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Finché la barca va

Si guardano gli uni con gli altri con occhi che cercano, senza riuscirci, di nascondere il terrore.
Un rombo all'improvviso sovrasta il monotono sciabordio delle onde.
Piccoli pianti nascono di colpo, subito calmati con bisbigli premurosi. Il boss li ha avvertiti prima di salire a bordo, niente lagne o pianti, terminando il breve discorso con uno sguardo eloquente.
Due lampi nella notte, poi una prua che si avvicina, il ruggito del motore che diviene un sordo borbottio, urla concitate che non lasciano presagire nulla di positivo.
- Tu, vieni qua! Stammi a sentire bene. Prendi il timone, vai sempre dritto verso quella stella. Se va bene arriverete all'alba. -
Lo guardano salire sul motoscafo, ascoltano il sommesso brontolio trasformarsi in un urlo straziante e lo vedono allontanarsi.
In mezzo al mare l'urlo meccanico si trasforma idealmente in quello di decine di bocche disperate, chiuse dalla paura.
Il barcone si rimette in moto.
Il pilota improvvisato prende mano con la guida del battello.
Un'unica leva per imprimere la giusta direzione e per dare o togliere gas.
Facile.
Guarda la stella indicata dal boss. Per non sbagliarsi decide di fissarla senza sosta.
A prua decine di occhi si sforzano per cercare un segno, una luce che li possa rassicurare, ma riescono a vedere solo le onde, le placide onde del Mediterraneo.
Uno dei passeggeri prende dalla sua sacca una radiolina portatile, la guarda mostrando il suo piccolo tesoro ai vicini.
Nella notte si diffondono le note di una canzone. Decine di voci si levano con gioia.
- Italia, Italia!! Chi capisce l'italiano, chi parla l'italiano? -
Una mano si alza e tutti quegli occhi eccitati si girano a guardare.
- Sono già stato in Italia tanti anni fa. Era una canzone famosa. -
- Chi è che canta? -
- Non mi ricordo il nome della cantante. -
- La canzone? -
- Finché la barca va. -
- Come!? -
- Te l'ho detto. Finché la barca va. -
Tutti quegli occhi si guardano tra loro, poi una risata fragorosa si diffonde nell'aria. Anche il pilota si distrae un attimo per unirsi al coro entusiasta che saluta quel primo assaggio d'Italia, per poi tornare a concentrasi sulla sua stella.
Il viaggio verso Nord continua.
A bordo lo stesso carico di disperazione.
Un pianto si leva da una piccola bocca.
Le carezze della madre questa volta agiscono con meno premura.
L'Italia è vicina, suo figlio può piangere quanto vuole.

 

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2 commenti:

  • mauri huis il 02/04/2012 19:02
    Accidenti, non immaginavo tanta crudeltà. Non solo la barca, le onde, lo scafista che se ne va, ma addirittura la tremendissima canzone dell'Orietta nazionale! No, io mi sarei buttato a mare! Scherzi a parte, carino questo tuo racconto,
  • augusta il 31/03/2012 11:37
    bravo, una bella e toccante dscrizione... la cantava, Orietta Berti,
    anni 80, se la memoria non m'inganna..

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