Stavo davanti alla macchina obliteratrice per convalidare le mie sei ore di lavoro, quando fui preso da una curiosità: vedere cosa ci fosse al di là del piccolo vetro a muro, parzialmente coperto da una tendina.
Svelare quel rebus mi affascinava, d'altra parte se non avessi sbirciato attraverso il vetro, mai avrei potuto conoscere cosa quelle mura celassero.
Così, senza tanti tentennamenti, m'accostai al vetro trasparente e intravidi un'altera figura femminile con le ciocche dei capelli bionde; somigliava a Giovanna d'Arco priva di arco.
All'improvviso, come colta da una misteriosa ispirazione, ella stese le braccia innalzando le punte delle mani verso l'alto, cominciò a fare: pruuu... pruuu... pruuu... come se nel frattempo le sue braccia fossero divenute le ali di un aereo.
In quel suo volo inatteso quanto giocondo, la gioia era tutta la sua forza. "Finalmente ha trovato la sua dimensione!" - pensai.
Lei scorse il mio viso al di là del cristallo, poi, con slancio mi disse: "Vuoi f/salire? Dai che ci facciamo un giro!". L'invito mi piacque, ma al momento di confermare la mia adesione, la mia mente mi fece tornare bambino; mi vidi disteso prono sul dorso della mia donna volante, finalmente leggero, felice, folle!
Sono felice- le dissi. F/semplicemente... domandò cautamente lei. F/Sì, risposi completamente contagiato.
Nella mia infantile inconsapevolezza, stavo per conoscere saperi e sapori che pochi umani fino ad allora avevano sperimentato. Forse la quantità di ossigeno al decollo, forse l'emozione di una nuova esperienza, o forse la vicinanza della donna volante; fatto sta che sentii la mia mente aprirsi come non mai. E allora nell'aria scrissi: E = h f - E IV W e - h f IV W e - F min = W e/h.
"Ho appena enunciato un'espressione di fisica quantistica! Ma io non l'ho mai studiata! Ti rendi conto, fin dove arriva la tua influenza?" le dissi - sopraffatto dalla sorpresa. E lei con l'espressione intelligente, mi rispose: "f/semplicemente?