.
Mi spogliava con fare tenero, alternando il levar dei vestiti con qualche caldo bacio.
Più il ritmo aumentava e più le mie ansie crescevano.
Arrivai ad essere abbigliata solo nella mia parte più intima e poco dopo fui spogliata anche di quella.
I pensieri mi facevano capolino nella testa, fermandosi qua e la, senza alcuna logica: percepivo risposte affermative e negative a domande inesistenti.
Un vortice di emozioni contrastanti impediva il mio libero arbitrio.
Arrivò il culmine.
Lui mi si avvicinò per iniziare il rapporto.
Io gli diedi le spalle, facendo roteare la testa per guardarlo.
Eravamo a meno di un metro di distanza ma era come se ci fosse un abisso tra di noi.
Presi ad esporgli cosa andava e cosa no, le mie ansie, i miei pensieri, le mie preoccupazioni e i miei contrapposti stati d’animo…
Giusto in tempo per fargli capire che non me la sentivo…
Rimasi fissa per qualche secondo ad osservare la porta che lui aveva fatto sbattere pochi minuti prima.
Se n’era andato, senza dire niente, senza arrabbiarsi, senza salutare ma soprattutto
senza capire….