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Seconda chance
"Non prendertela con me... sono stato sincero": ecco tutto quello che ha saputo dire alla fine del suo vigliacco discorso.
Certo, perché la cosa più importante è non sentirsi in colpa. Gli avrei voluto dire che i tormenti della sua coscienza sarebbero stati il minimo. Un niente in confronto a quello che avrei dovuto passare io nei giorni successivi.
Fissavo il volante della mia macchina come se fosse la cosa più interessante mai apparsa sulla faccia della terra. Aveva detto di avere mezz'ora libera e io mi ero precipitata. Per sentirmi dire cosa? Che il suo lavoro di neurologo lo impegnava troppo e che non poteva concedermi più tempo. E vedersi un paio di volte a settimana non era stare insieme. Non mi sono mai sentita così sfigata in vita mia. Mi stava lasciando un uomo che non era nemmeno stato il mio fidanzato. Per lui ero solo la tipa con cui usciva. Molto comodo, immagino.
Così aveva la scusa per presentarsi a casa mia a qualsiasi ora del giorno e della notte dedicando invece, ai suoi amici, trentenni scapoloni come lui, la maggior parte dei fine settimana. Non mi stava bene questa situazione.
Speravo che tenendo duro, dopo un po', avrebbe ceduto e si sarebbe impegnato con me. Invece niente. E ogni volta che provavo ad accennare a un impegno cambiava discorso. Avrei dovuto essere io a rompere, ma tutte le volte che mi proponevo di farlo non ci riuscivo. I suoi modi così spigliati, il suo capirmi e farmi ridere erano per me qualità irrinunciabili. Il suo sorriso aperto e i suoi meravigliosi occhi verdi mi convincevano sempre a dargli un'altra possibilità. E invece niente, in quel momento ho saputo che era stato tutto inutile.
"Vedi, ho lasciato la mia ex proprio perché per motivi di lavoro non potevo stare di più con lei..."
"E quando hai conosciuto me non lo sapevi che eri così tanto impegnato?"
"Sì certo... però ho voluto provarci lo stesso e, come vedi, non ci sono riuscito";
non aveva tenuto affatto conto che io avrei potuto sperare di avere qualcosa che non era in grado di darmi. Non ci ha pensato un attimo a farsi scrupoli. Non ha preso minimamente in considerazione che mi sarei potuta illudere, che avrei potuto soffrire. No. Lui voleva fare "la prova".
"Restiamo amici?"
"Come vuoi"
Non sono riuscita a guardarlo in faccia. Avevo paura che sarei scoppiata a piangere. Dopo una serie di insuccessi sentimentali ci credevo davvero che quella sarebbe stata la volta buona. Mi ha stampato un bacio sulla guancia e salutato con un "ciao bellissima".
"Ma sai dove devi metterteli i tuoi ciao bellissima!?!"
Ormai non mi poteva sentire. Era già uscito dalla macchina e si stava incamminando verso l'entrata dell'ospedale.
"Sono tutti dei grandissimi pezzi di merda!" esclama Lisa, la mia migliore amica, gettando l'ennesimo fazzolettino di carta inzuppato di lacrime nel cestino. Il suo storico fidanzato l'ha appena lasciata e io sono qui, da quasi tre ore, a farle da sostegno psicologico. "Non tutti dai..." provo a rasserenarla.
"Sì invece!" urla soffiandosi il naso "Il bastardo doveva andare a Parigi per una conferenza e invece ha deciso di rimanere lì per colpa di una qualsiasi troia francese! Ci dovevamo sposare... Maia, lo capisci come mi sento?"
"Credo di sì..."
"E non ha nemmeno le palle di venirmelo a dire in faccia, 'sto stronzo! Dopo cinque anni tutto va in fumo con una cazzo di telefonata!" con una forza che non le ho mai visto, lancia il cordless che va dritto dritto a scagliarsi contro la parete. I pezzi di plastica schizzano in giro per poi andarsi a posare rumorosamente sul pavimento. L'atmosfera è talmente tesa che non oso nemmeno alzarmi per raccoglierli.
"Prova a chiamare adesso! Coglione!" grida Lisa fissando i pezzi a terra.
"Lisa... però adesso calmati"
"Tu ti sei calmata quando quel tuo neurologo ti ha lasciata?"
"Raul non è mai stato mio... lo sai. E comunque adesso non si tratta di me..."
è un anno e mezzo che non lo sento nominare. Ho proibito a Lisa e a tutti i miei amici di parlarmi di lui. Ho cancellato il suo numero, i suoi messaggi... tutto. Ci sono stata male, lo ammetto, e anche tanto. Ma poi è passato e sono tornata ad essere serena. Ormai sono indifferente.
