La nostra vita, così ridicola nella sua brevità, così insignificante da impedirci di comprendere il suo reale significato, possiede in realtà una potenzialità devastante, capace di ribaltare verità assolute e certezze inoppugnabili.
Creatori di un dio fatto a nostra immagine e somiglianza, lo abbiamo poi gravato di tutti i mali del mondo, relegando il bene in un'ipotetica vita ultraterrena, giacché non siamo stati capaci di trovarne anche solo un poco in questa.
Dopo aver creato un dio rimanendo però insoddisfatti delle sue risposte, abbiamo cercato di sostituirlo con un altro idolo, la scienza.
Anteponendo alla necessità della fede, alla quale avevamo affidato il compito di chiederci di credere senza capire, la necessità della logica che invece esige da noi lo sforzo di capire senza necessità di credere, siamo tornati al punto di partenza.
Non esistono risposte per le nostre domande.
Ci stiamo di nuovo sbagliando.
Il dio che abbiamo creato non ci ha dato risposte perché le uniche che sarebbe stato in grado di fornire avrebbero necessariamente coinciso con le nostre speranze, entrando così in un circolo vizioso nel quale il soggetto che poneva la domanda coincideva con quello che forniva la risposta. Così come è stato.
La scienza non potrà mai fornire risposte alle nostre domande, perché non esistono risposte, solo scelte.
Scelte che ognuno di noi dovrà compiere nel silenzio e nella solitudine della propria coscienza, senza l'ausilio d'inutili orpelli e d'ingombranti concrezioni.
Non per questo il mondo cesserà di esistere, diventerà solo un po' meno complicato.
Forse riusciremo addirittura a sognare.