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L'invasione del regno di Esmelia
Un giorno Armares ordinò a Parsek di rapinare e distruggere un regno il cui re di nome Merovis appartenente ad una importante dinastia, in passato lo aveva sconfitto e umiliato. Così a capo di una banda di delinquenti e mostri Parsek invase il regno scatenando una feroce guerra e insieme a Plesius sconfisse l'esercito regio e tre cavalieri fatei chiamati Adenar, Berseker e Mithrenal che difendevano la famiglia reale e infine uccise lo stesso re Merovis.
Il cavaliere fateo decaduto Parsek, con la sua banda di mercenari e creature infernali arrivò nel regno di Esmelia, che secondo gli ordini del suo signore Armares doveva distruggere.
Si fermò di fronte al piccolo villaggio di Venner, che precludeva la strada alla città di Esmelia, sapendo che buona parte dell'esercito regio si era asseragliata in quel centro per precludergli il passo. Lord Adenar Mellit infatti, cavaliere fateo di indiscusso valore, si era appostato con dei soldati propio a Venner e intendeva fermare l'avanzata del sicario di Armares. Tale Adenar era il figlio di un cavaliere fateo di nome Sedrenar che 20 prima, con la sua straordinaria abilità nel combattimento e nelle arti magiche aveva permesso al re Merovis di sconfiggere il titano Armares; anche se a costo della vita. In questo grande mago guerriero riposavano le speranze del re di Esmelia, oltre a buona parte delle speranze del glorioso ordine dei cavalieri fatei, creato secoli prima dall'antico Titano Vardames. Il gran maestro dell'ordine Ralk in fatti intendeva nominare Adenar suo successore, nonostante questi avesse espresso dissenso.
Allora Iridan Plesius, cavaliere oscuro maestro di Parsek intimò al suo allievo di fermarsi, perchè intendeva liberargli la strada con il colpo che aveva incenerito un intero villaggio e lo aveva reso famoso e odiato da tutti: la bombarda simka. Salito su una collinetta iniziò a concentrarsi ed a formare una sfera di fuoco fatuo che si ingrandiva sempre più.
Plesius comunque ignorava che anche Adenar conosceva questa mortalissima tecnica, e aveva deciso di annientare il Simka Parsek e i suoi seguaci propio con una tecnica simka. I due cavalieri fatei prepararono contemporaneamente la bombarda e la scagliarono contro la banda nemica sicuri della vittoria. Le due sfere di energia compressa si scontrarono, danzarono crepitando nell'aria e furono poi, a causa della pressione, proiettate in alto nel cielo, dove si annichilirono a vicenda, generando una spaventosa esplosione la cui onda d'urto sradicò alcuni alberi dal terreno; e il fulgore e il boato furono percepiti a distanza di chilometri.
Sia fra le fila di Parsek che di Adenar si diffuse il panico e molti caddero tramortiti al suolo. Lo stesso Parsek dopo essere rimasto frastornato si riebbe e comprese ciò che era successo, ma determinato a distruggere i nemici e saccheggiarne i beni spronò i suoi seguaci a riprendersi; poi utilizzò una tecnica chiamata pioggia di stelle per colpire il villaggio di Venner e i soldati che lo presidiavano. Varie raffiche di fasci di scintille si abbatterono su Venner demolendo alcune case e diffondendo il terrore fra i soldati di Merovis. Un soldato spruzzando d'acqua il volto di Adenar riuscì a farlo rinvenire dicendo: Mio signore Lord Adenar riprendetevi. Stiamo subendo uno spaventoso bombardamento stregonesco e senza il vostro aiuto verremo sbaragliati. Dopo un attimo di ottenebramento mentale Adenar ritornò in se e disse al suo servitore: Non perdetevi d'animo, contrastate il nemico per il bene della vostra gente, dei vostri genitori, dei vostri fratelli, delle vostre mogli, dei vostri figli. Se doveste essere sopraffatti ripiegate verso Esmelia. Io rimarrò qui, tenterò di uccidere parsek. Se ammazzi il capo branco i lupi fuggono via. Con Risolutezza Adenar si rialzò e impiegò la psicocinesi, arte di cui era esperto per ritorcere i fasci di stelle contro i mostri e i banditi di Parsek che stavano penetrando nel villaggio, ammazzandone parecchi. A quel punto Parsek furioso si precipitò a combattere direttamente Adenar, si parò di fronte all'avversario e disse: È un onore per me fare la tua conoscenza Lord Adenar. Tu, figlio di colui che sconfisse il mio Signore, sei conosciuto come uno tra i più valenti cavalieri fatei. Ma non sopravviverai a questo conflitto, perchè io Parsek ti sviscererò oggi davanti ai tuoi soldati.
