Sono qui, solo, in questa fredda, inquietante astronave ormai da troppo tempo per ricordarmi per quale motivo sono stato mandato quassù. Il tempo scorre, monotono come un orologio fermo.
Sto scrivendo il diario di bordo, nessun fatto da segnalare. Dovrò cambiare volume, quella di oggi era l'ultima pagina. Lo metterò insieme agli altri, nell'immenso archivio. Non so quanti volumi ci sono, non sono mai riuscito a contarli tutti.
Io non so chi sono. Forse il capitano. Certo, non può che essere così. L'astronave è enorme, la sto ispezionando da tempo immemorabile. Ogni giorno un settore nuovo. Non ho ancora finito. Non so quando finirò. Non so se finirò.
C'è da impazzire. Forse sono già pazzo, e questa follia è generata dalla mia mente. Forse sto sognando. Ma un sogno non può durare all'infinito. Credo. Spero.
Questa enorme macchina va avanti da anni, secoli... millenni!?
Ho visto innumerevoli mondi, sistemi solari, enormi pianeti e minuscole lune, ma nessuno di loro mi ha mai destato un ricordo, un'emozione.
Ci deve essere un motivo per il quale sono qui, diretto verso un luogo che non conosco, in un tempo che non capisco, proveniente da un mondo che non ricordo.
Forse il senso è che non c'è un senso. Esisto e questo è il mio mondo, anzi il mondo. Tutto il resto è ornamento, decorazione.
Forse è stato creato per me.
Forse io sono il fine della creazione.
Forse io sono Dio.