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Andrea
Fa sempre più fatica a camminare. Non avrebbe mai voluto fare questa escursione, non ne ha voglia e il suo piede fa male più del solito. Come altre volte, è andato non avendo il coraggio di dire no. Ora che il suo gruppo comincia a distaccarlo, si domanda che senso ha parlare di coraggio nel dire no. Erika, sua moglie, e gli altri suoi due amici, per tutto il tratto percorso hanno continuato a parlare di questa escursione: porta ad una vetta che Andrea non ha nemmeno inteso quale sia. Non sono i soli partecipanti a questa specie di passeggiata che lui vive come un incubo nel dormiveglia. Altri, in gruppo o singoli, si muovono sparsi a varie distanze, in un tratto di vallone in falso piano verso ovest. Forse solo Andrea non ha coscienza della meta mentre tutti sembrano felici di questa avventura. Intanto il suo gruppo lo ha distanziato di un centinaio di metri, nemmeno si sono accorti che è rimasto indietro. Mentre continua a procedere con affanno, Andrea è perso nei suoi pensieri, si chiede perché mai dovrebbero aspettarlo o preoccuparsi di sentire le sue opinioni, in merito alla gita o su qualsiasi altro argomento. Lui sa di essere una persona priva di qualsiasi fascino. Non c'è nulla di se che gli piaccia e per lui è del tutto comprensibile l'indifferenza altrui, anche quella di sua moglie che da tempo non lesina i modi per dimostrarla. Allora che senso ha parlare di assenza di coraggio nel dire no a quella escursione? E mentre questa domanda gli martella in testa, una profonda angoscia si impossessa di ogni parte di se tanto da sentirsi le gambe spossate, incapaci a muoversi se non dopo uno sforzo immane di volontà. Ha voglia di piangere per allentare la tensione che lo opprime, ma non vuole commiserarsi. Non vuole in nessun modo affogare le sue responsabilità nel vittimismo. Si è messo da molto tempo in questo vicolo cieco, schiacciato da i suoi sensi di colpa, e ci sta marcendo. In questa passeggiata trasformata in incubo, ne prende piena consapevolezza. Mentre questa presa di coscienza si fa strada ne intravede, anche, l'unica via di uscita: chiuderla definitivamente. Qualsiasi prezzo da pagare sarebbe infinitamente minore alla disperazione.
Gli occhiali sono appannati per il sudore della fatica e qualche lacrima non trattenuta. A tratti distingue gli amici che lo hanno distanziato e ora tentano di richiamare la sua attenzione. Non fa caso a quel richiamo anche perché una voce femminile, calma e gentile, gli chiede se ci sono dei problemi. Una ragazza alta e bruna, lì con un altro gruppo di escursionisti, lo guarda con una certa apprensione, evidentemente la difficoltà di Andrea nel camminare non è solo un suo incubo.
Andrea la rassicura e trova la forza di un sorriso per ringraziarla. Poi, nella spontaneità a lui rara, le dice,
- in effetti sono un poco in difficoltà, e credo dipenda molto dal fatto che mi sono imposto di fare questa passeggiata da solo, senza riflettere sul perché e senza aver chiara la meta; e poi ho anche dormito poco.
- Allora aggregati a noi, come vedi non abbiamo fretta di arrivare e la meta è soltanto la scusa per una uscita domenicale.
- Grazie, mi unisco a voi volentieri se non vi crea problema una presenza assente. Non vi assicuro di essere di buona compagnia.
- Non temere il silenzio, se è questo che ti imbarazza, tra noi c'è anche chi non si fa problema a riempirlo con la sua voglia di parlare.
Si scambiano un sorriso e riprendono il cammino dopo un breve cerimoniale di presentazione agli altri del gruppo. Andrea si fa risucchiare dal vocio di Carla, che nel gruppo, per certi versi non proprio ciarliero, è una piacevole colonna sonora.
Camminano per un'ora buona sino ad arrivare su un'altura dove lo sguardo poteva spaziare sulle cime circostanti. Gli altri partecipanti all'escursione li hanno distanziati sino a non essere più visibili. Carla e Cristina, la ragazza che aveva invitato Andrea ad unirsi al gruppo, suggeriscono che quello è un ottimo punto per ristorarsi, e la proposta è immediatamente condivisa da tutti. Andrea, ha dimenticato che sua moglie e gli altri amici potevano aspettarlo preoccupati. Nel camminare con questi nuovi amici, ascoltando le loro voci, il suo turbinio di pensieri si è assopito e una nuova stanchezza si è impossessata del suo corpo e della sua mente. Come quando la tensione a sostenere un esame viene meno un secondo dopo averlo sostenuto, così adesso sente la tensione abbandonare il suo corpo. Stanco ma felice si siede spossato, posa lo zaino a fare da cuscino, distende le gambe guardando gli altri con un sorriso mai espresso prima. E quasi a chiedere scusa, si addormenta.
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