Il cavaliere fateo stizzito rispose: È uno schifo indicibile per me vederti Parsek. Tu, che hai tradito i nobili insegnamenti dell'incomparabile Mylvius per apprendere le maligne diavolerie di Iridan Plesius, la più grande vergogna dell'ordine. Non far promesse che non puoi mantenere mocciosetto.
I due cavalieri fatei si scontrarono in duello con le loro luccicanti spade fantasma. Parsek rivelò di avere una forza mostruosa e di essere estremamente violento, nel combattimento riuscì ad assestare al rivale parecchi calci e pugni. Nonostante questo, Adenar abilissimo spadaccino gli tenne testa senza abbattersi e alla fine riuscì ad atterrarlo. Allora Parsek si rialzò e decise di usare il potere ereditato dal titano Veesnar di cui aveva bevuto il sangue: il fuoco sacro del dragone, così lanciò contro il rivale due potenti fasci di fuoco.
Adenar venne scaraventato contro una parete e fu sul punto di essere incenerito perchè il suo scudo fantasma non reggeva la pressione. Ma alla fine il cavaliere fece ricorso alla sua potente psicocinesi e oltre a smorzare la furia delle fiamme, fece perdere l'equilibrio a Parsek costringendolo ad interrompere l'attacco. Poi sollevò da terra il cavaliere oscuro e lo scagliò per aria, facendolo cadere da una scalinata.
Spezzati l'osso del collo bastardo. Ridacchiò Adenar, ma quando si avvicinò per finirlo si trovò davanti Iridan ripresosi dallo shock della bombarda e venuto in soccorso del discepolo.
Adenar iniziò a deriderlo: Un vecchietto di 87 anni non dovrebbe cercare battaglie da combattere. È già molto se dopo lo sforzo della bombarda simka sei ancora in vita. Pensi che con le stanche membra che ti ritrovi potrai tirare di spada con me Plesius?
Plesius rispose: Francamente si, io ero uno dei più valorosi cavalieri fatei quando tu neanche esistevi. Forse non avrò la forza di un tempo, ma ho ancora l'abilità necessaria a romperti la schiena damerino.
I due iniziarono a combattere accanitamente dando prova di essere ambedue valenti combattenti. Nello scontro Iridan non potè fare a meno di notare la profonda abilità di Adenar e si complimentò con lui per la sua conoscenza delle arti della cavalleria oscura, grazie alle quali aveva potuto usare la bombarda simka. Questi gli rispose di non aver nulla a che vedere con i Simka e la loro perfidia; dichiarò di essere figlio di Sedrenar e discepolo preferito di Barnby Ralk.
Plesius però gli disse: Invece caro mio sei ad un passo dal diventare un cavaliere oscuro, però io non amo la concorrenza e non permetterò la presenza di un altro maestro simka. L'unico ammesso oltre a me è il mio allievo Parsek, perciò tu morirai qui e subito.
Adenar dal canto suo replicò: Sono io che non posso risparmiarti Iridan, nonostante la tua dolorosa storia mi ispiri compassione. E c'è inoltre una cosa che non hai considerato: Ad un vecchio come te occorre molto tempo per riprendersi dallo sforzo della bombarda simka. Un uomo di 30 anni come me, invece, si riprende molto prima.
Detto questo spezzò la spada fantasma di Iridan e lo atterrò, ma prima che potesse trafiggergli il petto ricevette un violento calcio al fianco destro che lo stramazzò a terra.
Parsek ripresosi dalla violenta caduta di prima era sopraggiunto in aiuto del maestro.
Mi hai dato una bella batosta Adenar, disse Parsek. Ammetto di averti sottovalutato, non posso eliminare con le "buone" qualcuno come te, adesso userò le cattive.
Detto questo si scagliò con violenza contro il rivale e dopo un lungo e duro combattimento riuscì a trafiggerlo.
Il malvagio cavaliere oscuro disse esultante: Ti avevo promesso poco prima che ti avrei sviscerato, come puoi vedere io mantengo la parola.
