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Layla
Volete che vi racconti una storia?
Patricia aveva 18 anni. Dei suoi anni passati preferirei non raccontare, vi annoierei solamente. Era una graziosa ragazza, a quanto pare, e le sarebbe molto piaciuto entrare nel mondo del cinema, al fianco delle star di Hollywood.
Patricia non si faceva molte fantasie: sarebbe stata una Grace Kelly di troppo. Sua madre le diceva che di attrici come lei non ne fanno molte, quindi finché c'era Grace i suoi sogni di gloria potevano aspettare. Sarebbe stato più facile sposarsi con Jimi Hendrix. Patricia arrossiva: le piaceva molto quel ragazzo mancino dai bei riccioli neri. Ma i chitarristi sono così inarrivabili, così irraggiungibili e lontani, protetti dai loro palcoscenici, sembrano dirti: "Guarda, ma non toccare". E forse è meglio così: sono troppo imprevedibili.
Ma nel frattempo, Patricia un lavorino lo avevo trovato, grazie alla sua bellezza. Aveva un solo grande difetto, ma quei capelli biondi e lisci, e quei due occhioni azzurri e quel sorriso sempre aperto al sole... una meravigliosa rarità! Così iniziò a fare la ragazza immagine.
Patricia non aveva idea di cosa il Fato le stesse conservando. Pattie era felice, sorrideva.
Dopo qualche pubblicità, pensò subito al mondo della moda. "Se sono davvero così bella come dicono i miei amici, forse qualche fotografo potrà farmi fare qualche provino", diceva lo specchio. "Le modelle non assomigliano ai criceti", diceva la realtà. Povera Pattie, perché mai il buon Dio le aveva regalato quei dentoni così sporgenti? E a quell'età poi! Lo sappiamo bene come gli adolescenti sono sempre molto puntigliosi quando si parla di bellezza. Era un gran bel peccato.
Però, a quei capelli biondi e lisci, a quei due occhioni azzurri e a quel sorriso sempre aperto al sole non si poteva rinunciare. E allora Pattie era costretta a mostrare il suo fascino con un sorriso schiacciato, smorzato, serrato, sibillino.
Aveva già 19 anni e un giorno vide che in città avevano allestito un set cinematografico. Non aveva mai visto un set dal vivo e corse ad assistere. Durante il tragitto non pensò che a Grace Kelly. Quando arrivò, un uomo baffuto stava reclutando alcune ragazze, Pattie si avvicinò ad una di loro e chiese cosa stessero facendo. Le risposero che nel film c'era bisogno di alcune ragazze, che avrebbero dovuto fare la parte delle studentesse fan. "Fan? Di chi?", chiese. E una di loro rispose: "Del gruppo". Pattie non stava capendo molto. "Di quale gruppo, scusa?". "Ma del gruppo che sta girando il film, ovvio".
Non è che ci aveva capito molto, però la presero lo stesso. Erano poco meno di una decina: i suoi occhi blu l'avevano aiutato ancora una volta, ma Patricia non sapeva che l'avrebbero aiutata ancora a lungo.
Le riprese furono molto divertenti. I quattro ragazzi, che erano in fondo gli attori principali, furono molto simpatici. Il film si chiamava A hard day's night e mostrava le diverse peripezie di un gruppo musicale che facevano da contorno ad una loro esibizione dal vivo. A quanto pare, il gruppo era molto conosciuto e apprezzato. Moltissime fan facevano di tutto pur di vederli dal vivo. Ma tutto ciò Patricia non lo sapeva. Non conosceva i loro nomi, e li imparò solo con molta difficoltà.
A riprese terminate un giovane ragazzo le si avvicinò e le chiese come si chiamasse. Pattie lo riconobbe subito: era l'attore chitarrista del gruppo. Aveva degli occhi neri penetranti, una bella chioma di capelli altrettanto neri e lineamenti da Premio Oscar. Ai suoi occhi pareva un angelo. Non smise di guardarlo nemmeno per un secondo.
"Patricia", rispose.
"Ti sposeresti con me?"
A quella domanda così improvvisa Pattie si mise a ridere, senza rispondere niente. "Be' allora se non vuoi sposarmi, verresti a cena con me?"
"Lo so che al più bel ragazzo del mondo non si dovrebbe rifiutare un appuntamento, ma questa sera proprio non posso.", disse proprio così. Non so con quale coraggio le fece quel complimento, ma sicuramente desiderava che capisse quello che provava.
