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La dame du Jardin des Plantes CapV(Le finestre di Mara)
Quell 'anno verso primavera Mara partì per l'estero. Doveva restare là diversi mesi a prepararela sua tesi sul Surrealismo.
Era stata altre volte in quella città ma ora tutto le sembrava più bello perchè Andrea aveva promessoche l'avrebbe raggiunta
per qualche tempo.
Abitava in uno “ studio” al quale si accedeva con scala a chiocciola. Il locale era molto piccolo, piuttosto freddo, con una finestra sui tetti da cui si vedevano altri tetti e nient'altro.
Per arrotondare le sovvenzioni della famiglia, la sera lavorava in un piccolo bistrot” Roger les frites” in una viuzza nascosta, una traversa di rue de la Harpe, nel Quartiere Latino. Dal nome del locale si poteva intuire che odore avessero i suoi abiti e la sua pelle alla fine della serata.
La mattina invece si documentava per la tesi e scriveva appunti seduta nei caffé della zona.
Prediligeva il" Café de Flore" a Saint-Germain-, perchè sapeva che negli anni cinquanta era stato frequentato da Sartre e dalla sua compagna Simone de Beauvoir e sentiva quasi la presenza fisica di questi due mostri sacri che aveva sempre ammirato.
La domenica era attesa con tanta gioia come fosse una festa straordinaria. In realtà nonsuccedeva mai nulla di speciale
ma, il solo fatto che poteva dormire più del solito e non lavorare la sera, la rendeva felice.
Di mattina andava a passeggiare e a scrivere lungo la Senna.
Per ritrovare una atmosfera quasi agreste bisognava lasciare ponti e quais molto animati dai tipici chioschi dei bouquinistes e scendere proprio nella parte bassa sulle banchine del Lungosenna che costeggiano il fiume. Da lì se guardava in su vedeva i ponti maestosi, scorgeva le facciate delle case illuminate dal sole, sentiva in lontananza il frastuono del traffico automobilistico ed il brusio della folla.. Se restava però con lo sguardo alla sua altezza, osservando davanti a sé, vedeva
solo fiume, alberi, parapetti ricoperti di edera rampicante., quasi fosse in campagna.
Magia di quella città!
Le piaceva camminare lentamente sotto le foglie nuove e le gemme, bevendo quasi quell’aria che sapeva di acqua e di verde come non fosse in una metropoli e provava emozioni
incredibili ritrovando atmosfera e dettagli letti nei "Contes sur l'eau" di Maupassant che descrivevano una Parigi dell' Ottocento certamente ormai scomparsa.
Anche le passeggiate nei numerosi parchi erano sempre stupende, rilassanti, fatte a volte di incontri particolari e curiosi.
Aveva conosciuto infatti in una di queste passeggiate una "dame" piuttosto strana che si recava spesso nel Jardin des Plantes col suo cagnolino, vestita con un bascoblu,
abiti stravaganti e numerosi ornamenti. Fumava con un bocchino d’ avorio e molto, al punto che la sua voce era piuttosto roca.
Costei le raccontava di essere stata una comparsa in alcuni lavori teatrali di Marcel Aymé.
Questo dettaglio per Mara, però, non aveva nessuna importanza perché, in verità, lei ne era affascinata più che altro per la personalità che quella donna emanava e la maniera di raccontare quasi riflettesse e rivivesse la vita mentre ricordava.
Lentamente rievocava il suo passato, i suoi incontri intellettuali, i suoi amori. Gli occhi cerulei ormai un po’ sbiaditi e umidi, le brillavano e le gote, sul viso rugoso, sembrava prendessero colore, attraversate da una nuova linfa di vita. . Malgrado l'età Mara la invidiava per le sue fantastiche esperienze. Ormai era diventata la sua compagna di fine settimana e attendeva quei momenti con molto interesse e curiosità.
Un giorno però aspettò per ore. Non vide più comparire la vecchina bizzarra col suo cagnolino che la precedeva, venendole incontro con i suoi guaiti di gioia. …
Si chiese sempre cosa ne fosse stato di lei….
Parigi si era vestita dei colori più caldi sul finire dell’autunno. Il giallo e l’arancio dei suoi alberi
avevano tinto di una infinità di sfumature dorate la città dandole un aspetto più romantico che mai. Camminando, le foglie cadute producevano un fruscio che rendeva tutta l’atmosfera più speciale, intima, malinconica.
Mara, finita la sua tesi e raggiunta da Andrea, di lì a poco, ripartì per l’Italia.
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MD L. il 03/02/2007 21:06
Questo è il Cap. V de "Le finestre di Mara"
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