carissima rita, apprendo dai tuoi cari che oggi torni a casa, finalmente! Dopo diverse settimane in ospedale, dove hai ricevuto le cure del caso, torni a casa. Non so quale sarà la tua reazione nel vedere che andrai a stare con tuo figlio, ma credimi è la soluzione migliore e forse potrai avere un po' di tranquillità, di sicurezza, di serenità. Ricordo l'ultima telefonata con te, gli auguri per il nuovo anno, la tua grande solitudine nel corpo e nell'anima e poi... l'ictus! Ora hai forse raggiunto quel silenzio a cui le circostanze della vita ti avevano accompagnata;ora il silenzio è obbligatorio! L'ictus ha colpito la tua gola più di qualsiasi altro organo ed io credo tu ne sia consapevole... eri costretta a non parlare, eri sola:ora non parli anche se sei in compagnia. Certo ti ho vista nel letto, immobile, con gli occhi chiusi e mi si è stretto il cuore... sei stata la mia maestra di scuola materna e vederti così mi ha fatto tanto male... ho seguito il tuo lento procedere nella malattia, ho tentato di parlarti al telefono e ricevevo in risposta solo mugugnii che nulla hanno di voce umana. Rita, sapessi quanto ti penso! vorrei trasmetterti un po' della mia forza ma credo di averne poca anche per me stessa. Pur consapevole che tu mai leggerai voglio dirti grazie per l'esempio che mi hai dato con la tua vita, con il tuo esempio e con i tuoi consigli e incoraggiamenti. Spero di farne buon uso, in quel che mi resta della mia vita e quanto prima verrò a trovarti per sussurrarti Grazie! mi basterà la stretta della tua mano, il silenzio delle tue labbra e il lento scendere delle lacrime dai nostri occhi. Ed ora sii serena e... pensami. un bacio.. la tua sorellina