racconti » Racconti di attualità » Too big to fail
Too big to fail
Too big to fail.
Troppo grandi per fallire.
Quante volte abbiamo letto, ascoltato e, perché no, anche pronunciato questa locuzione.
"L'Italia è troppo grande per fallire". Lo abbiamo sentito dire da politici, giornalisti, studiosi, gente comune, tutti con il comune intento di rassicurare (e rassicurarsi) circa l'imminente "default" del nostro paese.
Lo abbiamo sentito dire così tanto che alla fine ci abbiamo creduto.
E abbiamo fatto male.
Perché è vero.
No, non sono impazzito (nel senso che non sono più pazzo di quanto già non fossi qualche giorno fa).
Vi prego solo di volermi seguire per qualche altro minuto.
Ricordate quei giorni di fine Novembre (mi sembra fosse il 23) dello scorso anno, quando l'attuale premier italiano giurò nelle mani del Presidente della Repubblica la fedeltà alla nostra Costituzione?
Scenari apocalittici, differenziale titoli italiani/bond tedeschi (scusate ma la parola spread mi fa un po' schifo) a 570 punti, rischi reali che le prossime aste di titoli italiani andassero deserte, predizioni di una nostra probabile uscita dall'Eurozona, evocazioni dello spettro Argentina e via dicendo.
Mi accorgo solo ora di non aver fatto una necessaria premessa. Rimedio subito: questo non è un discorso politico, solo l'esercizio di un po' di elementare buon senso.
Ho affermato poco fa che abbiamo fatto male a credere di essere troppo grandi per fallire, perché è vero.
Qualcuno dirà che il discorso non sta in piedi, si contraddice da solo.
Un po' di dati, allora.
In quei giorni di Novembre, quando eravamo presi alla gola dalla speculazione internazionale (a proposito, vi siete mai domandati chi sono questi crudeli speculatori? Non so chi sia al vertice della piramide della speculazione, ma so chi sta alla base: noi, che acquistiamo i titoli con maggior rendimento che conservino un'apprezzabile margine di sicurezza. Quelli italiani, in altre parole), l'Italia non era certo quella messa peggio economicamente e finanziariamente tra quelli aventi un rilevante peso internazionale. Ho sotto mano i dati scaricati da internet, e posso attestare quanto affermo. In quei giorni di Novembre la situazione era la seguente:
Italia: debito pubblico 121, 1% deficit -4, 1%
Giappone: " " 233, 0% " -8, 9%
U. S. A. " " 100, 0% " -8, 8%
Si trovava in buona compagnia, no?
Il paese più importante del mondo aveva un deficit superiore al doppio del nostro, e un debito inferiore solo del 20%.
Il secondo paese più importante (economicamente)... beh i dati li avete letti.
Altri paesi europei, come la Francia, la Spagna, l'Inghilterra, avevano tutti un debito pubblico compreso nella forbice che va dal 70 al 90% circa, e un deficit di bilancio oscillante tra il 6 e il 9%.
Perché allora l'Italia?
Sarebbe facile rispondere perché gli Stati Uniti detengono la sede della principale piazza finanziaria del mondo, delle principali agenzie di rating, senza dimenticare che hanno il potere militare di controllare qualsiasi parte della Terra. Il Giappone si trova a pochi passi dalla Cina, e nonostante quest'ultima lo valuti come il principale nemico, dubito che avrebbe gradito una catastrofe economico/finanziaria in Asia. L'Inghilterra è protettorato americano, la Francia protettorato tedesco, la Spagna... la Spagna non è "Too big to fail".
Ma così sarebbe appunto troppo facile come risposta.
La soluzione al quesito è insita nella domanda.
Perché l'Italia?
Perché l'Italia è l'Italia.
Perché solo l'Italia presentava un governo talmente debole politicamente da poter indurre l'allora Presidente del Consiglio a rassegnare le dimissioni su semplice richiesta del Presidente della Repubblica, ottenendo in cambio la parziale attenuazione del morso della magistratura e, magari, qualche agevolazione economica, tipo l'assegnazione gratis delle frequenze televisive.
Quale altro premier di quale altro stato avrebbe accettato di fare una tale figura da peracottaro?
Nessuno. Anche perché solo in Italia vige un sistema istituzionale che rende così debole un premier pur avendo ottenuto una formidabile maggioranza parlamentare grazie a una legge elettorale opportunamente modellata.
Pertanto torno a ripetermi.
Troppo grandi per fallire.
Ci abbiamo creduto e purtroppo è vero.
Così nei prossimi anni saremo munti a dovere per poter permettere al nostro stato di pagare lauti interessi ai vari speculatori internazionali.
Di cui noi non costituiremo più neanche la base, perché impegneremo tutti i nostri denari, magari indebitandoci, per pagare le tasse che via via ci saranno imposte.
Tanto le banche ottengono in prestito il denaro dalla BCE al tasso del 1 %, comprandoci i nostri titoli con un rendimento del 5 - 6 %.
