Chi fa non dice e chi dice non fa.
Come un avido re, avido degli altrui sospiri, reca mazzi di spine, travestite da rose da un malvagio fattucchiere, all'ingenuo fanciullo ch'abita quel regno lontano: la gioia.
"Son colui che fu, è e sarà vostro rifugio" disse al popol suddito tutto.
Un regno di fame e dolor creò ai suoi piedi.
Il fanciullo correa pe' strade e li sentieri; sorridea al popolano e alla bambina, alla vecchierella e al gattino.
Pane e gioia portava nelle case. Nessuno mai la sua dimora vide.
Non un palazzo, non una villa... solo una grande anima con cui dar rifugio a tutti.
Il fanciullo ricevette il mazzo di rose che subito docili parean a li occhi suoi.
Una spina malefica sfiorò il tenero dito e la piccola vita cadde spirando.
Chi fa non dice e chi dice non fa... e in chi non fa, gelosia pura prende possesso del cor velenoso.
A colui che sacrificio facea della sua vita,
la spina bugiarda pungerà le dita.