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Quei cari amici di mail
Eccoci alla mia terza e ultima proposta creativa, antidoto finale all'inarrestabile decadenza dell'arte dello scrivere.
Ah, l'epistolario via mail! Quale magnifico strumento di conoscenza e di manifestazione del proprio stile e del proprio pensiero, riflesso nello schermo psichico dell'Altro! La colonna dorsale invisibile della grande letteratura!
Prassi perfetta della ricerca interiore del Sibi Scribere e perfetta realizzazione del Consorzio Autori Indipendenti, l'unica finora che abbia visto in pratica!
In sette anni di scrittura Web ho allacciato e sviluppato almeno una cinquantina di relazioni epistolari mail, considerando anche gli scambi di vedute tramite messaggi privati e chat nei siti letterari.
Possiedo una mole di messaggi mail dalla quale potrei ricavarne una decina di libri molto interessanti.
Strumento formidabile per avvicinare anime affini e testare improbabili cialtroni, quello delle mail.
Grazie all'epistolario digitale ho imparato a dividere il grano dalla pula, e col passare del tempo in modo quasi infallibile.
Ho imparato a riconoscere quello che frequenta i siti letterari solo per rimorchiare o perché è solo come un cane e non sa come cavolo impiegare il nulla che soffoca la sua vita, il "cacciatore di gonzi", il temibile maneggione che vorrebbe spillarci euro per farci pubblicare con la sua inesistente casa editrice a pagamento virtuale; gli attaccabrighe di professione e i tantissimi - un mare nell'oceano Web -narcisisti nati, i pallosissimi artisti "incompresi", per i quali "io sono io e voi non siete un cazzo".
Una commedia umana variegata e di formidabile impatto espressivo; ah, se avessi gli appoggi giusti, ne verrebbe fuori un ritratto tragicomico al fulmicotone! Un libro meglio di quelli di Fantozzi!
Molti amici di mail sono svaniti, altri sono rimasti per sette anni, altri vanno e vengono come le nubi e le onde del mare, come è naturale che sia.
La vita vera scorre come un fiume, ignara delle tastiere e dei computer.
I rapporti epistolari sono una delle poche cose che si salva della fantomatica rivoluzione informatica, insieme, forse, all'accesso a una vasta acquisizione di nozioni, che spesso però, si rivelano false e controproducenti.
In verità, ormai tutti lo sappiamo, più conosciamo e meno "sentiamo", più pubblichiamo i nostri affannosi e-buukki e meno proviamo desiderio per leggere letteratura d'alta qualità. La prima fase entusiastica del Web è finita: resta soltanto l'indistinto brusio delle proposte di contratto editoriale a esclusivo vantaggio dei cacciatori di gonzi e le pippe infinite dei narcisisti all'opera.
La prima fase della navigazione in Internet, dove tutto in automatico era meraviglioso, nuovo e interessantissimo è finita. Siamo ora nella terribile fase del suo massimo sfruttamento commerciale.
In qualche caso poi, la relazione per via mail è sfociata in una gita insieme in un museo o nella natura o in una grande libreria ed è lì che ho compreso i limiti e la grandezza di questa faccenda del Web.
Se questo nuovo medium aggrega anime affini per farle incontrare sulla strada e nella vita, per combinare uno scambio di potenziale umano, un progetto culturale concreto o anche solo un'apertura onirica verso un nuovo orizzonte, allora ha davvero un grande valore; se è solo la discarica di milioni di autocompiacimenti globali, il buco di cesso delle loro frustrazioni, non serve assolutamente a niente.
Recentemente abbiamo scoperto la favolosa quotazione in borsa dell'azienda di tale Zuckerberg, dal nome mi pare Facebook.
Orbene sto Zucchemberger ha guadagnato dieci centesimi moltiplicati per gli ottocento milioni di frequentatori di sto Fazebuuk.
Il buon Zukke ha creato un archivio di gusti umani tendente al ribasso e all'infimo mediocre, consultabile da chiunque voglia farne commercio. Niente d'illegale certo, e niente di così diabolico in fondo, mi direte.
Se sono tutti in preda al delirio del narcisismo e qualcuno ci guadagna miliardi di dollari è giusto, no, corifei del migliore dei mondi possibili?
No, che non va bene, carissimi e lo dico proprio grazie a quello che imparato dai miei amici di mail!
La scrittura Web può essere un'altra cosa da Facebook, da Twitter, dagli SMS, dalle chat episodiche e senza costrutto alcuno.
Potrebbe essere ricerca della qualita', no?
E nella scrittura via mail c'è qualità perché c'è vera ricerca, scambio, trasfusione di valori condivisi, sacri, vitali, nobili.
I rapporti epistolari schiaffeggiano il gregge smisurato di pecoroni umani che è venduto e comprato all'ingrosso ogni millesimo di secondo, senza rendersi conto della ricchezza e della forza che produce, e che gli viene quotidianamente estorta; se trovassimo i modi e i mezzi collettivi per rivendicare per noi esseri senza destino almeno un centesimo dei miliardi lucrati alla nostra partecipazione al Web, beh, al confronto, la rivoluzione cristiana, quella romantica e quella proletaria sarebbero delle barzellette da premier pedofili, ci potete scommettere.
E il mondo del Web sarebbe rivoltato come un guanto!
Sibi scribere, il Consorzio Autori Indipendenti, il cerchio ermetico degli amici di mail: queste sono le mie armi per farti tremare, mondo di cartapesta, e un giorno, anche se nessuno si ricorderà di me, come è giusto che sia, tu crollerai, infame vescica d'onagro, ricolma di vuoto e di escrementi.
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1 recensioni:
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- Io sono daccordo con te su tutto e ti direi che "io però non sono così", ma purtroppo credo di far parte di questo meccanismo anche io stesso. Sim, anch'io, io che colleziono ad esempio proposte editoriali (in merito chi vuole può leggere la mia poesia EAP presente nel sito) rigorosamente a pagamento. Per quanto riguarda "Sibi scribere" questo si spero di essere diverso e non so da chi abbia preso mio figlio che pur frequentando le superiori scrive in maniera orribile. Quello che ci deve consolare è che nulla sul web è cancellabile e rimarrà memoria di ogni singolo bit inserito qui. Riflessione la tua, don chishotte, che oltre che condivisa ho apprezzato molto. Ciao
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