Adenar agonizzante rispose: Io sto morendo per tua mano bastardo assassino, ma non illuderti, un giorno riceverai la punizione che meriti per mano di chi meno ti aspetti. Poi spirò.
I soldati del re Merovis, terrorizzati dalla morte del loro valoroso comandante e sopraffatti dai lupi mannari e i minotauri di Armares ripiegarono verso la loro città.
Parsek li inseguì e giunto davanti alle porte sprangate adoperò dei fulmini e il fuoco di sant'Elmo per sfondarle, dopo di ciò con i suoi mostri penetrò in città e cominciò a massacrare sia i soldati che gli inermi civili. Ad un tratto però una violentissima raffica di fulmini colpì lui e i suoi sgherri costringendoli ad indietreggiare, perchè un altro cavaliere fateo di nome Berseker Fulves era apparso a contrastarne il cammino. Costui era molto abile nelle emanazioni di energia quali fulmini e raggi di luce, oltre che nei salti acrobatici. Berseker iniziò a bersagliare Parsek e la sua banda di Criminali e mostri con raffiche elettriche e dardi spettrali, dando così tempo agli sconfitti soldati di Merovis di trarre in salvo i civili e i feriti. Con lui rimase solo un manipolo di coraggiosi che vollero affiancarlo nella lotta contro gli invasori. Ad un certo punto però Parsek si mosse all'attacco materializzando un'ascia fantasma e scagliandosi con violenza contro Berseker tentò di assestare al rivale calci e pugni come aveva fatto con Adenar, ma questi li respinse e mise a segno un destro micidiale, poi si diede ad uccidere molti dei mostri che accompagnavano il simka. Ma Parsek rialzatosi si infuriò e si scagliò nuovamente su Berseker, riuscendo questa volta a metterlo in difficoltà, spezzando la sua spada fantasma e atterrandolo.
Parsek disse con orgoglio: Sai combattere bene cavaliere fateo dei miei stivali, ma ora creperai come il tuo compagno Adenar, perchè con me è impossibile prevalere". Ciò detto si apprestò a decapitarlo con la sua ascia fantasma.
Ma Berseker frenò con le nude mani il fendente, dicendo: Chissà quale baro hai impiegato con Lord Adenar. Presumo che l'hai colpito alle spalle mentre Plesius lo impegnava. Ad ogni modo adesso lo vendicherò.
Berseker spezzò con il taglio della mano l'ascia fantasma di Parsek, poi lo prese per il collo e iniziò a strangolarlo, nonostante il cavaliere oscuro si dimenasse e scalciasse selvaggiamente. Il cavaliere fateo disse ironicamente: Se non sbaglio prima volevi parlare di decapitazioni. Cambiamo argomento adesso e parliamo di strangolamenti!
Ma in quel momento un fulmine di Plesius lo ferì alla mano costringendolo a mollare la presa.
L'oscuro maestro di Parsek utilizzò sull'indomito Berseker una tecnica chiamata ragnatela simka, così con delle sottilissime fune fantasma lo immobilizzò. Iridan disse: Facevi il saputello con il mio discepolo, ma non hai tenuto conto di me come dovevi, e hai fatto così lo stesso errore di Lord Adenar. Adesso lo raggiungerai all'inferno perchè ti farò sventrare da Parsek.
Parsek si avvicinò con la spada fantasma e un sorrisetto maligno, ma prima che potesse menare il fendente Berseker disse orgoglioso che stava per diventare padre e come Sedrenar aveva fatto a suo tempo con Adenar, così lui avrebbe garantito a suo figlio un regno prospero e tranquillo e ne avrebbe fatto il suo erede. Poi emise delle potenti scariche elettriche rompendo i fili spettrali che lo legavano e travolgendo inesorabilmente sia Iridan che Parsek, stava per giustiziarli entrambi quando uno dei delinquenti di Parsek gli lanciò un sasso in testa frastornandolo. Allora Parsek profittò dell'occasione, prese per i capelli Berseker e gli disse: Quanti bei progetti hai! Ma lo sai che a volte le cose non vanno come desideri, dato che nella vita accadono degli imprevisti. E guardandolo negli occhi lo decapitò.
