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L'Incontro
aereoporto di Milano Linate, ore 22, ulltimo aereo x Roma. Arrivai trafelata.. bagalio a mano e ventiquattrore, passai il controllo e finalmente con un sorriso soddifatto mi sedetti ad aspettare che chiamassero il volo.
Finalmente, chiusi gli occhi stanchi dopo una settimana di sfilate ero distrutta.. ma il mio lavoro mi piaceva e quindi tutti i sacrifici venivano ripagati con riconoscimenti. il mio giornale apprezzava
le mi interviste agli stilisti per la settimana della moda nella sua capitale naturale, la grande e fredda Milano eravamo a Gennaio e la neve ricopriva tutto, anche la madonnina sulla guglia più alta del bellissimo Duomo
aveva uno scialle di neve che le ricopriva le spalle. Mentre pensavo alle mie cose, mi sentii battere lievemente la spalla, una voce calda con un lieve accento francese mi disse"Signora, sta bene? ha bisogno di aiuto?
sono un medico."aprii gli occhi e mi trovai davanti il più interessante paio d'occhi verdi mai visti prima. gli sorrisi e gli dissi" no grazie, sto bene, solo stanchezza". mi chiese il permesso di sedermi vicino ed io
con un cenno della testa lo invitai. Con la coda dell'occhio lo scrutai, alto, maturo brizzolato, molto elegante. fu lui stavolta a sorridere e mi disse se avevesse superato l'esame. Io gli risposi sorridendo "è una deformazione professionale, sa, faccio la giornalista di moda, mi viene spontaneo guardare gli altri, a volte sono troppo invadente e non me ne accorgo le chiedo scusa"Lui mi disse che era tutto ok, la sua era stata solo una battuta.
iniziammo a parlare del più e del meno. mi racconto che era un medico che era venuto a Milano per un congresso sulla la chirugia neonatale, che lavorava tra Parigi Milano e Roma.. e per questo si trovava in aeroporto
doveva andare nella capitale per un importante intervento che si sarebbe tenuto due giorni dopo. il tempo passava, ma non si sentiva nessun annuncio.. la gente che aspettava iniziava ad innervosirsi. qualcuno andò per informarsi, ma la risposta fù" non sappiamo nulla stiamo aspettando". intanto si erano fatte le 23, quando, da un altroparlante ci annunciavano che il volo era stato soppresso x neve e tutto era rimandato all'indomani alle 10.
quindi scoppiò il putiferio, ma una hostess gentilissima ci disse con calma che la compagnia si scusava per il disagio e che avrebbe provveduto a far arrivare un pulman che ci avrebbe portato in albergo
e che l'indomani ci avrebbe prelevati per la partenza.. quindi ci guidò verso l'uscita. Il dottore si era messo al mio fianco e mi aiutò col bagaglio lui aveva solo una valiggetta. salimmo sul mezzo che ci porto
in un albergo vicino l'aeroporto un 4 stelle molto grazioso dal nome esotico x la città, Le Palme. scendemmo tutti e lui sempre al mio fianco, sempre parlando scoprii che era molto simpatico e accattivante.
Ci fecero entare nella holl, ci chiesero di fare la fila ed a ognuno, avrebbero assegnato una camera per i propri bisogni. la fila era lunga io avevo una fame nera, ma prima che io parlassi, il bel dottore che mi disse si chiamava Antoine, mi propose di andare a cena lui era affamato al punto tale che si sarebbe mangiato una poltrona, io ridendo risposi che accettavo con piacere dato che mi trovavo nelle sue stesse condizioni non toccavo cibo dalla colazione fatta alle 9. il ristorante aveva aperto per l'occasione speciale ma ci dovevamo accontentare di quello che c'era, quindi, bistecca ed insalata. per noi andava benissimo, ci facemmo portare una bottiglia di Nero D'avola per accompagnare il tutto. la cena fu piacevole, scoprimmo di avere molti interessi in comune, seppi che era separato da 5 anni senza figli, mi raccontò che il matrimonio si era spento dopo 15 anni senza dolore per entrambi. Lui stava bene, anche se sperava sempre di trovare una donna dolce, bella e con interessi comuni. ma ormai superata la soglia dei 50 anni si accorgeva che diventava sempre più difficile.
