Sono due, i testi chiave che si incontrano in questo crocevia, intitolato Un'estate qui, diario delirante dei vent'anni dell'autore Stefano Saccinto al suo esordio letterario nel 2010 per Rupe Mutevole.
Il primo è l'immortale Stagione all'inferno del visionario poeta adolescente Arthur Rimbaud. Il secondo è Sulla strada, il viaggio schizzofrenico del vagabondo Jack Kerouac, alla ricerca di una visione mistica per le strade d'America.
Lo stesso senso di reclusione operato da una sola stagione vissuto centocinquant'anni fa dal poeta maledetto, affiora dalle pagine di Saccinto, poeta/non poeta, alla ricerca di un senso delle cose che inizia come semplice speculazione sulla vita quotidiana e diventa man mano più ossessiva, fino a farsi psichedelica, visione distorta di un'innocenza che sembra perduta, vago ricordo onirico dell'infanzia e poi definitivamente inesistente, impossibile. La pesantezza degli eventi della vita dissolve lentamente l'essenza dell'autore, quella cosa effimera, simile all'anima, che l'aveva portato ai limiti della coscienza alla scoperta del mondo. Nel passaggio tra l'adolescenza e la fase adulta, tale essenza sembra ormai svanita, sostituita da un'identità vuota da educare per permetterle di occuparsi delle cose pratiche, della tanto odiata realtà.
Alla frenesia dei viaggi di Kerouac si contrappone l'eterna stasi di Un'estate qui. Al susseguirsi di incontri, di luoghi sconosciuti e di situazioni del capolavoro dello scrittore americano, si contrappongono gli amici di sempre ormai sbiaditi dal tempo, la monotonia dei luoghi di una cittadina del sud Italia, le ripetitive e tediose situazioni della vita dello scrittore pugliese. Tale contrasto, l'enorme distanza che separa lo scrittore dai suoi idoli, appare come un affronto alla letteratura, un affronto alla vita, uno slancio tentato al di là della propria portata.
È possibile una poesia del niente, del tedio e dell'apatia? È consigliabile un viaggio spregiudicato all'interno della propria mente invece di una vera e propria partenza per le strade del mondo alla ricerca del proprio io?