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Una serata con Alex
Alex: lessi il suo nome sul video del mio cellulare e quindi mi affrettai a rispondere.
Con voce febbricitante e con il respiro trepidante dall'attesa, mi disse: "Ciao, Fabio, ti interesserebbe una cena per sabato? Il menu è fisso, è a base di pesce e nel prezzo di ingresso è compreso uno spettacolo dal vivo. Ci possiamo divertire un sacco! Il tutto ha un costo di 65 euro. Che cosa ne pensi?"
Con ironia risposi: "Beh! Sai, uscire con un uomo il sabato sera non è il massimo, però il fatto che siamo entrambi sposati, mi rasserena. Si può fare."
Dall'altra parte della linea sentii un gridolino di gioia e poi Alex che chiedeva la mia conferma: Allora prenoto, Fà?
- Prenota pure due posti per sabato, Alex. Posso non fidarmi di te, visto che stai nel mondo dello spettacolo?
- Sto nel mondo della musica, caro.
- D'accordo. Ci vedremo sabato. Passerò da te. Facciamo alle 20?
- Facciamo alle 20, 30. E Su col morale! Ah! Ah! Ah! Ciao, poeta!
- Ciao, musicista!
Mi piaceva l'amicizia di Alex, in fondo era simpatico e delicato, amava il divertimento e la compagnia e soprattutto non rompeva le balle. Aveva il vezzo di chiamarmi "poeta" da quando alcuni amici gli avevano raccontato di una dedica che scrissi ad un amico deceduto prematuramente qualche anno prima.
Alex conosceva molti locali e quella sera l'appuntamento era stato fissato al California Beach, rifugio della buona musica e tempio di straordinarie modelle che seminude calcavano il palco e che con le loro movenze alzavano il tasso del testosterone nel sangue del pubblico maschile.
Quella sera però volevo distrarmi e mangiare bene. La cena fu perfetta. Il servizio veloce. Nell'arco di pochi minuti ci servirono una decina di antipasti, tutti rigorosamente di pesce. Poi, fu la volta del risotto alla crema di scampi e delle fettuccine ai polipi e al pecorino. Fantastiche! E per completare, una cernia condita con una delicata salsa rosa, insalata mista, sorbetto al limone e caffè.
Il mio palato era soddisfatto ed il mio stomaco per nulla affaticato! In poco più di un'ora io ed Alex avevamo mangiato a volontà ed eravamo pronti ad assistere allo spettacolo che il California Beach aveva messo in programma.
Qualcuno spense le luci, mentre cinque faretti illuminarono il parco. Una giovane donna era visibile. Incedeva lentamente sotto la luce e col capo leggermente reclinato in avanti fissava la sua ombra. Sembrava che non si fosse accorta del pubblico che stava lì davanti.
Indossava una camicia bianca, ornata da un papillon nero con un tait dello stesso colore. Le gambe lunghissime e scoperte erano avvolte da un paio di fascinose calze nere.
Al centro della scena c'era un tavolo ed una sedia. Disinvoltamente si sedette e iniziò a smontare una radio. Un silenzio irreale dominava la sala. Nessuno tra gli spettatori parlava. Tutta l'attenzione era incentrata su quella misteriosa figura femminile.
Della radio erano rimasti una manciata di pezzettini, ciascuno grande un paio di centimetri. La donna iniziò ad ingurgitare quella strana pietanza, guardandomi intensamente. Sembrava che mi stesse lanciando un messaggio di sfida. Da parte mia c'era la curiosità di come andasse a finire.
Il movimento delle sue mandibole era lento ed incessante. Anche la salivazione doveva essere efficiente ed abbondante per poter mandare giù quei bocconi plastici e metallici. Ogni tanto sul suo volto intravedevo un sorriso sarcastico come se fossi io la vittima di quello strano numero.
La luce artificiale impietosa, metteva in rilievo i rigagnoli di sudore che tappezzavano la sua fronte, ma nessuna espressione di sforzo o di disgusto si intravedeva. Capii che la stavo odiando. Disprezzavo la sua ostentata sicurezza, i suoi sguardi di sfida, quella sofferenza silenziosa e curata, ma al contempo spettacolare.
Non so perché, ma cominciai a sentirmi male. La temperatura corporea iniziò a variare repentinamente: dapprima il caldo, poi freddo; una sensazione di nausea si impossessò del mio stomaco; i muscoli del collo iniziarono ad irrigidirsi. Cosa mi stava succedendo?
Finito il numero l'artista ricevette gli applausi e l'ammirazione della platea. E Alex ricordo, rideva a crepapelle...
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- bello questo tuo racconto, e ti credo quando dici che sei stato male... prima la cena perfetta e poi... grande Fabio!!!
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