Io gli parlai di me, che ero una madre singol con una figlia avuta giovanissima, il padre appena saputo che io ero rimasta incinta si era dileguato, e adesso dopo tanto tempo lo capivo a 16 anni non sì può essere responsabili. Io ero stata fortunata avevo una famiglia alle spalle che mi coccolava in tutto e che si erano presi cura della piccola mentre io studiavo e mi laureavo in giornalismo. Adesso aveva 28 anni, splendida donna che faceva l'insegnate di storia dell'arte in un liceo artistico a Roma..
Il vino aveva fatto scivolare qualche freno inibitorio, ci trovammo a condividere il piacere della lettura, che avevamo scrittori amati in comune, che la musica che ascoltavamo era la stessa, che adoravamo entrambi Paolo Conte, che il caffè dopo cena lo prendavamo macchiato, quando involontariamente le nostre mani si sfiorarono, fu come il passagio di una corrente elettrica che ci fece sobbalzare entrambi dalle sedie. In quell'istante il direttore dell'albergo ci chiamò dicendo che era desolato che era rimasta solo una matrimoniale oppure che uno dei due si doveva trasferire in un altro albergo.. era già la una di notte.. e non me la sentvo di dire ad Antoine
di andare via era stato così carino, lui mi guardava come per dire sei tu Giulia a decidere. Ed io decisi... dissi al direttore che non c'era bisogno e che ci saremmo adattati, eravamo entambi maturi e responsabili.
lui andò via quasi sollevato, ed Antoine mi prese la mano e la baciò dicendomi.."hai salvato un medico quasi ubriaco, grazie Giulia"un addetto al piano ci accompagnò alla nostra camera.. io nel frattempo mi ero un po' ricreduta sulla scelta, ma non potevo più tirarmi indietro. questi apri la camera ci consegno la scheda e con "buona notte signori " si chiuse la porta alle spalle". la camera era confortevole un grande letto regnava al suo centro. un grande specchio al muro di fronte con sotto una scrivania, una finestra alla sua destra faceva filtrare le luci dei lampioni sottostanti, un leggero ronzio del climatizzatore riempiva l'ambiente di un bel calore e un divano bianco
completava l'arredo... mi sedetti sul divano, lui appoggiò il mio bagaglio sull'apposito trespolo.. e si sedette al mio fianco. Mi prese la mano dicendomi" cheri, no preoccoccuparti sono un signore" in quel momento mi abbracciò e mi baciò delicatamente, le sue braccia calde mi tennerò stretta, mi disse" avrei voluto farlo in aeroporto mentre avevi gli occhi chiusi, mi hai attirato come una una falena la fiamma "Io alzai lo sguardo
e mi persi in quegli occhi verdi. non pensai a nulla e mi appoggiai a lui, che mi prese in braccio e mi adagiò sul letto come una una cosa preziosa. "non pensare " mi disse "assaporiamo questo momento, domani sapremo cosa fare". e spense la luce. mi svgliai con un peso sul seno, avevo il suo braccio adagiato su di me.. ad un tratto ricordai tutto, mi alzai presi le mie cose ed andai in bagno... l'acqua mi schiariva la testa... cosa avevo fatto, era contro tutti miei principi quello di andare a letto con un uomo la prima volta usciti assieme. il telefono squillo alle 8, 00 la reception ci annunciava che il pulman sarebbe arrivato alle 9 uscii vestita e truccata,. lui si alzò mi bacio sulla guancia come una cosa che aveva sempre fatto, con naturalezza. e andò in bagno a sua volta. .. uscì già vestito bello e profumato ma appena vista la mia espressione cambiò . . io non parlavamo, non riuscivo a dire nulla non riuscivo a guardarlo.. Antoine mi chiamò" Giulia cosa c'è.. cosa ho fatto? " il suo viso era imapurito supplicavano i suoi occhi di guardarlo.. era stata una notte bellissima.
ma mi colpevolizzavo su quello che avevo fatto, non era da me e questo lo dicevo a lui man mano che mettevo le cose in valigia. con rabbia.. scaricando su di lui quello che era accaduto... mi prese le mani mi fece girare verso di sè.."guardami "mi disse.."cosa vedi in me un uomo che nemmeno saluta e va via e ringrazia x la serata??" " Giulia io sono stato me stesso sincero, sono stato meravigliosamente bene con te, sono pronto ad affrontare tutto quello che tu deciderai". Finii di fare il bagaglio e uscimmo vicini... continuavo a non parlare.. lui mi prese la mano e me la baciò.. delicatamente dolcemente... questo mi commosse, lo guardai e gli feci un timido sorriso.
