Gli inglesi definiscono i pensionati "retired" e in effetti descrivono così il quasi ritiro dalla vita lavorativa e forse non è solo quel ritiro che caratterizza i pensionati.
Sono una pensionata molto attiva e coinvolta intellettualmente e culturalmente e in realtà non mi sentivo "retired". In questi ultimi due mesi però mi sono trovata a meditare ed ho scoperto che le mie gioie e dolori non sono più legate alla mai vita strettamente personale ma a quella degli altri e quindi è forse vero : sono ritirata.
Le incursioni di grandi novità nella vita quotidiana sono molto rare e assaporo con grande coinvolgimento gli annunci di prospettive nella vita di mia figlia, che invece è proiettata completamente al futuro e, giustamente interessata a sé stessa, pensa a costruire i mattoni della sua futura esistenza.
La mia vita di sessantenne in pensione è attenta alla salute, alla vita di relazione, agli eventi politici e sociali e invece non ci sono più turbamenti e pensieri sulle prospettive, mi trovo a vivere di riflesso quelle di mia figlia che di anni ne ha 26.
Così una grande gioia è stata l'annuncio del suo matrimonio, programmato per inizio giugno e non immaginato. Un matrimonio gestito completamente dalla giovane coppia sia nello svolgimento sia nella prospettiva di una lunga vita in comune. Un altro annuncio è stato il suo inserimento nel difficile mondo della ricerca, in una posizione di cosddetto post-doc, che ha previsto una partenza per un lungo stage in Polonia a partire dal mese di marzo. Per una organizzatrice come me non è rimasto che osservare l'evoluzione dai margini, cercando un appartamentino con l'aiuto della rete, immaginando le cose da comprare in loco e il contenuto delle valigie da ridurre al minimo indispensabile, i giri da fare a Varsavia sua nuova residenza per circa 10 mesi, valutare tutto per poi rimanere spettatrice di sue scelte completamente autonome e diverse dal mio immaginato.
L'ultimo annuncio è stato l'inserimento in un progetto di ricerca triennale con la possibilità di vita in Messico o nello stato americano dello Utah. Si è materializzata concretamente la posizione nella università dello Utah a partire da gennaio 2013 e questo mi è stato detto con una gioia talmente palpabile da lasciare interdetti. Non mi è rimasto che seguire il futuro viaggio in modo virtuale, vedere i viaggi aerei per raggiungerla, valutare i costi degli appartamenti, esaminare con interesse i luoghi che saranno la sua patria temporanea e studiare con suo padre futuri viaggi per incontrarla.
Come è tutto diverso da quando è partita per gli stati uniti per un anno di studi nel periodo del liceo, allora l'abbiamo accompagnata, abbiamo così potuto arricchire il suo bagaglio aereo di due enormi valigie, l'ho lasciata ma sapevo dove era e come era sistemata, è stata dura ma pensavo necessario dovesse stare almeno un anno e studiare proprio in America. Alla fine è servito ed ora parla perfettamente l'inglese e potrà sostenere il peso della didattica in questa prestigiosa università americana.
Ecco allora che mi trovo veramente "retired" , completamente immersa nelle gioie e dolori non più miei ma delle persone che mi circondano e mi dico che la solitudine di coloro che non hanno figli deve essere un peso insopportabile. Come madre mi trovo a vivere attraverso di lei, ripercorro la mia vita e ho stimoli dalla sua, non mi sento sola perché ho sempre presente nel mio cuore le sue battaglie. La vita è così, prima combatti per la tua esistenza e tutto sembra importantissimo, poi rimangono fondamentali i soli sentimenti verso i figli e vivi le loro gioie come se fossero le tue, con lo stesso trasporto e convinzione.