Pattie aveva rifiutato l'appuntamento non per paura, perché di coraggio e forza ne aveva da vendere. Purtroppo era già fidanzata. Cioè, non è che fosse proprio impegnata, ma da quando posava per i giornali aveva conosciuto un tale Eric, con il quale si sentiva spesso. Ovviamente quella sera non uscì nemmeno con Eric: rimase tutta la notte a pensare a quel viso, a quei capelli neri, a quegli occhi.
Pattie non sapeva cosa il Destino stava escogitando. Nonostante non le piacessero molto i chitarristi, il giorno dopo ritornò sul set e iniziò a chiacchierare con quell'attore. Potrei anche dirvi il suo nome, ma non vorrei annoiarvi con tutti questi particolari. Vi dico solamente che si raccontarono le loro vite per intero e dopo due anni, a quella domanda così improvvisa, questa volta Pattie rispose.
Si sposarono e lei iniziò a capire cosa la Tyche aveva in serbo per lei.
Se ne andarono in India. Tutti: loro due più gli altri ragazzi del gruppo con le rispettive compagne. Se si potesse tornare indietro, quel viaggio Pattie non lo rifarebbe per mille ragioni. Se si potesse tornare indietro, Pattie non parteciperebbe nemmeno alle riprese di quel maledetto film. Ma purtroppo il tempo scorre come l'acqua di una fontana: non puoi mettere lo stesso dito due volte nella stessa acqua. Il passato è passato e non ritornerà una seconda volta.
In India non passò dei bei momenti, né con sé stessa e né col suo sposo. Lui era molto attratto dalla religione indiana... e non solo. Divenne intrattabile, ma questo fu il male minore. Sia lui che gli altri ragazzi del gruppo non si risparmiarono alcol, droghe e altri passatempi. Purtroppo per Pattie, uno di questi passatempi si chiamava Maureen ed era la moglie del batterista del gruppo, nonchè sua grande amica.
Sareste molto ingenui, se credeste che il matrimonio finì senza che lei gli restituisse quanto dovuto. Anche Patricia iniziò ad avere svariati passatempi, e John, l'altro chitarrista del gruppo, fu solo uno dei tanti. Eric, invece, conobbe il suo tetto coniugale due anni dopo il matrimonio: divenne subito il migliore amico del marito. A quanto pare era un bell'uomo anche lui, capelli un po' più corti, barbetta incolta, fascino da bohémien. Anche lui suonava la chitarra, dimostrando così la forte attrazione di Pattie verso ciò che non doveva piacerle. In molti affermavano che era il migliore in assoluto, ma la bella modella bionda sorrideva, divertita: lo sapeva benissimo che il più grande in assoluto era quel mancino dai riccioli neri.
Eric si innamorò subito di lei, nonostante la forte amicizia col marito. Probabilmente scoprì subito che tra i coniugi qualcosa non andava, così partì all'attacco. Un po' timidamente, forse. Finse una storia d'amore con la sorella di Pattie solo per avvicinarla. Poi passò a quello che sapeva fare meglio: scrivere canzoni.
Le ci vollero più di cinque anni per cedere e sposarsi di nuovo, e non vi racconterò di come in 15 anni la vita del suo nuovo marito si alternava tra alcol, droghe, palchi e letti. Altri letti, oltre quello coniugale.
Mi piacerebbe raccontarvi anche altro della vita di Pattie, di quando, dopo il secondo divorzio, ha iniziato a fare la fotografa, di come abbia ritrovato una nuova felicità, molto più duratura, forse perché non vincolata da nessun uomo ma soltanto da se stessa. Mi piacerebbe raccontarvi tante altre cose, ma quanto vi ho raccontato può bastare.
Oggi a Pattie di quei due matrimoni non è restato niente, se non le canzoni che quei due pazzi le hanno lasciato. Il gruppo di George - credo si chiamassero i Beatles - si sciolse qualche anno dopo la loro unione. Eric, invece, per molti è considerato ancora il più bravo di tutti. E anche se con quella sua mano lenta le abbia scritto una delle più belle canzoni della storia, per lei Clapton resta solo uno dei tanti figli di buona donna che abitano il mondo, dal momento che che in quella dedica, purtroppo, non compare affatto il suo nome.
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