Era un caldo strano, il sole era nervoso, scaldava ad intervalli, si lasciava imprigionare dalle nuvole in movimento, sembrava volesse rinunciare al suo dovere di astro. Ad un tratto un fulmine, rumoroso e luminoso come non mai, squarcia l'aria, dal nulla in mezzo alla piazza un omone grande come una casa comincia a cantare, una vocina fine dolce sottile, un po stridula, si ode come d'incanto. è il gigante buono che trasmette le sue doti vocali. dal vicolo a sinistra piano piano esce una donzella affascinante, avvolta in un mantello rosso sotto un abito bianchissimo, con delle scarpette gialle, sembra voglia rispondere alla vocina dolce stridula e lo fa con un vocione da orco inferocito. lo sgomento colpisce tutti i presenti i quali spaventati si riuniscono tutti in fondo alla piazza aspettando forse qualcosa di brutto. il miracolo si manifesta quando l'omone si inginocchia ai piedi della fanciulla e con voce normale da uomo le dichiara il suo amore, la fanciulla lo accarezza con delicata maniera e con la vocina stridula lo riassicura ammettendo anche il suo amore.