Mica lo prestano agli imprenditori.
È vero il governo dei tecnici ci ha salvato dal cadere nel precipizio.
Ma non ci ha fatto fare nemmeno un passo indietro.
Ci tiene ben fermi sull'orlo del burrone, chiedendoci in cambio di pagare.
Fino a quando?
Fino a quando lo potremo fare.
Fino a quando non saremo più "Too big to fail".
Allora ci lascerà liberi.
Liberi di cadere nell'orrido precipizio.
Ma queste sono solo supposizioni.
Scusatemi.
123
un altro testo di questo autore un'altro testo casuale
0 recensioni:
- Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
Effettua il login o registrati
Anonimo il 26/05/2013 08:05
Inutile illuderci con complessi temi d'economia e politica.
La finanza internazionale è un trust di superpotenze economiche chiuse a riccio che dettano le regole a cui diventa impossibile sottrarsi. Unica possibilità sarebbe quella di rompere il sistema e far precipitare tutto. Ad esempio la Cina potrebbe richiedere la restituzione immediata dei crediti vantati su gli USA. L'Italia è sembre stata una nazione cuscinetto, un ammortizzatore delle volontà espresse a Wall Street, a Tokyo, a Pechino, a Mosca, etc..
- Se fosse così ci dovrebbe essere un motivo valido, ma non me ne vengono in mente, e allora resto della mia, e non ne sono affatto contento, che i nostri governanti non siano aquile. Purtroppo per noi.
- Che cosa dico? Prima di tutto riporto un dato che ho appena acquisito sulla rete: fonti della Reuters indicano che nel 2014 l'Italia sarà il paese Europeo con il miglior avanzo primario d'Europa, meglio ancora della Germania. Questo significa che al netto degli interessi pagati sul debito, i conti italiani non sono poi così male, no? Questo inoltre significa, almeno secondo il mio modesto parere, che c'è una esatta volontà di mantenere alti i tassi di interesse che dobbiamo pagare sulle nostre emissioni. Per quanto riguarda la competenza dei nostri attuali governanti, penso che sappiano esattamente quello che stanno facendo, purtroppo per noi.
- Buon saggio ben scritto e argomentato a dovere. A me resta sempre il dubbio della competenza vera dei nostri governanti, e non parlo di Berlusconi. Sarei quasi più contento se ci fosse davvero un disegno criminale, dietro, e non semplice cretineria. Perchè solo questo mi è sembrata, al di là delle dotte dissertazioni, l'azione di questo governo non propriamente democratico che la debolezza del nostro ordinamento ci ha costretto a subire. Tassare la casa, aumentare la benzina e l'iva (e andare ogni altra sera in tv a dire che sennò finivamo come la Grecia) mi sembra l'ideale per far morire il paziente anziché rianimarlo. Inoltre non capisco oggi, come non capivo ieri, come fa questa gente a governare se è sempre in giro per il mondo e per l'Italia. Ma quando cazzo li guardano i conti veri? Cosa ne dici Dantes?
Anonimo il 24/04/2012 18:25
Non hai esagerato, hai descritto quello che sta succedendo con le tue parole. Che ci sia una diversa prospettiva, non lo metto in dubbio. Seh! Con ste IMU, IVA, IMUbis... Quelli che ci rimettono non so chi siano se più i ricchi o i meno ricchi, ma la gente che dichiara "smettiamola di tassare i ricchi e cominciamo a tassare i più poveri", mi fanno una pena terribile, oltre che dimostrare la loro ignoranza. E poi dicono che l'evasore è un parassita della società... Finché siam messi così.
Figurati, comunque
- Certo, quello che ho scritto è frutto di una ricostruzione chiaramente fantasiosa e volutamente pessimistica. Però a ben vedere l'enorme mole di tasse applicate dal nuovo governo in maniera indiscriminata e volta a colpire il ceto medio basso (o vogliamo credere che colpire la casa e alzare l'iva sia a sfavore dei ricchi?) sinceramente qualche timore che poi non abbia esagerato così tanto mi rimane. Soluzioni ce ne sono, Mara, ce ne sono, ma bisogna avere coraggio. Grazie per il tuo contributo.
Anonimo il 24/04/2012 13:12
Delle supposizioni basate, in parte, su dati concreti e alla portata di tutti, anche perché se fossimo davvero sull'orlo del fallimento, non lo speculerebbero troppo in giro (o meglio, ci sarebbe il caos più totale, altro che Apophis!). Le persone non so quanto potrebbero crederci o meno a tutto quello che giornalisti, politici professori e magnaromagna raccontano, e non so nemmeno se siamo così tanto "big". Sicuramente, abbiamo il più debole sistema politico europeo e internazionale, poco e certo. Ecco perché sfruttano la nostra economia, ma anche qui non bisogna fare di tutta l'erba un fascio...
Di soluzioni, comunque, ne vedo molto poche, Edmond...
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0