Mi coglieva di sorpresa quella musica, faceva parte della mia giovinezza, dei miei sogni. Musica che non ricordavo da tempo, che non mi sarebbe tornata alla mente se ora non mi avesse colpito alle spalle, inattesa, uscendo da una finestra stranamente aperta in questa stagione invernale.
Mi ricordava gioie e profumi di giovinezza, di giorni passati in riva al mare, e di quel sole che incendiava la spiaggia e bruciava la pelle mentre un ghiacciolo si rompeva lasciando lo sconforto di uno stecco in mano e l'escogitare di come mangiarlo. Quel soffio di vento leggero mi ricordava bagni al chiaro di luna quando guardavo le stelle che al contrario di oggi non mi parlavano del passato, ma del futuro, di sogni... di desideri. Quanta voglia di vivere avevo!
Continuavo a rimescolare questi dolci ricordi, sorridendo mentre camminavo a piedi nudi su questa striscia di spiaggia deserta. Mi è sempre piaciuto camminare scalza sin da bambina ed era bello farlo di nuovo, affondare i piedi su questa morbida sabbia, mentre ascoltavo il rumore del mare in inverno e respiravo quel profumo di sale che riportava alla mente ricordi che scorrevano come sabbia nella clessidra della mente.
Già ... malinconici i pensieri che ora assalivano la mia mente, gli stessi che mi avevano condotto su questa spiaggia. Intorno a me gusci vuoti, mi tenevano compagnia, sassi levigati dalle onde del mare, resti di ostriche e granchi che non erano riusciti a sopravvivere... ognuno di loro era stato trascinato negli abissi profondi, vittime di un mare splendido, che a volte non perdona. Anche io avevo perso qualcosa che mi apparteneva, il mio frutto viscerale era stato risucchiato dal vortice violento di un mare in preda all'ira. Ma ero sopravvissuta alle forti correnti marine, e ora potevo raccontare di tutte le onde che avevo visto infrangersi, l'una nell'altra con una forza tale che non avrei mai neanche osato immaginare
Sopraffatta dagli avvenimenti della vita continuavo a cammino ormai rassegnata... passi, tanti passi, passi lunghi una vita che non era stata affatto morbida come quella sabbia. Mi giro indietro a cercare su bagnasciuga il passaggio dei miei piedi come facevo da bambina, ma non avevo lasciato segno del mio passare. Si... certo, la vedevo tutta li la mia vita in quella striscia di sabbia. Il mio passaggio non ha mai lasciato segno nella vita di chi ho tenuto nel cuore e che mi aveva cancellato via, proprio come quell'onda sulla spiaggia.
Continuavo a stare li, ferma, seduta... nell'attesa non so di cosa, come se aspettassi un regalo da questo mare... giocavo con un legno bagnato conteso tra la riva e la spiaggia, fra le dita granelli che mi sfuggivano e scandivano il tempo tra un'andata e un ritorno...
Andavano i miei passi e ritornavano in un cammino calmo, mesto e solitario, guardavo l'orizzonte, mentre era lui ad abbracciarmi... quell'ultimo flebile raggio di sole di quella giornata di mare invernale.
Restavo in silenzio, perché non c'era altro da dire... in quel finire del giorno c'era già scritto tutto un racconto che non volevo più ascoltare né mai più sentire narrato da parole... ma solo dalla voce del mare, del vento e del silenzio! Sussurrava il vento del mare in inverno e così facendo, sfogliava lentamente, apriva e chiudeva, le pagine di un libro... mentre con gli occhi socchiusi continuavo a camminare... e godere delle stupende sensazioni che dava il mare nella stagione invernale.