La magnifica città di Esmelia era in rovina. I mostri di Parsek avevano ucciso e mangiato parecchie persone, mentre i delinquenti avevano rapinato e appiccato il fuoco. Solo il palazzo di re Merovis resisteva difeso dalle sue ultime guardie. Parsek con i suoi delinquenti e i lupi mannari ne sfondò le porte e penetrò alla ricerca di re Merovis, ma si trovò davanti un bel cavaliere fateo molto somigliante a lui nell'aspetto di nome Mithrenal Rif che gli precludeva la via per la sala del trono. I due si scontrarono tenendosi testa a vicenda, ma ad un certo punto Parsek iniziò a prevalere e mise in difficoltà Mithrenal riuscendo anche a ferirlo ad un fianco. Il cavaliere fateo si accasciò al suolo e Parsek ritenendo già sua la vittoria lo derise dicendogli che avrebbe raggiunto i suoi compagni, poi si preparò ad ucciderlo. Ma Mithrenal lo fece volar via con un potente attacco telecinetico e rialzandosi seppur a fatica gli rispose: Per noi cavalieri fatei è onorevole morire difendendo la patria, la famiglia, gli indifesi e i deboli. I miei compagni dal cielo ridono di te Parsek, perchè sanno che sarai dannato in eterno. A spedirti all'inferno sarò io Mithrenal, con l'incantesimo che ha eliminato Zernames, padre del tuo signore Armares.
Detto questo iniziò a formare una aureola di energia che sembrò mutarsi in una balestra e pronunciò un nome memorabile: Vai Arco Delle Sette Luci.
Propio in quel momento Iridan Plesius si parò a difesa del discepolo sovrapponendo due scudi fantasma e tentando di parare l'attacco. Ma l'incantesimo ruppe gli scudi e attraversandolo in verticale gli sfondò il busto e ne appiccicò i visceri al soffitto.
A quella vista Parsek si infuriò e con due sciabole fantasma mozzò le braccia a Mithrenal, e poi lo incenerì con il fuoco del dragone. Eliminati tutti i magici protettori, re Merovis, anche a corto di soldati rimase senza protezione. Parsek lo raggiunse nella sala del trono vedendolo impegnato a squartare dei banditi e 2 mostri che lo aggredivano. Quel valore battagliero non lo stupiva, sapeva che si trattava di un re che proveniva da una stirpe di guerrieri. Parsek gli gridò: Tempo fa, grande re, hai tenuto testa ad Armares con un solo cavaliere fateo, ora ne avevi ben tre e nessuno di essi ti ha salvato. Io sono Parsek Avelia, il più grande cavaliere Simka mai esistito e ti ucciderò qui, davanti al tuo trono.
Vieni avanti stregone, rispose il re. Non morirò come un maiale terrorizzato nelle mai di un macellaio, dovrai sudare sangue per avere la mia testa. Vieni e ti mostrerò come sa morire un re.
Parsek disse: Non morirai come un maiale, no. Sei peggio di un maiale. Ma improvvisamente un colpo in testa gli ottenebrò i sensi. Hagendolf, figlio di Merovis e principe ereditario aveva aggredito Parsek alle spalle e adesso lo stava strangolando. Parsek riuscì faticosamente a reagire e con la telecinesi scagliò Hagendolf contro una colonna rompendogli l'osso del collo.
Noooo Hagendolf, gridò re Merovis. Maledetto bastardo io ti ammazzo. E si precipitò contro Parsek, ma questi lo abbattè con dei fulmini e poi gli disse:
Grande re dove è finito il tuo valore? Stai morendo come un cinghiale ferito e calando un fendente decapitò lo sfortunato Merovis.
Il regno di Esmelia era finito. Il tramonto di quella giornata segnava anche il tramonto di una importante dinastia. Gli sgherri di Parsek portavano con se un consistente bottino di ricchezze e schiavi che avrebbero fatto la felicità di Armares. Parsek riservò per se una preda soltanto: la giovane figlia del re Luzinda, alla quale accarezzava incantato i lunghi capelli biondi mentre giaceva priva di sensi.
Un servo gli disse: Mio signore, avete ancora le mani sporche del sangue di suo padre e la accarezzate?
Io le farò dimenticare il male che ho fatto, rispose Parsek. Le ho tolto un regno le donerò un impero, le ho tolto il padre e il fratello le donerò dei figli, le ho tolto il suo popolo le donerò tutti i popoli del mondo. Ho trovato la regina con cui voglio dividere la gloria.
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