salimmo finalmente sull'aereo in perfetto orario stavolta.. atterrammo.. e lui mi prese da parte e mi disse"non voglio perderti non posso dirti di amarti oggi.. ma quello che provo x te e molto simile a questo sentimento, non mettermi da parte per dei vecchi pregiudizi siamo nel 2000 certi preconcetti sono ormai un ricordo e poi non hai tradito nessuno, ma hai amato un uomo stanotte. costuiamo un futuro insieme Giulia, almeno proviamoci" detto questo mi attirò a se, e mi baciò, un bacio dolce e disperato.. mi tenne stretta, mi mise in mano un biglietto da visita dicendomi" chiamami ti aspettrò ogni giorno.. ti prego" e si incamminò verso l'uscita. rimasi un attimo ferma perplessa con il suo sapore tra le labbra.. lessi il biglietto.. ma con un impulso di rabbia.. lo buttai. feci un respiro e mi incamminai verso l'uscita e già vedevo mia figlia che mi salutava con un largo sorriso. passavano i giorni, la vita riprese il solito tran tran quando una mattina mi sveglia disperata.. piangendo.. dicendomi che ero stata una sciocca un'impulsiva megalomane... avevo perso l'occasine della vita con un uomo come Antoine, il suo ricordo quella mattina mi si era appiccicato addosso, mi sentivo come una donna inutile, mi vedevo invecchiare da sola e diventare acida da zitella incallita... no non poteva succedere questo doveo trovarlo.. mi alzai e accesi il pc.. ricordavo il suo nome e l'ospadale a Roma dove lavorava, quindi misi su Googol mi accertai della via dove si trovava il nosocomio, mi vestii mi truccai e mi avviai per uscire, mia madre mi chiamò "Giulia ma dove vai così presto sono appena le otto..." "devo verificare una cosa mamma, ti chiamo appena posso". Uscii di corsa infilando il cappotto non avevo nemmeno fatto caso a cosa avevo indossato ma non aveva importanza, la mia macchia era sotto il portone, impostai il navigatore, misi in moto e partii. arrivai traffico permettendo dopo un'ora e mezza.. posteggiai ed entrai.. chiesi informazioni se il dottore Ferrò era in studio. mi disserò di attendere, stavano verificando. aspettai 10 minuti che sembrarono etrni... la signorina mi disse che se ero fortunata lo trovavo ancora in studio. mi indico dove andare e mi misi a correre su per le scale. arrivai alla sua porta c'era il suo nome scritto sopra, bussai, nessuna risposta.. feci per aprire la maniglia e due occhi verdi verdi si affaciarono di fronte a me... Rimase stupito fermo un sorriso da ebete sul viso, ma si riprese subito, mi tirò dentro la camera chiuse la porta.. e mi abbraccio.. un abbraccio come chi ritrova un figlio perduto, come un assetato che trova la sorgente.. mi mancava il respiro cercai di allontanarlo dicendgli scherzando per smorzare l'atmosfera " ho capito che sei contento di vedermi ma lasciami respiare altrimenti dovari farmi la respirazione artificiale "lui mollò un po' la presa ma non mi lasciò, iniziò a darmi tanti piccolissimi baci in tuto il viso... e finalmente mi baciò e stavolta il bacio non fù di disperazione ma di fiducia e amore. e finalmente lo sentii respirare e rilassarsi.
iniziò a parlare" perchè Giulia perchè ci hai messo così tanto tempo a venire da me, avevo già sgiunzagliato dei detectiv per scoprire dove vivevi, sarei venuto a prenderti appena avessi scoperto dove abitavi.."mi guardò in viso sorridendo e senza preamboli o mezze parole mi disse " ti amo" sposami subito prima che ci ripensi" ed io felice gli risposi.. Si
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0 recensioni:
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- Oggi è il giorno giusto per leggere questa dolce favola d'amore.
- Mi è piaciuto molto Anna.. come una bella favola a lieto fine..
ma non sempre le cose vanno cosi'...
Credo che certi treni passano raramente.. meglio prenderli al volo!!!
Brava cara... ciao a presto...
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