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Newton, libero arbitrio e l'Italia di oggi

- Perché non succede niente? -
Anche le vicende umane seguono, seppur involontariamente e in maniera a volte approssimativa, le leggi della fisica. Ciò che impedisce a un masso di rotolare lungo il precipizio e di conseguenza innescare una frana di gigantesche proporzioni è costituito da un complesso meccanismo di forze in equilibrio tra di loro.
- Basta poco, però, a volte per rompere questo stato di quiete
apparente. -
Vero in parte. È dimostrato scientificamente che il momento in cui avviene un'azione di rottura altro non è che il risultato finale di una lunga e ripetuta fase di sollecitazioni indotte sistematicamente in un singolo punto. Se focalizziamo l'attenzione sull'ultima fase delle sollecitazioni, sull'ultima piegatura della barra metallica prima che questa si spezzi, possiamo allora assumere come veritiero il principio enunciato nella tesi. Noi però sappiamo che non corrisponde a verità, meglio, che è solo una parte della verità.
- Quindi non succede niente perché l'azione di stress cui siamo
sottoposti non è ancora arrivata alla sua fase finale, al punto di rottura. Riusciremo ad accorgercene prima? -
No. Perché nel momento in cui saremo in grado di farlo, sarà già avvenuta. Ritornando però alla fisica, noi sappiamo che nel punto in cui viene esercitata l'azione si delineano delle forze, delle tensioni la cui lettura consente di poter individuare con buona approssimazione quel momento.
- Quindi? -
Quindi niente, perché in realtà il discorso fatto finora può essere interessante a livello teorico, ma sortisce effetti poco o nulla veritieri se applicata alle umane gesta. Possiamo comunque fare un'ultima comparazione che ha sempre trovato rispondenza nel dispiegarsi della storia:
Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Ovvero il terzo principio della dinamica, che Newton enunciò più di tre secoli fa, ispirandosi all'antico principio filosofico del rapporto causa effetto.
Perché non succede niente? Perché la causa non ha ancora prodotto l'effetto, o per meglio dire, perché nella società si stanno ancora formando quelle tensioni prodotte dalla ripetuta azione dei governanti che, se reiterate, porteranno al manifestarsi della reazione del popolo che, se ricordate bene, sarà uguale e contraria.
Almeno. Perché poi entrerà in ballo il libero arbitrio. E allora...

 

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4 commenti:

  • Nunzio Campanelli il 05/04/2012 13:57
    Queste quattro righe scritte di getto non hanno nessuna pretesa, se non quella di voler parlare del rapporto tra governo-cittadini (regnanti-sudditi, se preferite), affrontandolo da un punto di vista, se vogliamo, inusuale. La mia intenzione era di considerare il fatto che, una volta messe in atto strategie più o meno oppressive che di volta in volta vengono fatte passare per necessarie, indispensabili, irrinunciabili, e dopo averle ripetutamente proposte ai cittadini italiani, le tensioni sociali che poi inevitabilmente si presentano porteranno ad un punto di rottura. Resta da stabilire la natura del punto di rottura (scioperi, manifestazioni, disobbedienza... altro) e la sua intensità. Ma i nostri governanti lo sanno bene. E questo è inquietante.
    Grazie a voi per i commenti e i suggerimenti.
  • mauri huis il 04/04/2012 18:19
    Corretta la descrizione dell'insieme di forze, anche molto pregresse, che concorrono a formare l'azione che poi provocherà la valanga, il cosiddetto punto di rottura, un po' meno il fatto che non si possa prevederlo. Proprio in questo consiste la cosiddetta intelligenza umana: nel riuscire a capire una dinamica e nel prevederla. Infine non credo si possa applicare il terzo principio a cose come le reazioni di massa. O meglio, allora sì che è impossibile prevederne e valutarne l'essenza e la direzione, infinite essendo le componenti e le varianti in merito. Il racconto è però molto bello e mi sono divertito sia nel leggerlo che nel prenderlo come spunto di discussione. Un piccolo refuso (accorgersi invece di accorgersene) non inficia la validità del testo, ben scritto come al solito. Complimentos, dunque, e a presto.
  • Anonimo il 04/04/2012 10:30
    In conclusione: non ci sarà mai una causa senza un suo effetto. Non ci saranno mai autorità senza i propri nemici.
    Dal potere non c'è via di scampo. È un circolo vizioso che dura da secoli...
    Mi piace che da una legge fisica, si passi alla spiegazione filosofico-attuale di quello che stiamo provando oggi. Tanto poi c'è il libero arbitrio...
  • gina il 04/04/2012 10:19
    Non siamo ancora al punto di rottura, ma le tensioni stanno crescendo. Purtroppo la storia si ripete, cambiano i governi ma i problemi più o meno restano, una coperta che non riesce a coprire tutto l'umano bisogno, tiri da una parte e ne resta scoperta un'altra...

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