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La farmacia dell'anima
Questa è la situazione di partenza: tutto ciò che scriviamo oggi, mi sembra che si trasformi in un indistinto brusio inconcludente.
Questo nuovo Medium del Web, com'è stato impostato finora, ha il potere di neutralizzare ogni spirito critico, e si osserva la presenza invadente di un elemento paradossale: Internet ti lascia la massima libertà d'espressione ben sapendo che non sortisce alcun effetto (almeno nel breve periodo), un po' come accade in Europa a ogni sistema democratico, dove all'apparenza sembra che a decidere sia il comune cittadino ma in realtà non conta nulla. I nostri diritti democratici sono stati esautorati dall'economia e la nostra capacità di essere soggetti politici è diventata pari allo zero. Questo lo possiamo notare dalla scomparsa della censura e dall'instaurazione di una nuova forma di controllo di massa: l'Indifferenza totale del consumismo.
L'affluenza nel Web di migliaia di messaggi uno uguale all'altro, livella ogni tentativo di critica e stronca sul nascere ogni progetto di rivolta costruttiva.
La parola della poesia e della letteratura conosce nel nostro tempo una svalutazione che non si era mai verificata nella storia dell'umanità.
Questa nuova situazione comporta da parte nostra, autori dilettanti, qualunque sia il nostro pubblico o il nostro talento o la nostra preparazione, la ricerca di nuove soluzioni.
Per quanto mi riguarda, non smetterò di comporre e proporre le mie storie, anche se lo farò solo per me e per pochi amici, senza altre vane illusioni.
Consapevole del fatto che anche le mie parole durano solo mezz'ora, come quelle di tutti.
Mi propongo con questa rubrica di cominciare un lavoro culturale nuovo, adeguato alla situazione in cui tutti viviamo.
Cercherò di edificare una farmacia dell'anima, dove gli scaffali sono riempiti con parole che non passano nel giro di una mezz'ora, quando va bene.
Oggi la letteratura, per colpa soprattutto degli editori a pagamento che hanno eliminato le figure imprescindibili dei librai e della diffusione indiscriminata e senza controllo qualità degli e-book, è diventata mero intrattenimento e comunicazione immediata, in stile SMS.
Si lamenta la perdita tragica della durata di uno scritto.
Ogni espressione deve essere breve, di rapida scorsa, di veloce scorrimento e assorbimento.
La scrittura deve adeguarsi ai video giochi, in sintesi.
Nella mia farmacia voglio recuperare alcuni passaggi basilari della letteratura d'ogni tempo; frasi e periodi fondamentali da assumere lentamente e da far sciogliere nel pensiero col massimo tempo di assimilazione digestiva.
Saranno frasi brevi, certo, anch'io sono assoggettato ai tempi tirannici del Web; ma, lo vedrete, hanno un peso specifico diverso e sono sicuro che lo soppeserete.
Cominciamo dalla madre di tutte le storie, l'Odissea, il libro che da trent'anni tengo sul comodino come un Totem.
Ulisse, dopo un ventennio di guerre e guai assortiti, ritorna finalmente a casa sua, sull'isola di Itaca, e chi ti trova?
Un branco di figli di papà, meglio conosciuti come Proci, i quali si sbafano, senza conoscere la vergogna, tutti i suoi beni.
Come se non bastasse, cercano d'accoppargli il figlio Telemaco e d'insidiare sessualmente la fedele moglie Penelope.
Non è tutto.
Per aspettare il momento giusto e liberarsi di questi osceni parassiti, è costretto a travestirsi da mendicante e sopportare ingiurie e umiliazioni indicibili, tra le quali, il doversi battere in un duello letale con un altro accattone operante nel suo palazzo reale, per aver il privilegio di poter divorare dei miseri avanzi, gettatigli in terra come se fosse un cane bastardo, dagli sciagurati Proci.
E in questo momento disperato, in cui la vera identità d'Ulisse, - di padre e marito, d'eroe di guerra e di grande esploratore- è negata tragicamente dall'avidità criminale dei raccomandati rampolli d'Itaca, il Re dell'isola si dà forza, si sostiene, s'incita con queste semplici e intense parole:
"Cuore mio, sopporta. Hai provato un dolore ancor più grande il giorno che il pazzo Polifemo divorò tanti tuoi valorosi compagni, e tu sopportasti in silenzio, affinché l'astuzia ti permise di uscire da quell'antro in cui già credevi di morire".
In questo modo l'eroe che ha affrontato eserciti, peripezie, mostri, Streghe ed è sceso anche nell'Ade, s'impone la rinuncia, il silenzio, il saper aspettare il momento propizio per riprendere in mano il proprio Destino.
Una lezione immortale, indimenticabile anche per noi, esseri senza Fato che lottiamo per il diritto incoercibile di assomigliare a noi stessi, contro tutto ciò che è "normale" e "omologato".
Cuore mio, sopporta.
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l'autore Mauro Moscone ha riportato queste note sull'opera
Quando le parole durano solo mezz'ora
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A rileggerci
- Questo brano, giustamente ben scritto, è degno di segnalazione per il contenuto, in quanto vengono indicate molte cause da ascriversi all'agonia della lettura e della letteratura.
In merito ai Librai, posso dare una testimonianza diretta, essnendo io figlia di un libraio che ha diretto un negozio di libri dagli anni '70 per oltre 20 anni, negozio di un certo livello in città. LA libreria allora era un luogo di incontro serale di molti intellettuali, io stessa ragazza ho potuto conoscere personaggi interessanti ed artisti. Il libraio allora era un riferimento. Mio padre conosceva tutto quello che usciva sul mercato, consigliava ed intratteneva anche il cliente più esigente. Io ho trascorso un'adolescenza ricca tra quegli scaffali, leggendo di tutto, sin dall'età di 15 anni.
Oggi anche le migliori librerie, anche quelle connesse a nomi editoriali di fama, sono per lo più un self service, il libro una merce come tante, meglio se in super sconto.
Sono d'accordo con te in merito al fatto che chi sa scrivere lo faccia e faccia circolare più che può quello che produce, anche a mezzo di siti come questi... Io la mia parte la sto un po' facendo e mio desiderio sarebbe quello di riuscire a darmi definitivamente alla scrittura per far sentire una voce libera, la mia. Metto il pezzo tra i preferiti e grazie per averlo scritto!!
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