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Willy
Quando una coppia sposata da diversi anni ancora non ha avuto figli, capita spesso che tutto l'affetto, materno o paterno, venga trasferito sugli animali di casa.
È capitato anche a me e Giuliano con il nostro cane Willy.
Uno splendido esemplare, incrocio tra due razze da caccia: un Setter e un Breton. Ne è uscito un cane nero dal pelo abbastanza lungo e mosso, di media statura e con un carattere socievole. È arrivato a casa nostra come regalo per il mio compleanno da parte di alcune amiche. Un "battuffolino" nero con un grande fiocco rosso al collo.
Inizialmente ho ricevuto il regalo con un senso di imbarazzo perché pensavo all'impegno che avrebbe comportato. Certi regali, prima di farli, bisognerebbe valutarne l'impatto emotivo: un animale regalato non comporta certo lo stesso impegno di una semplice ceramica.
Poi, però, si è rivelato subito un buon cane, ubbidiente e giocherellone e l'amore per lui è esploso. Ha immediatamente avuto il posto d'onore sulla poltrona buona del salotto : più che cane da caccia si è rivelato... un cane da cacciagione in salmì, diventandone un gran ghiottone.
Avevamo modificato completamente il nostro modo di vivere: ci si rapportava non più solo fra noi due, perché ora eravamo in tre. Quindi, le gite fuori porta piuttosto che le vacanze, erano condizionate dal nostro "primogenito" Willy.
Willy era libero da catene o cancelli chiusi; si era abituato immediatamente alle macchine che passavano in strada davanti casa, rispettando la regola di non inseguirle. Regola non valida per i pedoni, purtroppo. Era talmente gioviale e "tontolone", che seguiva ogni persona, anche sconosciuta, per farsi fare un complimento o una carezza. Accompagnava per alcune decine di metri oltre al cancello i passanti, poi tornava scodinzolante con la propria carica di carezze e complimenti. Deve essere stata questa la ragione del suo allontanamento intorno gli 8 mesi di vita.
Per la sua ricerca abbiamo mobilitato l'intero paese di Bassano. Si sono resi tutti disponibili molto volentieri perché sapevano di quanto eravamo affezionati a Willy; in modo particolare lo facevano per me perché ero incinta e continuavo a piangere.
Passano diversi giorni, di Willy nessuna notizia. Sembrava essersi volatilizzato. Possibile che nessuno abbia visto il mio cane? Eppure lo conoscevano tutti. Persino i clienti dell'osteria di Bassano erano affezionati a Lui. Era solito passare tra i tavolini all'aperto del bar mostrando il suo sguardo più languido nell'appoggiare il suo testone sulle gambe dei clienti, inducendoli a privarsi di una parte della propria merenda.
Passano 2 settimane, poi 3, poi 4, di Willy, ancora nessuna notizia.
-Povero il mio piccolo Willy, dove sei? Ti avrà adottato un'altra famiglia? Fai il randagio?... dove?-
Nel frattempo vengo ricoverata un mese all'ospedale di Pavia per scongiurare la nascita prematura del mio bambino. Il proseguo della gravidanza, era legata alla mia immobilità assoluta a letto. La possibilità di portare a termine la gravidanza era legata al fatto che mantenessi la immobilità standomene a letto
Tornata nella mia casa, solo il gatto mi consolava. Pure lui sembrava soffrire la mancanza di Willy. Cane e gatto, cresciuti 8 mesi insieme, si sentivano come fratelli. Dormivano accovacciati sulla stessa coperta e giocavano alla "lotta" come bambini.
Dopo tre mesi, un barlume di speranza. Il Panettiere, che portava a domicilio il pane agli anziani di Bassano, sosteneva di aver nutrito con un panino al giorno un cane nero con un collare rosso, ad Ancarano, una frazione di Rivergaro. Nessuna famiglia lo aveva adottato, ma tante famiglie lo sfamavano.
-Non voglio caricarmi di inutili speranze... tre mesi lontano da casa, sono tanti... se fosse lui veramente, potrebbe anche non riconoscerci... anche noi potremmo non riconoscerlo... in fondo era poco più di un cucciolo quando è sparito-
Giuliano parte alla volta di Ancarano. Io, sempre immobile nel letto, cerco di far passare il tempo accarezzando il gatto.
Sento la porta di casa aprirsi. Incrocio le dita. Uno scalpitio grattato e scivolato sui gradini di legno di casa mi fa sobbalzare il cuore.
Entra come un furia, un cane nero, più grande, sempre con un collare rosso al collo. Con un balzo si tuffa sul letto, intercettando il gatto, il quale scappa. Inizia l'inseguimento come erano soliti fare tra le sedie e il divano. Il gatto trova rifugio sotto la cucina, il cane, in scivolata, finisce la sua corsa sbattendo il muso contro il vetro del forno. Era lui, una prova inconfutabile...
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- grazie!!!
- Me lo sono bevuto d'un fiato. È fresco, sentito e pieno d'affetto. Brava Rita!
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