"Maia, scusa, mi dispiace... non dovrei prendermela con te..."; una piccola lacrima le scende dagli occhi.
L'asciugo con il pollice e le dico di non preoccuparsi, sono la sua amica e se sfogarsi con me la fa stare meglio, che si accomodi pure.
"No... non mi fa stare meglio. Mi sento una stronza a fare con te questi discorsi..."
"Lisa ma perché dici così? Con chi ne vuoi parlare se non con me? Con il pesce rosso?" indico Sammy che, ignaro di tutto il casino che la sua padrona sta facendo, continua a nuotare tranquillamente dentro la boccia. Lisa abbozza un sorriso e risponde: "Hai ragione, è solo che io fino a adesso in amore sono stata fortunata... tu invece ne hai passate tante e sicuramente sei stata peggio"
"Appunto. Questo fa di me un'esperta... non credi?"
"Sì..."
"E adesso guarda come sono tranquilla e felice"
"Maia... grazie di tutto, ma adesso vorrei dormire un po'".
Mi stringe la mano e allunga le gambe sul divano. La saluto e le prometto che per sabato organizzerò una bella serata solo per ragazze.
Venerdì pomeriggio, dopo il lavoro, mi concedo un giro per negozi in cerca della mise perfetta per la nostra serata esclusivamente femminile; cena di pesce, giro dei locali più "in" e a ballare fino all'alba. Anche se non abbiamo più diciotto anni, in casi di emergenza, certe cose credo che ci siano concesse anche a venticinque.
"Maia" una voce stranamente familiare mi colpisce alle spalle mentre fisso una vetrina. Temo di sapere di chi sia questa voce. Ho paura di girarmi e scoprirlo. L'avrò immaginata? A pensarci bene, sta quasi scomparendo dalla mia mente. Torno a dedicare la mia attenzione a un vestitino blu elettrico, quando la sento di nuovo. Forte. Incisiva. Incalzante.
"Maia? Sei tu?"
mi decido a voltarmi. Sì, è lui. Raul. Un anno e mezzo più vecchio, ma è sempre lui. Con i suoi occhi verdi, i suoi capelli neri e un po' mossi, un velo di barba che prima non aveva. "Ah... ciao!" faccio per fiondarmi dentro il negozio ma lui mi trattiene per un braccio.
"Non sono qui per caso" mi punta lo sguardo addosso "ti sto cercando da una settimana. Possiamo parlare?"
"Sì... va bene"
"Facciamo due passi?"
"Certo" ecco, anche stavolta non riesco ad anteporre me a lui. Ha bisogno di parlarmi e io sono qui, pronta ad ascoltarlo, e a rinunciare allo shopping. Brava Maia, mi dico, bei progressi.
Troviamo una panchina e ci sediamo. Ha l'espressione stanca e provata.
"Ti ho aspettato sotto casa tua, ma i vicini mi hanno detto che ti sei trasferita" comincia "ho girato tutti i bar della zona, i ristoranti... non mi ricordo l'indirizzo di dove lavori, altrimenti sarei venuto lì... me l'hai mai dato?"
"Raul" taglio corto "che cosa vuoi?"
"Maia... mi manchi!" esclama tutto d'un fiato "solo adesso mi sono reso conto di quanto sia vuota la mia vita. Ho un lavoro che mi piace e mi gratifica, quello sì... ma vedendo tutti i miei amici sistemati mi sono accorto che accumulare soldi non ha senso se non si ha qualcuno con cui goderli"
Non riesco a rispondere. Non riesco a capire cosa vuole dirmi.
"Quindi?"
"Vorrei che tornassimo a frequentarci"
Le sue parole mi colpiscono in pieno. Mi entrano dentro, agitano tutta la serenità che mi sono faticosamente ricostruita e se ne vanno, senza sconvolgere niente. Una strana sensazione di pace mi pervade. Non so perché. Per evitare di guardarlo mi aggiusto i guanti.
"Maia, guardami" non l'ho mai visto così vulnerabile. Ha gli occhi arrossati, i capelli scompigliati e un'aria talmente triste che farebbe venire a chiunque voglia di stringerlo forte e coccolarlo.
"Io..." farfuglio "veramente... ho sperato veramente tanto che mi dicessi queste cose"
"Sono contento che..."
