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Il profumo dell'Utopia
Erano arrivati a un punto in cui, superata la periferia e le ultime case contadine, il paesaggio si liberava delle sue ultime impronte umane e si distendeva in incontaminati paradisi campestri.
L'arcobaleno, pur essendo la giornata serenissima, si tratteneva ad accarezzare il cielo quasi non l'avesse più abbandonato dall'ultima antica pioggia.
L'uomo si fermo' insieme alla sua misteriosa compagna.
Qualche uccello cinguettava sui rami degli alberi. Ma per il resto regnava tutt'intorno una calma sinfonia di silenzio.
Voleva bearsene.
E mentre in questo modo fuggiva i pensieri, un pensiero più ostinato degli altri gli sovvenne. Era stato così occupato e incantato, durante il viaggio, dalle parole e dalla figura che l'accompagnava, che non aveva minimamente pensato di chiederle chi fosse, da dove venisse, dove lo stesse conducendo, quale fosse il suo scopo. Si era fatto trasportare come si fa trasportare un fedele cane dal suo padrone.
E quella sinistra padrona stava in quel momento immobile accanto a lui.
L'immobilità, unita al lungo mantello che copriva il suo corpo-se corpo aveva- e alla maschera variopinta che portava, saccheggiava gli ultimi residui di umanità della sua sagoma.
Ancor peggio, l'uomo si accorse di un fatto insolito: non proiettava ombra e il suo lungo scialle, tremolante al vento, si faceva trasparente ai lembi, tanto che attraverso di essi poteva vedere la porzione di cielo retrostante.
Ma questo mix di stranezze, che si ingarbugliava man mano che la contemplava, non faceva che renderlo sempre più succube del suo fascino enigmatico.
Si accorse che l'amava dell'amore che si prova verso un ignoto che è per metà mistero e per metà strana e inconscia intuizione.
E fu questa oscura passione a spingerlo a fare ciò che fece.
Gli uccelli si zittirono. Il silenzio si fece più silenzioso.
Tutto avvenne molto in fretta e con la velocità da cui si esce da un sogno.
Si avvicinò a lei. L'abbracciò con trasporto...
Si trovò a stringere il nulla.
La figura c'era ancora. Ma eterea si confondeva con l'aria quasi fosse un armonioso tutt'uno con essa.
Sogno in un'atmosfera onirica, aveva l'incubo e il terrore nel volto.
Si alzò di scatto, per quanto sia possibile vedere l'aria scattare, e cominciò a parlare:
"Tu, Uomo, se pensi di toccarmi speri invano.
Nessuno ne ha la possibilità.
Potrai farlo quando la luna poserà le argentee dita a chiuder i tuoi occhi.
Potrai farlo ogniqualvolta scioglierai le catene a Pensiero e Fantasia.
Ma non potrai farlo qui nel Mondo.
Ti ho messo davanti agli occhi i confini che separano gli uomini.
Te li ho fatti varcare.
Ti ho mostrato come nella società l'uomo resta a me indifferente.
Oppure mi calpesta e mi uccide. O ancora mi brama con intensità inimmaginabile.
Ti ho mostrato come nella dolce anarchia dei contadini e dei vagabondi io sia di casa. Come questa gente sia a me così abituata al punto da non chiedersi se e come io esista; se sia illusione, verità o entrambe.
Ma neanche essi hanno mai sfiorato la mia essenza.
Se lo hanno fatto hanno toccato la mia finitezza.
La mia sporadica manifestazione.
Non chiedermi chi sono. Non ho nome. Voi me lo date.
Io non rivelo me stessa.
Forse nemmeno esisto.
Ma è un bene che esista in te e negli altri uomini"
Così disse.
E prima che l'uomo potesse aprire bocca gliela tenne chiusa ciò che di soprannaturale successe.
La figura si distese sul prato. Così appiattita contro l'erba dava ancora di più l'impressione del vuoto all'interno del travestimento.
E infatti, abbandonate al suolo, vi si vedevano solo la maschera e il mantello.
Ma a un tratto, come se gli oggetti formassero uno strano involucro, da essi spuntò qualcosa.
Non era essere umano.
L'aquila più strana, e bella, e surreale che la Terra avesse mai potuto desiderar di vedere, spiccò il volo leggiadra e maestosa.
Il suo grido era simile agli anelanti sospiri degli uomini.
Il suo piumaggio aveva in sé tutti i colori dell'arcobaleno.
E nell'arcobaleno Libertà- ora si, l'uomo aveva capito - si dissolse.
Mentre così scompariva perdette una piuma, che cadde lievemente al suolo.
L'uomo la raccolse, fremente.
Il silenzio cominciò a suonare dei suoni delle Galassie.
Il Mondo si staccò dal Mondo e, nell'aria, si diffuse un dolce profumo di Utopia.
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