"Ma non so se sono di nuovo disposta a mettere in discussione la mia vita per qualcuno che non ha il coraggio di amarmi nel modo in cui merito di essere amata"
capisco che una risposta del genere non se l'aspettava. È impreparato, scombussolato. Distoglie lo sguardo da me e mormora un "perché dici così? Adesso io non commetterei lo stesso errore... dedicherei a te, anzi, a noi tutto il mio tempo libero"
"Raul, tu non volevi stare con me" ribatto "e io non ho voglia di passare i fine settimana con il cellulare in mano aspettando una telefonata che non arriva mai"
"Ho dato la priorità alle cose sbagliate..." la sua voce s'incrina leggermente "sarà diverso... te lo prometto"
"Non ho voglia di stare male... di nuovo"
"Giuro che non accadrà"
"Tu sei bravo a parlare" dico alzandomi "ma io ho questa sensazione... e non puoi dire niente per farmela cambiare"
"Maia" si alza anche lui "il fatto che sono qui a dirti queste cose deve farti capire che puoi credermi..."
"Tu mi hai detto che nella vita bisogna essere un po' egoisti" so di sferrare un colpo basso usando le sue parole "non potevi rinunciare a certe cose per stare con me... e io adesso non posso mettere la mia serenità a rischio"
Restiamo a fissarci negli occhi. Lui incredulo, io non del tutto convinta di quello che gli ho appena detto. Sto gettando via cosa che potrebbe essere bella e coinvolgente? Forse, ma sono convinta che le persone non possono sradicare del tutto quella che è la loro natura.
"Promettimi..." la sua voce è come un soffio "promettimi almeno che ci penserai"
"Sì, va bene" accenno a un sorriso "questo posso farlo" prendo il biglietto da visita che mi porge e me lo infilo nella tasca dei jeans.
"Ciao Raul"
Appena arrivo a casa getto cappotto, sciarpa e guanti sull'attaccapanni e mi butto sul letto. Fisso il soffitto assorta nei miei pensieri.
"Buon primo mesiversario, amore!" Stefano entra in camera con una rosa in mano.
"Oddio!" esclamo "mi hai fatto prendere un colpo!"
"Scusa" mi saluta con un bacio e mi da la rosa.
"Grazie" mentre lo abbraccio, capisco che è solo di questo che ho bisogno. Del suo profumo, del suo corpo che s'incastra perfettamente al mio, del modo in cui mi ama e del modo in cui io amo lui. Vedo la luce del lampadario riflettersi sulla mia fede e penso a quanto sono fortunata ad avere una persona come Stefano accanto; affettuoso, innamorato e bellissimo.
"Come è andata la giornata?" si sdrai accanto a me e mi accarezza i capelli.
"Abbastanza bene, la tua?"
"Un inferno" nonostante tutto riesce a sorridermi "andiamo a cena fuori?"
"Io avrei un'idea migliore..." gli sussurro nell'orecchio cominciando a sbottonargli la camicia.
Due ore dopo, avvolta nel buio della stanza, mi sorprendo a fissare Stefano mentre dorme. Sono solo le nove di sera, ma stamattina l'ho sentito alzarsi prima del solito. Deve essere crollato. Ci siamo conosciuti un anno fa; stavo annaffiando le piante sul davanzale e, per seguire la televisione, non guardavo quello che stavo facendo, sicché l'acqua, invece di finire sui vasetti è finita dritta dritta sulla sua testa di Stefano che, proprio in quel momento, stava passando sotto casa mia.
"Mi stai fissando?" biascica con la bocca sul cuscino.
"Sì scusa" gli do un bacio sulla guancia "vado a preparare la cena"
Mi infilo la vestaglia e afferro i vestiti dal pavimento. Una volta in bagno, mi do una sistemata ai capelli e indosso una tuta comoda. Mi cade l'occhio sulla cesta dei panni sporchi. Accidenti, è davvero piena! Sarà meglio mettere a lavare qualcosa prima di ritrovarsi senza vestiti. Prendo le cose blu, le sistemo nel cestello insieme ai jeans che indossavo oggi pomeriggio e faccio partire la lavatrice.
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0 recensioni:
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- @Bianca: grazie infinite per il commento positivo! Sono contenta che si sia capito il senso del titolo la rivincita non sta nell'averlo ripagato con la stessa moneta per il gusto di farlo, ma nell'aver trovato la serenità malgrado tutto. Sono fermamente convinta che viver bene sia la miglior vendetta passerò subito da te
- Non capisco perchè appaio come anonimo... bachi del sistema, probabilmente. Comunque il commento sottostante è il mio. Saluti da Bianca.
Anonimo il 06/03/2012 21:05
Ti confermi una brava narratrice. È vero che di storie così ce ne sono tante ma bisogna anche saperle raccontare e tu ci sei riuscita molto bene. Anche a me ha spiazzato il finale ma in fondo il bello delle persone è che riescono sempre a stupirci, al di là di quelle che sono le nostre aspettative. La vita offre a tutti infinite possibilità :le scelte sono uniche e imprevedibili per ognuno... In effetti è una seconda chance, ma per lei, giustamente. Rappresenta quindi una rivincita per tutte quelle donne tanto spesso trascurate e sottovalutate e che certi uomini "distratti" o troppo impegnati per accorgersi del loro valore, non si meritano di avere accanto.
- @Malù: grazie grazie grazie forse è una situazione un po' paradossale passare da uno che non ha nemmeno il coraggio di considerarti la sua ragazza a uno che addirittura ti sposa... ma concorderai con me che al neurologo ben gli sta... adesso, che vada pure a letto con il suo lavoro bacini
Anonimo il 29/02/2012 19:26
Brava Virgi, la storia come sempre è ben scritta, ma quello che mi ha colpito è il finale.. mi aspettavo che lei non lo avrebbe perdonato, ma assolutamente non che avesse un altro uomo! mi piacciono le tue storie perchè sembra, quasi, che le situazioni prendano vita! ancora complimenti, continua su questa strada
- @Adi: grazie mille per il tuo commento! Vedo che sei nuovo in questo sito... passerò presto a dare un'occhiata alle tue opere
- @Fernando: certamente non è sull'originalità che ho voluto puntare, mi piace prendere spunto dalle situazioni reali e farle mie. Come hai detto anche tu, volevo proprio far credere che alla fine il bel neurologo avrebbe di nuovo ottenuto ciò che voleva. Più che di mancanza di perdono e di desiderio di ripicca, però, parlerei di indifferenza. Ovvio, un fantasma che torna dal passato sarebbe capace di sconvolgere chiunque. Ma in questo caso, passati primi momenti, lei si scorda completamente di lui, tant'è che mette a lavare i jeans senza ricordarsi minimamente che così non avrebbe potuto richiamarlo. Questo è almeno quello che io volevo comunicare, poi certo, ognuno può leggerci ciò che vuole e che si sente. Grazie mille per la tua fiducia, è senz'altro un incentivo importante proseguire in questa direzione
- @Gina: brava hai colto proprio nel segno!
- @Amorina: grazie per il commento, come sempre graditissimo... sei troppo forte per quanto riguarda il seguito ci penserò... anche se il "bell'omo dai verdi occhi" è il classico tipo eternamente indeciso, mentre il "ganzo novo", pur non essendo altrettanto affascinante, è in grado di prendere decisioni e assumersi le proprie responsabilità
Anonimo il 28/02/2012 23:31
Niente male ragazza, i miei complimenti. Anche a me sono piaciuti particolarmente i dialoghi oltre al linguaggio generale. Il tutto rende molto significativo quello che hai voluto esprimere... brava!
- Diciamo la verità, non è originalissima come storia, perchè converrai che è pieno il mondo di uomini (raramente di donne, quasi mai) che hanno dei ripensamenti e vorrebbero una seconda chance, quando si rendono conto di aver perduto molto... però ha il pregio (e non poco) di essere raccontata molto bene e di farsi leggere piacevolmente, facendo persino credere al lettore, fino all'ultimo, che forse la donna (solitamente mossa da tenerezza e incline al perdono com'è gliel'avrebbe accordata questa possibilità. Invece, tiè! beccati 'sta mazzata, sciagurato! Potevi pensarci prima. Altro che perdono e tela di Penelope! Lei ha trovato certamente di meglio, qualcuno che sicuramente la merita e l'apprezza come dovrebbe. Però, però... quello sguardo al soffitto e il sussulto al sopraggiungere del suo uomo... un po' fa pensare che la cenere non è del tutto spenta. Ma è giusto che sia così, perché quando si è amata una persona, a prescindere da come sia andata a finire, difficilmente il "sentimento" scompare totalmente... Equivarrebbe a non saper amare... Brava Virgi. Continua così, sei giovane ma molto promettente come narratrice.
- Un racconto ben scritto, seconda chance, di ritrovare la propria dignità..
- Un racconto corposo, ben strutturato... deh, mi ci sono vista nella protagonista... bellino il finale, inaspettato. Mi hai spiazzata a partire da lei a letto con gli occhi al soffitto, e poi arriva il ganzo novo... secondo me, deh, ma io sono un'ochetta e 'un mi devi miha ascoltà, ci starebbe bene un seguito perché lei, la Maia, potrebbe pure avere una crisi e ripensarci al bell'omo dai verdi occhi... però io 'un ciò fantasia... non saprei come iniziare. belli pure i dialoghi... diretti, efficaci... ti mando un bacino e ti metto tra i miei preferiti.
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